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venerdì 16 novembre 2012

EVVIVA, ALMENO LO HANNO LETTO!


Non è bellissimo?
Insomma, stai lì a scrivere e soprattutto a correggere, a lambiccarti, a chiederti quale sia il modo migliore per dire una cosa, controlli gli errori, togli qualcosa, dici qualcosa di te; ma preferiscono avere una tua foto? Sì, no, non lo so, vediamo chi è il destinatario, così lo so... Ma tale appunto cosa dirà di me? E questo particolare come verrà letto? E la conclusione? Ah, la conclusione. Dilemma! Insomma, stai lì a intripparti le idee a più non posso, perché vuoi un lavoro o pubblicare un libro...
Vuoi un LAVORO o PUBBLICARE.
E poi esulti e baci terra e gridi ai quattro venti: EVVIVA, LO HANNO LETTO!
Hai studiato, hai lavorato, hai fatto qualsiasi cosa per imparare, per metterla nel curriculum e hai letto mille volte il tuo scritto per far sì che filasse, che fosse credibile. Hai sperato. Hai fatto tutto questo. 
  Ed esulti.
Non importa se la risposta è negativa. Non importa se ti hanno appena spezzato le gambe. Non importa se vanno avanti altri che valgono come o meno di te. Hanno letto il tuo cv o il tuo libro. Esulti SOLO per questo.
Perché alla fine questo è grasso che cola...


Quando siamo caduti così in basso?


lunedì 1 ottobre 2012

Un Flash Mob per Nuova Terra


O quasi!
È un'iniziativa dei miei pochi ma fantastici fan che consiste nel mandare mail tutti insieme nello stesso momento alle case editrici con la richiesta di far pubblicare Nuova Terra (i dettagli qui https://www.facebook.com/events/153367514804210/) e l'intenzione, quindi, è quella di riempire la posta delle CE sperando che la leggano e si incuriosiscano.
Indipendentemente dai risultati di tutto questo, che prendo con le pinze, in buona parte perché sono disillusa in merito alle CE, trovo che l'idea sia proprio carina! Non so se ve ne siano state di simili, ma mi sembra anche originale: la richiesta dei lettori di pubblicare un libro stampato solo in tipografia con un'invasione, o quasi, di mail lo stesso giorno alla stessa ora.
Più che un Flash Mob, forse uno Smart Mob, o qualcosa a metà. Non so se possa funzionare per NT, ma potrebbe essere un modo interessante, in futuro, per fare richieste di tipo letterario. Insomma, da lettrice mi sembra una proposta interessante: in un mondo editoriale in cui non è vero che basta scrivere bene, togliere più refusi possibile, creare trama e personaggi coerenti e ben caratterizzati nonché qualcosa di originale, perché l'unica vera cosa che conta è vendere (se hai un libro più che vendibile, non importa se manca tutto il resto! E basta guardare le ultime classifiche per confermarlo), un insieme di lettori che richiede la pubblicazione di un libro potrebbe essere "sintomo" di "vendibilità".
Certo, per questa occasione sono solo poco più di un centinaio di lettori/fan, più che un sintomo, sarà un piccolo prurito, che potrebbe come non potrebbe suscitare l'interesse di qualche casa editrice. Ma in futuro, chissà… 

ALL'ARREMBAGGIO!!! 

GRAZIE, RAGAZZI, COMUNQUE VADA! 

martedì 20 marzo 2012

Per scrivere una recensione di un libro di narrativa che non sia solo un commento

Riportare la trama -evidenziando che si tratta della trama- all'inizio; EVITARE assolutamente gli spoiler. In caso, aggiungere anche i dati generici (casa editrice, numero pagine, prezzo)

Analisi della trama: se è credibile, coerente, scorrevole, originale; possibilmente spiegarne il motivo. Se vi sono cliché o buchi, oppure no. Se vi sono deus ex machina o i "perché lo dice l'autore" e se sono importanti o meno.

Dopo una breve descrizione, analisi dei protagonisti: credibili, tridimensionali, interessanti, se sono Mary Sue/Gary Stue; possibilmente spiegarne il motivo. Se presentano cliché oppure no. Se sono personaggi in crescita (se non lo sono, precisare se ce ne era bisogno o meno).
Operazione simile per gli altri personaggi. Se sono ben delineati e hanno spessore o se rimangono solo ombre rispetto ai protagonisti.

