giovedì 6 dicembre 2012
Ri-ristampo?
INDECISIONE: RISTAMPO??
Ho già ristampato NT1, si tratterebbe di NT2 e a breve di nuovo NT1.
venerdì 16 novembre 2012
EVVIVA, ALMENO LO HANNO LETTO!
Ed esulti.
lunedì 1 ottobre 2012
Un Flash Mob per Nuova Terra
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ALL'ARREMBAGGIO!!! |
venerdì 3 agosto 2012
I SEGRETI dell'editoria
martedì 20 marzo 2012
Per scrivere una recensione di un libro di narrativa che non sia solo un commento
martedì 14 febbraio 2012
Le ultime
martedì 17 gennaio 2012
Dubbi, perplessità, capelli già strappati. IoMiStresso :D
lunedì 9 gennaio 2012
Dubbi, perplessità, strappo di capelli. L'editoria mi stressa
ps. ma 'sto bianco da dove spunta? Porcaccia!!
martedì 25 ottobre 2011
Il dottor Cadevegna di Calvino
martedì 11 ottobre 2011
Piccole soddisfazioni
martedì 20 settembre 2011
Tiriamo un po' di somme

Lo ammetto, anche se me la cavavo, la matematica non è mai stata di mio gradimento, quindi niente numeri, solo un paio di bizzarre conclusioni a cui sono arrivata. Cercherò di essere veloce perché appena sono libera dalle fauci della casa, dovrei andare alla posta.
Come scritto nei precedenti post, negli ultimi tempi ho contattato alcune agenzie letterarie, e buona parte di queste mi ha risposto. Alcune facevano pagare la rappresentanza subito, tra l'altro con cifre astronomiche; le ho scartate e non considero il loro giudizio, che per molti versi mi sembra il giudizio delle case editrici a pagamento, con la differenza che dicono che la scrittura è da cambiare (perché devi pagare - con il sangue- l'editing).
Il giudizio in generale delle altre agenzie -non farò i loro nomi- mi è parso un po' confuso o comunque io non ho capito del tutto il loro rifiuto. Nello specifico: il romanzo ha diversi spunti interessanti; la trama ha un buon intreccio; la protagonista ha un carattere interessante, in crescita e coerente; la scrittura è molto buona (due agenzie mi hanno scritto che ho un bellissimo modo di scrivere, il che mi ha fatta gongolare per un po'... eh, eeehm... ooocchei!), priva di errori significativi, a tratti evocativa, pittorica, che scorre bene, anche se da rivedere nei refusi e in alcuni passaggi che possono risultare pesanti per il lettore; buona la gestione di personaggi ed eventi in un lungo arco temporale; "la trama in sé dimostra una capacità di inventiva non comune, visto che sei riuscita a costruire un vero e proprio mondo, con una struttura sociale, politica e antropologica ben studiata e ben delineata." (questo tra virgolette, l'ho copia-incollato, spero che il suo autore non me ne voglia); spunti originali; potenzialmente commerciabile. MAaaa, non li convince.
Per motivi esclusivamente soggettivi. Una delle agenzie mi ha solo detto che non li convinceva, senza spiegazioni; un'altra che non riusciva a visualizzare i luoghi (che in parte si scontra con quello detto da altri), e una che c'erano troppi dettagli che potevano risultare fastidiosi. Due agenzie non erano convinte della narrazione in prima persona.
Alcune di queste mail, non tutte, le ho rigirate a mie amiche che hanno letto il testo: so che non possono essere del tutto oggettive, ma hanno avuto la mia stessa sensazione.
Queste risposte sono arrivate da agenzie letterarie grosse; delle piccole, escluse quelle sopracitate, solo una è interessata, quindi inizierò il lavoro con lei, perché anche se piccolina mi sembra un'agenzia seria, senza prezzi esorbitanti e molto chiara nel suo lavoro.
In realtà, persone che lavorano all'interno del mondo editoriale mi hanno detto che le grandi agenzie non si occupano di esordienti, e in effetti un paio (mi sembra) non mi ha neppure risposto. Però altre mi hanno risposto, e hanno anche perso tempo a leggere il mio romanzo, quindi, se non fossero state interessate a un'esordiente, non mi avrebbero neppure letta, giusto?
Insomma, il mio libro è, ohibò, quasi anche "fico", però, mah, chissà, c'è "qualcosa" di non meglio definito che non convince. Tirando le somme, il mondo dell'editoria continua a rimanere un mistero, per me.
mercoledì 7 settembre 2011
E anche agosto lo abbiamo superato
...Puff!
