Su facebook ho letto 'i buoni propositi per un autore esordiente' di Simone Togneri. L’ho trovato davvero interessante e ho pensato di riportarli su questo blog, visto che calza a pennello. Però ho dato una mia visione personale dei suoi propositi, la parte in verde. Ditemi cosa ne pensate.
1) Ecologia (stampiamo di meno: sprecando meno carta la natura ci ringrazierà.) Sono decisamente d’accordo e sto cercando di farlo, considerando che si spreca anche molto denaro -che non ho.
2) Aiutiamo chi lavora (evitiamo di seppellire i poveri addetti delle case editrici sotto migliaia di manoscritti che finiranno al 99% cestinati, magari senza essere nemmeno letti. Se proprio non possiamo farne a meno, cerchiamo almeno di osservare tutti gli altri punti di questa nota.) Questa ammetto di non averla capita: suona come “non inviare il tuo manoscritto”, ma se non lo invio neppure, che autore esordiente sono o penso di diventare? Come minimo sarebbe sbagliato il titolo dei propositi. Quanto al 99% dei manoscritti che finiscono cestinati stendo un velo pietoso.
3) Economia (evitiamo di inviare a tappeto le nostre bozze a tutti gli editori. Oltre a risolvere i problemi dei punti 1 e 2, aiuteremo il nostro portafogli.) Beh, direi che mi sembra abbastanza ovvio e facile da fare.
4) Più solidarietà, fratello (acquistiamo e leggiamo i "colleghi" esordienti: è il miglior modo per crescere tutti.) Nonostante le grandi delusioni, cerco di farlo.
5) Il tempo è denaro (Riempire fogli e fogli di parole indossando i paraocchi è tempo perso. Dedichiamo spazio alla lettura, all'osservazione del mondo che ci sta attorno, alle persone. Il nostro stile non potrà che giovarne.) Questo lo faccio da sempre, non potrei scrivere se non lo facessi… Un ottimo consiglio, vero anche per i non esordienti.
6) Umiltà (impariamo a rileggere e correggere ciò che si è scritto e, se serve, non esitiamo a tagliare anche la frase più bella.) Dio solo sa quante volte leggo e rileggo: mi dicono che sono maniaca. E, udite, udite, ho anche tagliato; certo una frase bella… se una frase la troviamo bella non capisco perché vada tolta.
7) Ma anche no (cominciamo a pensare che il nostro romanzo nel cassetto possa NON essere quel capolavoro che crediamo. Cerchiamo di essere certi delle nostre possibilità, ma consapevoli dei nostri limiti. Vedi punto 6.) Io non credo che il mio romanzo sia un capolavoro, anzi più passa il tempo più mi sembra un romanzo con dei limiti, ma se ho voglia di pubblicarlo è perché ci credo almeno un po’, sennò non avrebbe senso; “Ehi, tu, lo so che qui ho una schifezza, però me la pubblichi?” …non suona un granché.
8) Niente a tutti i costi (pagare per pubblicare - oltre a rendere praticamente nullo il punto 3 - significa ammettere che il nostro lavoro non vale una cicca. E non è vero che ognuno è libero di fare come vuole: chi paga per pubblicare danneggia anche chi non lo fa.) Su questo sono d’accordo al 100%, niente editori a pagamento, non vale neppure la pena di chiamarli editori!
9) Gloria a costo zero (il fatto di aver pubblicato qualcosa non ci autorizza a sentirci migliori di altri. Tanto meno il fatto di scrivere.) Ah, questo è da dire a diversi autori più o meno esordienti, che si sentono dei fichi…
10) Impegno e perseveranza (scrivere molto non vuol dire scrivere meglio. E' l'attenzione ai particolari che fa la differenza.) Sì e no: sì perché sono i particolari a fare la differenza, no, perché scrivendo molto e tenendo fede al punto 5, si scrive anche meglio, secondo me.
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