Analisi della scrittura e lo stile: se scorre ed è godibile nell'insieme. La lunghezza delle frasi, se troppo lunghe o troppo brevi, se troppo complesse o troppo elementari. La punteggiatura: se è sensata, adatta al testo, variegata (virgole, punti, punti e virgola, due punti); nel caso di libri stranieri, è compito del traduttore/editor renderlo al meglio. Specificare se lo stile è pulito, netto, poetico, evocativo, freddo e se nei diversi casi si adatta alla storia che racconta (se in prima persona, si può specificare se si adatta anche al personaggio).
Riportare se c'è un buon uso dello show/don't tell, del pov, degli avverbi e gli aggettivi; di una buona variazione di termini, se ci sono ripetizioni (a meno che non siano volute dall'autore). Se vi sono infodump.
Si dà per scontato che grammatica e sintassi siano perfette, qualora non lo fossero, riportarlo.
Un accenno all'editing non guasta.

Ambientazione, temi e luoghi: soprattutto nel caso di romanzi in altri luoghi/tempi o in mondi fantastici, accennare ai luoghi, a come sono resi, se sono "visibili", interessanti; se la descrizione si presenta eccessiva rispetto alla trama o nulla. Se è credibile e coerente al luogo descritto (se si hanno conoscenze proprie, farlo presente: se si parla di un romanzo storico o di un laboratorio e si ha qualche dato personale per capire se possono essere luoghi reali).
Riportare se ci sono temi particolari che ricorrono e come sono gestiti.

Se serve, analizzare il genere e il target di riferimento.
Se si vuole, inserire qualche citazione.
Se utile, un parere sui dialoghi (credibili, coerenti, danno sul serio una voce ai parlanti o sono piatti e poco verosimili?).
Se possibile, mettere in grassetto i punti importanti o i vari punti dell'analisi.

Presentare possibili chiavi interpretative dello scritto, mettendone in luce le peculiarità stilistiche, inquadrando in breve, quando possibile, la storia personale e la carriera dell'autore e contestualizzando il contenuto del testo all'interno di filoni più ampi.

Scrivere cosa ci e piaciuto e cosa no, a gusto personale. Conclusione.
-In generale, aggiungere ogni dettaglio che possa spiegare qualcosa di più, sia in senso negativo che positivo, che ci è piaciuto oppure no. Nella critica (soprattutto se negativa) di un testo, cercate di tenere sempre presente quanto il fatto criticato sia importante o meno nell'intero contesto: se ci sono pochi errori di punteggiatura, non togliamo5 punti all'intero romanzo; se alcune scene sono raccontate, cerchiamo di capire se mostrarle era utile e importante nell'insieme o meno; se "il perché lo dice l'autore" si riferisce a un dettaglio insignificante, possiamo riportarlo, ma non facciamone una tragedia.-

martedì 14 febbraio 2012

Le ultime

Sono viva.
Peccato, lo so.

Ho trovato un mezzo lavoro del cavolo, perché in realtà è a tempo pieno e mi pagano una miseria. Beh, questo passa il convento, ovviamente è precario, perché è più divertente (Monti docet).
Ho finito di correggere la versione cartacea di 'Nuova Terra', considerando che l'editing 'vero' non me lo posso fare da sola e che chi me lo ha fatto ha tolto soprattutto refusi, quello che ho corretto è la punteggiatura, soprattutto le virgole (e, per queste, soprattutto quelle messe prima della 'e', quelle che mancano o all'inizio o alla fine di un'incidentale e qualcuna qua e là di troppo o di meno), per il resto qualche a capo e verbo.
Appena troverò tempo, riporterò sul file word.

Cosa penso?
In meno di venti giorni ho venduto 40 copie, niente per un libro in libreria, abbastanza per uno venduto online. Per me? Cerco sempre la casa editrice seria ^^

Grazie comunque a tutti coloro che lo stanno leggendo e mi hanno scritto tanti complimenti!


martedì 17 gennaio 2012

Dubbi, perplessità, capelli già strappati. IoMiStresso :D

Da sola.
Sono bravissima.
Ma lo sapete già, non è vero?
È vero…
E allora che volete?
Ah, volete sapere per quale cribbio di motivo mi stresso questa volta. Beh, perché ormai ci sono quasi.
Il 21, sabato, chiunque vorrà (ma chi?) potrà leggere Nuova Terra. E potranno criticarlo. So che lo faranno: i lettori sono bastardi! A ragione, per lo più.
Mi stanno venendo duemila dubbi:

- la storia non sarà troppo noiosa?
- È così lunga! Non si stancheranno a metà?
- La storia d'amore è troppo sdolcinata?
- La guerra è troppo superficiale?
- E se Shay è insopportabile? (ehm, ok, volevo che un po' lo fosse)
- E se Dahal non è credibile?
- E se la fine non piace? So che potrebbe non piacere. E poi magari è troppo veloce? Troppo vaga? Troppo… troppo?
- E se è scritto male?
- Troppi punti, troppe virgole, troppi punti e virgola, troppi periodi lunghi?
- Se ho sbagliato i congiuntivi?
- E lo Show/don't tell?
- ...i refusi?