Io son sempre qua, non è cambiato un emerito tubo in questa vitaccia. Sono assai demoralizzata su ogni piano esistenziale, non riesco più nemmeno a scrivere, il che è tutto dire.
In compenso dovrei avere il primo feedback da un'agenzia letteraria venerdì; essendo il mio primo feedback serio, da una persona che non mi conosce, potete immaginare come sto (sì, io quella Dil che non è maaai ansiosa!).
Poi mi sono venuti molti dubbi del tipo: cosa risponde un'agenzia? Che commenti ti dà? E come te li dà? Ti rivoluziona mezzo libro? Ti propone di rivoluzionarlo? Ti dice che il racconto fa schifo, ma se ne cambi i tre quarti si potrebbe fare?
Se sarò ancora viva, vi farò sapere.
lunedì 8 agosto 2011
Ma quali novità?
Beh, ecco, è quasi metà agosto, questa è una novità... mica è da tutti!
Eeehm... Me ne vado qualche giorno in montagna sull'Appennino, con mami e papi (...), visto che mi sono giocata la vacanza in Scozia per pochissimi giorni. E poi qualche giorno col boy in Toscana, giusto per dire che sono partita.
Ma bando alle ciance e ciancio alle bande, alcune agenzie letterarie mi hanno risposto dicendomi che avrebbero letto e valutato il mio dattiloscritto; l'ho inviato ad un'altra casa editrice e portato a mano a una c.e. qui a Roma. Certo, mi sveglio sempre ad agosto...
Una delle agenzie mi ha chiesto un bel po' di soldi per l'editing (considerando la mole del testo), ma mi ha chiesto soldi anche per rappresentarlo e tremila altre cose, sicché, tolto il fatto che non ho tutti quei soldi, mi sono rifiutata per principio. Forse ho sbagliato, ma non me la sono sentita.
Va bene, la questione dell'editing è discutibile (in teoria l'editing si paga, in pratica le case editrici NON a pagamento non lo fanno pagare, fa parte del loro lavoro; e le agenzie?), però nel mio caso mi sarebbe costato più di mille euro, quindi non ho avuto dubbi.
A settembre porterò a mano un altro manoscritto.
Ad oggi posso dire di averlo inviato a quattordici case editrici (in un anno). Due di queste non leggono manoscritti, una mi ha risposto che non rientrava nelle loro collane. Quelle a cui l'ho mandato in autunno (due) non mi hanno risposto. Le altre, forse, ho ancora qualche possibilità...
Mah?!
mercoledì 13 luglio 2011
Literary Agency' Time

Ad ogni modo nello stesso tempo mi è stata consigliata un'agenzia letteraria: ho scritto, hanno letto due capitoli -già solo due- e mi hanno risposto che non li convinceva del tutto. A parte il rimanerci male, una risposta così secca da un'agenzia letteraria che dovrebbe fare l'interesse dell'esordiente mi ha un po' spiazzata.
Anyway, dopo un momento no, ho deciso di contattare altre agenzie. Vi farò sapere.
Sì, lo so che non frega un fico secco a nessuno! ...come siete fiscali!
venerdì 18 marzo 2011
Pazienza...
Poco fa mi ha scritto una delle case editrici (una grande) a cui avevo inviato il mio manoscritto dicendomi che non erano interessati. Non mi aspettavo una risposta, quindi sono stata contenta, tra l’altro non mi hanno scritto fa schifo, è scritto con i piedi, o altro, dicono solo che non rientra nelle loro collane (spero non rispondano a tutti così :p).
Me lo aspettavo, pazienza…
sabato 29 gennaio 2011
Buoni propositi per un autore esordiente

martedì 19 ottobre 2010
Punti. Virgole, e punti e virgole;
Mon Dieu, il raffreddore mi ostruisce i pensieri, mi annebbia il cervello, mi manda in panne i due neuroni affaticati. E il freddo, ah beh, il freddo lasciamo perdere. Lavoro e non capisco un tubo, leggo e non capisco un tubo, sì, insomma capisco meno del solito. No, però questo lo voglio dire: leggevo un capitolo -giuro uno solo- di NT e ho notato una caterva di virgole senza senso. La mia faccia è stata più o meno questa O_o
No, dico, Dil, ma cosa avevi in testa?
Virgole.
Sì, ovviamente. Ma virgole senza nessuna idea di pausa, neppure nell’anticamera del cervello, ma perché? E poi quando l’hai riletto non hai visto che non servivano a nulla? E quei becalini dei tuoi amici non hanno visto 20 virgole tra 10 parole? Ah, santa Cecropia, nemmeno degli occhi degli amici ti puoi fidare. Che tempi duri.