Santa cecropia, possono distruggermelo in pochissime parole O_O
E so che, se vorranno, lo faranno senza molti problemi.
Come so che potrà non piacere a tutti, è normale, però… però, panico!!

Ecco.


venerdì 23 dicembre 2011

Beh, caro Babbo Natale…


Insomma, l'anno scorso non mi ti sei filata de pezza, quest'anno farò da me.

Editing, in lavorazione.
Copertina, in lavorazione.
Soldi, messi da parte con mooolta fatica.

Manca una buona autopromozione e tanta fortuna ('azz, qui casca l'asino!).




Well, Fuck You!


Ah… e Buon Natale :D


martedì 20 dicembre 2011

E se questo romanzo facesse schifo?

All'improvviso, hai una dolorosa illuminazione, che ti riporta indietro nel tempo, a quando il tuo romanzo era in fase di scrittura, a quando lo amavi già, come un figlio nel ventre, ma nessuno lo aveva ancora mai letto e ti chiedevi come sarebbe apparso. Torni, quasi ci rotolassi su, a quel momento e ti dici: tante belle parole, ma se in fin dei conti questo romanzo facesse schifo? Forse è una noia mortale, forse è scritto malissimo, forse con questa lunghezza solo quattro gatti arriveranno alla fine.
Insomma, ogne scarrafone è bello a mamma soja, ma agli altri? Intendiamoci, so di non essere a un livello base, ma forse ho anche creduto troppo ai commenti che mi sono arrivati: non perché non fossero sinceri, anzi, ma tirando un po' di somme quante persone lo hanno letto? Poche. Quante ci stanno credendo?
Io. Ma io non faccio testo.
Si dice che, se hai scritto qualcosa di buono, prima o poi qualcuno ti pubblicherà, eppure inizio a pensare che questo non avverrà mai -e se due più due fa quattro…

Lo so, lo so che mi faccio le pippementali, mai negato. Però non ho potuto fare a meno di pensarlo, quando ho realizzato di vivere una sorta di innamoramento per i miei protagonisti, per quello che vivono e fanno; la chiave è stata proprio innamoramento: lo sappiamo tutti che l'amore è cieco, che ci rende un po' stupidini, che come una madre con il proprio bimbo, vediamo tutto perfetto (ok, perfetto no, ma è perché sono tra.gi.ca.mente autocritica!), io che vorrei gridare al mondo intero il mio amore per i miei protagonisti; l'innamoramento ti fa vedere le stelle più luminose, l'innamoramento ti appanna gli occhi… Questo mi ha fatta rimanere più o  meno così:
. .
O

E credo ci sia un unico modo per sapere la verità.
Il problema è: quanto farà male questa verità, considerando come stanno andando le cose?




mercoledì 23 novembre 2011

La fine di Le figlie di Ananke - Black Light

Come scrissi tempo fa, l'ho finito. Mi sono decisa anche a rileggerlo e correggere qua e là. Sono abbastanza contenta, più che altro perché non è la fine che avevo previsto, come l'avevo prevista: è diversa e questa mi piace di più.
Tuttavia rimane un lavoro che non mi soddisfa a pieno. Le Figlie di Ananke nasce come un racconto per il web e mi ero data alcune direttive (per esempio, capitoli brevi, non troppi personaggi, linearità), oggi, quando lo rileggo, lo trovo solo fastidioso. Indipendentemente dall'essere prolissi, mi sembra che accada tutto troppo velocemente e non in termini di trama, ma proprio di racconto, di esperienze, di passaggi, nonché di emozioni.
Forse perché esco da un'esperienza come NT, in cui ho guardato al dettaglio, al famoso raccontato, ho cercato di sviscerare tutto. Nel mio romanzo sono legata ai personaggi, vivo e rivivo la loro storia sentendomela sulla pelle, anzi, sotto la pelle; con Thari e soprattutto con Ryker mi manca qualcosa. Da lettrice, mi manca il sense of wonder, e ho detto tutto! Forse non sono fatta per i racconti, del resto non amo neppure leggerli. Imparerò la lezione.

Ad ogni modo, l'ho dato ad un amico per farlo correggere, poi lo pubblicherò in pdf, non so ancora come. Se ci riesco gli do anche un ISBN. Sarà comunque gratuito.





martedì 8 novembre 2011

Post di servizio

 Dopo un bel  po' di mesi dalla fine, ho iniziato la correzione ufficiale del seguito di NT. Già so che cambierò la metà della punteggiatura.

Ho comprato e finito Il bacio e il sortilegio, della Carey. Che dire? Sono rimasta come un'ebete perché il libro è tagliato in due -in un punto del piffero per noi poveri lettori- e non si può che rimanere così, con un pungo di mosche. Toccherà aspettare febbraio : (

Ho comprato e devo leggere il nuovo libro di Francesco Falconi, Nemesis - La chiave di Salomone. E sto leggendo Quando soffia il vento, di Patterson, ovvero lo scrittore che ha guadagnato di più al mondo.

Nella mia vita non è cambiato proprio nulla, quindi non c'è gran che da dire.

Per la mia amica Arwen, ho iniziato a scrivere I racconti di nonno Tarzan, non è niente di che: lei mi ha chiesto se non mi andasse di parlare della mia terra natia -lo Sri Lanka- e io ho voluto renderlo meno noioso inventandomi un nonno che racconta di questo luogo a una ragazza mezza italiana.

giovedì 27 ottobre 2011

Scrivere: soggetto, predicato, punto

Negli ultimi tempi mi sono sentita spesso dire che i libri prolissi sono noiosi e inutili; che l'uso di aggettivi e avverbi va limitato; che la sintesi  è un'arte; che i periodi lunghi confondono il lettore, rallentando la comprensione e quindi la lettura.
Bene, sono d'accordo con tutto questo e so che io, che non tendo a scrivere proprio così, ho spesso bisogno di lavorarci sopra. Però ultimamente noto che alcuni autori, forse forti dei manuali di scrittura, tendono a scrivere in maniera opposta.
Io non sono d'accordo con questa idea di prendere alla lettera tali direttive, non solo perché toglie personalità alla scrittura, ma anche perché finisce per essere fastidiosa nello stesso modo. Va bene avere gusti diversi: avere fan dei periodi lunghi, dei testi prolissi, come avere fan della scrittura pulita e asciutta, ma a tutto c'è un limite. E come ce ne sono nel primo caso, dovrebbero essercene nel secondo.

Mi chiedo perché si senta sempre l'accusa al complesso e ridondante e mai il contrario: per me, scrivere soggetto, predicato, punto è in qualche modo terribile; forse non è un errore, come potrebbe esserlo la ridondanza (sempre?), ma non è neppure una bella scrittura. Soggetto, predicato, punto -con qualche complemento o attributo sparso- è una scrittura da scuola elementare che non dà niente di più che una lista della spesa; è un metodo assai banale per non incorrere in errori. Inoltre mette un'ansia ingiustificata.

Maccabeo si avvicina. Asdrubaldina sorride contenta. Indossa i suoi vestiti migliori. La serata andrà benissimo. Di certo i due si metteranno insieme. Lei pensa che lui la bacerà e sorride ancora di più; si rilassa felice. Maccabeo la trova bellissima e crede che sarà la volta buona: lei gli dirà di sì. Din, don, dan.
***
La strada è buia e silenziosa. Un cane è immobile accanto a un palo. Il cielo promette pioggia. Il freddo è pungente. Io ho solo una maglietta leggera. Decido di correre a tutta birra e scatto. Il cuore mi batte a mille. Le gambe volano. Qualcosa gracchia nell'oscurità. Mi fa venire la pelle d'oca. (e a me l'orticaria)
***
La sua bocca era sulla mia. Le sue mani mi sbottonarono la camicia, mi tolsero la maglietta e sganciarono il reggiseno. La luce era soft. La stanza era avvolta dalla ruvida e romantica voce di Armstrong. Le labbra di Baldovino scesero sul mio seno e io ansimai. Le mie dita accarezzarono la sua pelle nuda. Il respiro si fece veloce.
Ci spostammo sul letto con le lenzuola fresche di bucato. Il suo corpo scivolò sul mio; il mio si scaldò.
E ciccì e coccò.


Ecco, ho cercato di fare tre esempi diversi, li ho fatti al volo, niente di che.
A leggerli, a me mettono ansia. Quando leggo, ho bisogno di non correre troppo, di seguire il ritmo di ciò che succede, di addentrarmi nei meandri della vicenda e riflettere; altrimenti mi vedo un film in un paio d'ore!
Soggetto, predicato, punto - o anche meno- ha senso se è una scena veloce: trattasi di sveltina, ok. "Mi strappò i vesti. Le sue labbra su di me erano avide. Il mio cuore in subbuglio, il respiro veloce. Mi gettò sul letto. Ansimai. Ed era dentro di me. E tumpete, tumpete, tumpete!"
Così potrebbe andare, ma se descrivo una scena romantica, lenta, con musica e luce soft, la lista della spesa rovina tutto. Ecco, non so voi, ma io vorrei godermela questa scena romantica.
Nel secondo esempio, avrebbe avuto senso se prima della corsa ci fossero stati tempi più lunghi e poi lo scatto quando la protagonista corre. Così non c'è variazione: fa schifo!
Nel primo, meno male che Asdrubaldina si rilassa perché io non mi sono rilassata per niente!