Ma poi non volevo parlare di virgole: volevo parlare di punti e virgole. No, non sto scherzando. No, giuro, smettetela di ridere! Oh, uffa.
Il mio è un discorso serio: ho notato che gli scrittori non usano il punto e virgola. A dirla tutta avevo già fatto caso a questo fatto perché, quando leggi, metti le pause e noti che, forse, una pausa in un modo o in un altro la metteresti, ma lo avevo fatto in maniera inconscia; poi Lenore lesse N.T. e mi disse qualcosa tipo «usi anche il punto e virgola, non lo usa mai nessuno», ed è vero, ohibaboi, non lo usa praticamente nessuno. Ogni tanto qualcuno usa i due punti ed è già cosa rara, ma il punto e virgola, poverino, è stato dimenticato, lasciato da solo nell’oblio della lingua italiana (ma non solo, direi).
Sarà che per me, sfruttatrice di punteggiature a oltranza, il punto e virgola è fondamentale: quando il punto è troppo e la virgola è poco, il punto e virgola è una mano santa. Di certo ogni autore inserisce le pause che ha nella propria testa, una scelta stilistica soggettiva, ma non usare mai o quasi mai il punto e virgola in un intero romanzo, mi sa più di errore che di “pausa personale”.
Punto e virgola, questo sconosciuto, direi. Perché non lo si usa? La lingua cambia... forse perché a volte non la conosciamo bene.
Ho dato un’occhiata a qualche libro (molto velocemente, quindi alcuni potrebbero essermi sfuggiti, ma il fatto che non siano frequenti mi basta): il premio Strega Paolo Giordano, "La solitudine dei numeri primi", non usa il punto e virgola; Stephanie Meyer non lo usa; in quel poco che ho letto di Umberto Eco (quindi forse non fa testo) lo scrittore non lo usa; Manfredi e Hosseini non lo usano (ma non ho riletto ogni singola pagina).
Ci sono altri autori italiani che non lo usano mai o molto, molto raramente. Non li riporto.
E se sei un autore italiano che invece lo usa, non te la prendere, forse non ho letto il tuo libro (o non potevo o non mi andava di controllare :D).
martedì 12 ottobre 2010
Problemi di lunghezza.
Infatti, sembra proprio che in questo Paese, dove, rispetto ad altri, si leggono libri a caratteri poco meno che cubitali, la lunghezza di un romanzo sia un problema. Soprattutto per gli esordienti.
Un libro lungo costa di più. Se costa di più, molti non saranno invitati a comprarlo.
Il risultato spesso non è cambiare carattere, né tanto meno abbassare i prezzi, è dividere l’intero romanzo. Come nel caso della prima trilogia di Licia Troisi (nato come volume unico) o come nel caso della seconda trilogia della Carey* per la quale
È vero anche, però, che un libro lungo che verrebbe mettiamo 20 euro, diviso in due non viene certo 10 euro, e dunque per il lettore che si appassiona alla saga è quanto meno una presa in giro. “
Altra cosa che proprio non mi quadra: perché i libri, anche pubblicati dalla stessa casa editrice con lo stesso formato e le stesse pagine, a volte non hanno lo stesso spessore? È un modo per spillare soldi facendo vedere il mattone in questione? Una delle case editrici che preferisco,
Ora, a me i libri lunghi piacciono, se il contenuto li vale ovviamente, ma a quanto pare più un romanzo è lungo più dà problemi.
Direte voi, ma che te frega? Mi frega perché il mio romanzo -di un’esordiente, ovvero di una sconosciuta per cui pochi sono disposti a spendere- con una formattazione simile ai testi sopracitati verrebbe lungo più di 700 pagine, se ho fatto i calcoli giusti, 734 - e se li ho sbagliati cmq non sarebbero meno di 600. E questo è un problema. Un bel problema.
Poi dicono che la lunghezza non conta.
Mah.
* ho imparato a pronunciarlo in maniera corretta ieri e mi sento una cretina, perché se avessi riflettuto sulla pronuncia avrei saputo arrivarci benissimo da sola. Non ci azzecca un tubo, ma la cosa mi ha scioccata!
mercoledì 29 settembre 2010
Piccoli errori e piccole decisioni
In questi ultimi dieci giorni sono stata occupata con beghe familiari, dentistiche e oculistiche che mi hanno stressato più del dovuto, mettendomi più ansia per i miei doveri e togliendo più tempo ai miei piaceri: tradotto, un periodaccio. E temo proprio che non sia finito, ohibò.