Allora, sono solo io ad avere questa impressione?
Insomma, ok che più il libro è lungo e più si paga, ma che, stai scrivendo un telegramma?
Il libro è iniziato. PUNTO. (8o centesimi) Il libro continua. PUNTO. (60 centesimi) Il libro è finito. PUNTO. (80 centesimi) Sarebbe meglio, almeno così è brevissimo, non paghi niente e siamo tutti felici e contenti. (per tutto il resto c'è Mastercard)
Una subordinata che non sia "Tizio ha detto che sei scemo" non fa male a nessuno; una congiunzione che non sia "e" o "ma", neppure. Per quanto mi riguarda, nemmeno i gerundi, se sono usati bene. I manuali dicono di scrivere chiaro: di non mettere dieci subordinate dentro altre dieci, di non nascondere il soggetto, di non usare i passivi; non scrivono di far venire l'ansia.
E poi la punteggiatura, santa Cecropia! Basta con questi punti ovunque; e, tra l'altro, anche le virgole da sole non sono sufficienti, esistono i due punti e i punti e virgola (ne ho già parlato qui). Usiamoli.

Ci tengo a precisare che la mia critica non è tanto nei confronti di chi scrive, quanto in quelli di chi legge e dice: "Scrittura pulita e asciutta. Bellissima"; no, è una scrittura banale, e può essere sbagliata a seconda di ciò che descrive, è troppo veloce, non ha variazioni di tono: non è una scrittura bellissima.
E se il lettore fa fatica a leggere le subordinate e qualche gerundio, a seguire un pensiero o un ragionamento, beh, che chiudesse il libro e si "abbradipasse" guardando Grande Fratello.


NOTA BENE
Questo non vuol dire che io scrivo da Dio: da qui a quando avrò pubblicato il mio decimo (!) libro, ce ne sarà di strada da fare, e anche per allora… chissà : )



martedì 11 ottobre 2011

Piccole soddisfazioni

L'estate è finita, o forse no. Di certo è ottobre, l'11 ottobre. Diversi anni fa, oggi, passai una delle giornate più brutte o borderline della mia vita. Ma il passato è storia*.  Per quanto riguarda il futuro, è vago e incerto: ogni piccolo progetto di vita viene distrutto in continuazione. Ma il futuro è un mistero*.
Mi  appello al presente. Il presente è un dono*.
Ebbene il mio dono, ad oggi, è dato da pochissime persone, alcune delle quali hanno a che fare con questo blog, con il tema di questo blog: sono una ragazza che tenta di essere una scrittrice, un'autrice che tenta di farsi leggere. Non so a cosa porterà perché, ok, domani è un mistero, però al momento mi aggrappo ad ogni piccolo aspetto positivo che mi capita sotto mano: il dono del presente; e sapere che ci sono poche, pochissime, pochissimissime persone che hanno letto il mio romanzo e ne sono rimaste colpite, non può che essere positivo.
Si tratta di persone che non mi conoscono e non hanno nessun interesse a farmi dei complimenti, sono persone che leggono, alcune scrivono anche, persone che non chiedono soldi, ma che hanno dimostrato il loro reale interesse al mio romanzo cercando di aiutarmi.
Non rientrano nella schiera del "è fighissimo, ora pagami", né nella schiera del "è fighissimo, ma". No, sono persone che hanno perso tempo a leggerlo tutto (e non è poco, vista la lunghezza di NT), che hanno apprezzato sia lo stile che il contenuto e mi hanno spiegato il motivo.
Beh, non è tanto, perché la strada per la pubblicazione è lunga e piena di ostacoli che possono bloccarmi, ma è una piccola soddisfazione e so che chi scrive capirà, perché non importa se scrivi per gli altri o per te stesso, quando fai leggere il tuo racconto, la valutazione positiva degli altri fa sempre piacere. Inutile negarlo.
E un piccolo piacere, in un momento del kaiser, me lo potrò anche godere, no? Tanto sono pronta a tutto, ormai, quest'anno sta mettendo a dura prova il mio già scarso ottimismo. Non credo più in niente; ma non smetterò di farlo…



* maestro Oogway



martedì 20 settembre 2011

Tiriamo un po' di somme



Lo ammetto, anche se me la cavavo, la matematica non è mai stata di mio gradimento, quindi niente numeri, solo un paio di bizzarre conclusioni a cui sono arrivata. Cercherò di essere veloce perché appena sono libera dalle fauci della casa, dovrei andare alla posta.


Come scritto nei precedenti post, negli ultimi tempi ho contattato alcune agenzie letterarie, e buona parte di queste mi ha risposto. Alcune facevano pagare la rappresentanza subito, tra l'altro con cifre astronomiche; le ho scartate e non considero il loro giudizio, che per molti versi mi sembra il giudizio delle case editrici a pagamento, con la differenza che dicono che la scrittura è da cambiare (perché devi pagare - con il sangue- l'editing).

Il giudizio in generale delle altre agenzie -non farò i loro nomi- mi è parso un po' confuso o comunque io non ho capito del tutto il loro rifiuto. Nello specifico: il romanzo ha diversi spunti interessanti; la trama ha un buon intreccio; la protagonista ha un carattere interessante, in crescita e coerente; la scrittura è molto buona (due agenzie mi hanno scritto che ho un bellissimo modo di scrivere, il che mi ha fatta gongolare per un po'... eh, eeehm... ooocchei!), priva di errori significativi, a tratti evocativa, pittorica, che scorre bene, anche se da rivedere nei refusi e in alcuni passaggi che possono risultare pesanti per il lettore; buona la gestione di personaggi ed eventi in un lungo arco temporale; "la trama in sé dimostra una capacità di inventiva non comune, visto che sei riuscita a costruire un vero e proprio mondo, con una struttura sociale, politica e antropologica ben studiata e ben delineata." (questo tra virgolette, l'ho copia-incollato, spero che il suo autore non me ne voglia); spunti originali; potenzialmente commerciabile. MAaaa, non li convince.

Per motivi esclusivamente soggettivi. Una delle agenzie mi ha solo detto che non li convinceva, senza spiegazioni; un'altra che non riusciva a visualizzare i luoghi (che in parte si scontra con quello detto da altri), e una che c'erano troppi dettagli che potevano risultare fastidiosi. Due agenzie non erano convinte della narrazione in prima persona.


Alcune di queste mail, non tutte, le ho rigirate a mie amiche che hanno letto il testo: so che non possono essere del tutto oggettive, ma hanno avuto la mia stessa sensazione.


Queste risposte sono arrivate da agenzie letterarie grosse; delle piccole, escluse quelle sopracitate, solo una è interessata, quindi inizierò il lavoro con lei, perché anche se piccolina mi sembra un'agenzia seria, senza prezzi esorbitanti e molto chiara nel suo lavoro.

In realtà, persone che lavorano all'interno del mondo editoriale mi hanno detto che le grandi agenzie non si occupano di esordienti, e in effetti un paio (mi sembra) non mi ha neppure risposto. Però altre mi hanno risposto, e hanno anche perso tempo a leggere il mio romanzo, quindi, se non fossero state interessate a un'esordiente, non mi avrebbero neppure letta, giusto?


Insomma, il mio libro è, ohibò, quasi anche "fico", però, mah, chissà, c'è "qualcosa" di non meglio definito che non convince. Tirando le somme, il mondo dell'editoria continua a rimanere un mistero, per me.


mercoledì 13 luglio 2011

Literary Agency' Time

Da quando ho aperto questo blog è passato un anno. Ovvero da quando ho messo la parola fine a NT1 e ho iniziato ad inviarlo alle case editrici. Per ora mi ha risposto una sola casa, dicendomi che il romanzo "è di difficile collocazione all'interno delle nostre collane perché possa aspirare alla pubblicazione". Alcune case le devo ancora contattare, per mancanza di soldi.

Ad ogni modo nello stesso tempo mi è stata consigliata un'agenzia letteraria: ho scritto, hanno letto due capitoli -già solo due- e mi hanno risposto che non li convinceva del tutto. A parte il rimanerci male, una risposta così secca da un'agenzia letteraria che dovrebbe fare l'interesse dell'esordiente mi ha un po' spiazzata.

Anyway, dopo un momento no, ho deciso di contattare altre agenzie. Vi farò sapere.


Sì, lo so che non frega un fico secco a nessuno! ...come siete fiscali!


venerdì 27 maggio 2011

Narrativa d’avventura. 'Ad.Romance' (perché sono ancora romantica!)

Disquisendo allegramente con la mia amichetta Eleonora -che tra l’altro non ha accesso al mio blog per motivi ignoti-, mi sono resa conto di non sapere bene come definire il genere avventura. Perché parlo di questo genere? Perché nei libri, come nei film, è il mio preferito. Tra l’altro ne approfitto per farvi notare che nei negozi di dvd esiste il reparto avventura, nelle librerie no; secondo voi perché?
Quando mi chiedono cosa intendo per avventura, mi vengono solo esempi e alla fine dei conti l’unico esempio valido per tutti è Indiana Jones! ‘-.-
Beh, mi sono data da fare e ho googlelato un po’, ho estratto i punti che secondo me sono centrali e propri di questo genere.

Romanzo (film) d’avventura:
- storia che porta in terre lontane;
- incontro con altre culture/lingue/usanze;
- pericoli e peripezie di tipo fisico;
- vicende lontane dal quotidiano;
- descrizione di luoghi sconosciuti;

Questi i temi più importanti. Poi nel corso della Storia, spesso avventura ha significato battaglie, eroe buono e giusto, spade e onore…
Ammetto di non aver letto molta narrativa di questo genere, anche perché al momento credo esistano soprattutto romanzi di altri secoli che per descriverti una porta impiegano tre e dico tre pagine, così che io nun je la posso fa’! (Leggi post subito sotto, ovvero qui) Mi informerò meglio in merito.
Tornando a noi, ho notato che tra i miei romanzi preferiti molti hanno carattere avventura (vedi quelli di Jacqueline Carey, una a caso…), credo che, a parte i gialli o i thriller, siano quelli che leggo più velocemente, con la differenza che i gialli spesso non mi danno delle emozioni e ancora più spesso hanno una scrittura fin troppo secca per i miei gusti.