La scorsa settimana, una scrittrice che conosco (e lavora in una piccola, nuova, casa editrice romana) mi ha chiesto di inviare due capitoli significativi del mio manoscritto - oltre a sinossi e dati personali. Ho avuto un attimo di puro panico: e ora quali mando? I pochissimi lettori del mio romanzo non hanno saputo consigliarmi. Il fatto è che di punti salienti ce ne sono diversi, lo stesso vale per i personaggi e per le situazioni, e scremare solo su due capitoli mi appariva riduttivo per rappresentare l’intero contenuto. Ci sono parti a cui sono più affezionata, tuttavia non sono comprensibili se lette a sé, senza arrivare a quella determinata situazione/emozione attraverso tappe precise (per esempio, il rapporto sentimentale tra i due protagonisti, dopo un attimo di pura passione, segue un percorso complesso, fatto di incertezze dei due e di ostacoli imposti dall’esterno -più o meno come avviene nella realtà- ma se non si leggono prima questi, non si possono comprendere i meccanismi che li portano a fare alcune scelte. O meglio... si comprendono, non ci vuole chissà quale laurea, ma non si leggerebbero, a mio avviso, nell’ottica giusta). Alla fine mi son decisa, ho fatto leggere le due parti a SilSaraSan, che non ha letto l’intero manoscritto, e mi ha dato la sua benedizione.
Nel fare questa semplice operazione, ho notato una serie di errori che ancora una volta mi hanno impanicata: ripetizioni di termini, virgole di troppo, un punto mancante alla fine di una frase e un indicativo al posto di un congiuntivo. ARGH! Risultato: sto ricorreggendo il tutto per l’ennesima volta.
In verità, era parecchio (il mio parecchio) che non lo rileggevo, e ora noto di più la punteggiatura, non proprio esatta in ogni punto, o la ripetizione di alcuni termini a due pagine di distanza (per esempio la parola “azzurro” nella descrizione di un luogo e la parola “scintillò” in un combattimento). Per quanto legatissima alla storia e ai suoi protagonisti, già adesso sono in grado di notare di più alcune pecche, come se fossi più esterna. Certo non si può notare tutto, poi si sa, molti errori neppure saltano agli occhi perché il cervello si dice da solo cosa ci sia scritto, prima ancora di averlo letto. Il mio in particolare è anche soggetto a pigrizia da bradipo fumato.
Me ne farò una ragione; prima o poi.

martedì 21 settembre 2010
N.T. il romanzo
Mi sono resa conto che non ho mai parlato di N.T. - il manoscritto inviato, per il quale attendo una risposta.
Non posso dire molto, immagino, ma riporto quanto possibile. La storia si svolge nel futuro e si basa sull'idea che nel 2012 sia successa davvero qualche catastrofe, la quale ha portato a cambiamenti climatici e della crosta terrestre. Inoltre, a causa di alcuni mutamenti genetici, la razza Umana si trova a vivere con Umani per metà Tigri Bianche e Umani per metà Lupi (questi ultimi due in lotta tra loro). La protagonista è l'incrocio delle tre Razze e la storia (dopo una brevissima parte sull'infanzia) inizia quando viene rapita da un gruppo di Tigri, senza però saperne il motivo. Si troverà così sballottata tra zone calde e fredde del pianeta, in situazioni e ambienti molto diversi tra loro e conoscerà molte persone, usi e lingue.
Questo racconto è prima di tutto un'avventura, ma, come ho scritto in altre parti, sono molto forti la componente amorosa e quella della guerra. Ugualmente importanti sono il tema dell'amicizia e del valore della famiglia (di sangue e non). Il tema fantastico è una cornice.
Ho impiegato due mesi e mezzo per scriverlo, per un totale di circa 194 mila parole (1.140mila caratteri inclusi gli spazi). In Times New Roman 11, con 39 righe a pagina, sono circa 600 pagine.
Vi posto un video in merito, le immagini sono per lo più prese dal web, e -proprio per questo motivo- non tutti i personaggi corrispondono alla perfezione a come li ho descritti nel libro (per esempio J.L.D. quello con i capelli lunghissimi verso la fine, in realtà è biondo slavato, anche se non potevo non metterlo perché, colore a parte, è uno dei più azzeccati) poi ammetto che, essendo alcuni attori/modelli famosi, mi fa un po' strano :p
Lei è S.T.L.
Lui è A.D.A.
Sarebbe bello se le case editrici ti dicessero che lo stanno almeno leggendo (o anche se lo hanno cestinano, ma almeno lo sai!). E invece no, non lo sai! Con tanto di pernacchia...