Visto che sono in vena di ammissioni, io, CinicaDil, ho un debole per le avventure in cui vi è una storia d’amore, a patto che quest’ultima non sia troppo sdolcinata, insensata e patetica. Ovvio che parlo di tutti aspetti molto soggettivi. Insomma, devono essere quelle storie in cui i due morosi hanno carattere; in cui non ci sono solo loro, altrimenti mi annoio subito; in cui il sentimento deve crescere nel corso della narrazione, che non vuol dire necessariamente che lei gliela debba dare nell’ultimo capitolo, ma che, anche se gliela dà nel primo, poi la relazione si evolva in qualche modo; i personaggi e i protagonisti devono avere un certo spessore, uscire dalle pagine -cosa vera per tutti i bei romanzi.


Ultimo dei Mohicani

(Guarda caso la prima trilogia della Carey rientra anche in questa mia visione d’amore! Anche Il Cavaliere d’Inverno rientra abbastanza, ora che ci penso. Nei film potrei citare L'ultimo dei Mohicani, il mio preferito)

Vorrei sottolineare che una storia d’amore fine a se stessa mi provoca una certa allergia; non so bene per quale motivo. In realtà, credo, è la stessa allergia che mi fa prudere la pelle quando sento amiche o amici che mi parlano delle loro nuove storie d’amore: lui/lei è così carino/a, ed è così romantico/a perché ha fatto questo, questo, quest’altro e ha detto che... Boh, mi viene l’orticaria! Io, CinicaDil…
Sarà che oggi penso che l’unica cosa davvero romantica sia sopportarsi a vicenda, nonostante tutto, il rispetto, la fiducia, la serietà, le coccole e la durata nel tempo di tutto questo. Non so, i miei nonni li trovo romantici, ecco :D Per caso sto andando fuori tema? Sì, Dil, decisamente.

Ehm, ohm, coff, coff…

Dicevo dei romanzi d’avventura che sono il mio genere preferito e che non è facile trovarne perché non sono mai classificati come tali nelle librerie; i romanzi d’amore poi… ne hai quanti ne vuoi, ma la maggior parte di questi mi fa accapponare la pelle. Va bene un giusto mix tra avventura e amore, per questo ho ridefinito il mio genere Adventure Romance, Ad.Romance, ah ah, mi do all’etichettatura oggi.

Sì, ok, ho detto una stronzata; posso anche andare a dormire, vero?


Dil, è pieno giorno...


venerdì 20 maggio 2011

Le descrizioni nei libri

Vorrei affrontare due post inerenti i romanzi, in particolare uno sul genere avventura e uno sulle descrizioni. Inizierò da quest’ultimo, perché metterli insieme mi sembra fare un’accozzaglia di cose.

Vi piacciono i libri con TANTE descrizioni? Mi riferisco a luoghi, edifici, vestiti e così via.


A me piacciono le descrizioni, ma solo se hanno lunghezze umane e se sono utili ai fini della trama, e non intendo la trama in generale, anche in quel singolo momento va bene: deve essere qualcosa che viene descritto in quanto spiega, non so, lo stupore del protagonista, o un’emozione contrastante, o anche in linea, ma deve rientrare nelle logiche del protagonista o della trama e non essere buttata là tanto per; esempio:



[Protagonista che si trova lontano da casa in una situazione non proprio ottimale, magari bloccato da qualcuno che lo tiene prigioniero] La porta dava sul fronte occidentale, il sole tiepido del tramonto ne faceva brillare gli intagli dorati: petali di fiori e foglie, che catturavano e rifrangevano i raggi ramati in mille arcobaleni, si arrampicavano sugli alti battenti in mogano scuro, scintillando; spalancai la bocca, e rimasi senza fiato. [L’esempio è inventato da me or ora, abbiatene pietà…]



In pratica esprimo la bellezza di un posto o di qualcosa, in un momento tragico -perché il protagonista è un prigioniero- c’è un’opposizione; oppure serve al protagonista per capire che il suo aguzzino è anche un tipo raffinato: cosa cambierà? Il protagonista capirà che l’aguzzino è anche intelligente? Che ha buon gusto, ma è uno stronzo? Che è un po’ kitsch, tutto fumo e niente arrosto? E così via.

Di sapere come sono tutte le porte, i muri, le finestre, i cancelli e i peli dei tappeti, a meno che non servano in seguito a scappare o altro, non me ne importa un fico secco; da pseduo-scrittrice mi annoierei anche a scriverlo!

La mancanza totale di descrizione di luoghi o cose immerge i protagonisti nel nulla, ma quando sono troppe mi viene il latte alle ginocchia, e a volte mi dà l'impressione che l'autore si stia sforzando solo per far vedere quanto sia bravo...

Non metto in dubbio che sia un gusto, quindi ad altri possono anche piacere; a me, però, piacciono se delineano una situazione, un personaggio, un’emozione. Voi che ne pensate?

mercoledì 4 maggio 2011

Pensieri e... NTparole

Noto che tra i 'Post più letti' su questo blog c'è una new entry: le recensioni di Graceling e Fire. Non avrei mai pensato che si googlasse così spesso su questi due libri!

Anyway. Nell'ultimo periodo sono un po' più impicciata, sebbene non ci sia stata nessuna vera svolta nella mia noiosissima vita. Anzi, direi che sono parecchio giù di corda, per svariati motivi che come al solito vi evito.


Sto riprendendo le fila di Black Light e sto 'macerando' NT2.

Del primo NT nessuna nuova, neppure mezza risposta dalle case editrici. Sorvolo? Sorvolo...

Qualche post fa scrivevo (qui) che il secondo non mi soddisfa come il primo, credo di aver capito il motivo: per quanto conclusivo, il secondo, che tratta temi molto forti che in un certo senso ho conosciuto per "vie traverse", è appunto relegato a tematiche che non mi sono vicinissime. NT1, nel suo complesso, affronta temi molto più vicini a me, alla mia vita a ciò che ho vissuto (no, non sono stata rapita), riporto e descrivo molto spesso luoghi che ho visto con i miei occhi (nel romanzo sono inventati, ma si rifanno ad esperienze vere).

In NT2 affronto tematiche che, anche se per me molto importanti per diversi motivi a seconda dell'argomento, non ho mai vissuto. Alcune sono denuncie altre sono desideri, di fatto niente per cui abbia un'esperienza diretta. In termini di lavoro, in parte di trama, di personaggi e conclusioni, preferisco sicuramente il seguito, ma in termini di cuore sono legata al primo e si sa che il cuore vince su tutto :D no? No.... ok, non lo dico più.

martedì 5 aprile 2011

Eccomi qui

Tigre Bianca White Tiger Ogni tanto rispuntano, e quindi eccomi qui! No, non sono la tigre qui a fianco, sia chiaro, è solo che ho finito di scrivere il seguito di NT: sono contenta, ma non sono soddisfatta, o meglio non mi sento soddisfatta come per il primo, che rimane il mio preferito, nonostante la conclusione ci sia solo con questo, e non la trovo cosa buona e giusta. Uffa.

Per il resto, ho avuto un'illuminazione su Thari e Ryker, che non so quando pubblicherò perché sto facendo un lavoretto per una mia amica blogger, perché ho iniziato un altro romanzo (che non è il seguito di NT2, che tra l'altro devo correggere, tagliare, limare, ecc, ecc.) e sto leggendo molto, oltre a varie visite mediche (che, invero, continuo a rimandare), operai, raffreddori, mal di gola e febbre...



Ecco, rapida e indolore.




mercoledì 23 marzo 2011

La partenza – Principesse di Atlantide

Questo è il titolo del racconto (lo trovate qui) che ho inviato per l'iniziativa Autori per il Giappone, di cui vi ho parlato nel post precedente. Con ogni probabilità sarà parte di un capitolo che sto pensando di pubblicare online, ancora non ne sono sicura, spero vi piaccia; passate parole, ma mi raccomando oltre a leggere e commentare, per favore, donate a Save the Children.


lunedì 21 marzo 2011

Autori per il Giappone

Aggiorno per informarvi su questa bella iniziativa "Autori per il Giappone", che trovate qui. Copio dal sito:


Leggete le storie che troverete qui a fianco. E in cambio inviate quel che potete a Save The Children, cliccando sul banner in alto. Un euro, dieci, mille. Quello che volete e potete. Una storia in cambio di un dono: anche un centesimo può fare la differenza. Sempre.



Ci sono sia racconti che immagini e potete inviarne anche voi a questo indirizzo info@autoriperilgiappone.eu



venerdì 18 marzo 2011

Pazienza...

Poco fa mi ha scritto una delle case editrici (una grande) a cui avevo inviato il mio manoscritto dicendomi che non erano interessati. Non mi aspettavo una risposta, quindi sono stata contenta, tra l’altro non mi hanno scritto fa schifo, è scritto con i piedi, o altro, dicono solo che non rientra nelle loro collane (spero non rispondano a tutti così :p).


Me lo aspettavo, pazienza…

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