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giovedì 6 dicembre 2012

Ri-ristampo?

Venduti ufficialmente 206 libri, in giro per il mondo 228 copie (tra NT1&2).

INDECISIONE: RISTAMPO??

Ho già ristampato NT1, si tratterebbe di NT2 e a breve di nuovo NT1.



venerdì 16 novembre 2012

EVVIVA, ALMENO LO HANNO LETTO!


Non è bellissimo?
Insomma, stai lì a scrivere e soprattutto a correggere, a lambiccarti, a chiederti quale sia il modo migliore per dire una cosa, controlli gli errori, togli qualcosa, dici qualcosa di te; ma preferiscono avere una tua foto? Sì, no, non lo so, vediamo chi è il destinatario, così lo so... Ma tale appunto cosa dirà di me? E questo particolare come verrà letto? E la conclusione? Ah, la conclusione. Dilemma! Insomma, stai lì a intripparti le idee a più non posso, perché vuoi un lavoro o pubblicare un libro...
Vuoi un LAVORO o PUBBLICARE.
E poi esulti e baci terra e gridi ai quattro venti: EVVIVA, LO HANNO LETTO!
Hai studiato, hai lavorato, hai fatto qualsiasi cosa per imparare, per metterla nel curriculum e hai letto mille volte il tuo scritto per far sì che filasse, che fosse credibile. Hai sperato. Hai fatto tutto questo. 
  Ed esulti.
Non importa se la risposta è negativa. Non importa se ti hanno appena spezzato le gambe. Non importa se vanno avanti altri che valgono come o meno di te. Hanno letto il tuo cv o il tuo libro. Esulti SOLO per questo.
Perché alla fine questo è grasso che cola...


Quando siamo caduti così in basso?


lunedì 1 ottobre 2012

Un Flash Mob per Nuova Terra


O quasi!
È un'iniziativa dei miei pochi ma fantastici fan che consiste nel mandare mail tutti insieme nello stesso momento alle case editrici con la richiesta di far pubblicare Nuova Terra (i dettagli qui https://www.facebook.com/events/153367514804210/) e l'intenzione, quindi, è quella di riempire la posta delle CE sperando che la leggano e si incuriosiscano.
Indipendentemente dai risultati di tutto questo, che prendo con le pinze, in buona parte perché sono disillusa in merito alle CE, trovo che l'idea sia proprio carina! Non so se ve ne siano state di simili, ma mi sembra anche originale: la richiesta dei lettori di pubblicare un libro stampato solo in tipografia con un'invasione, o quasi, di mail lo stesso giorno alla stessa ora.
Più che un Flash Mob, forse uno Smart Mob, o qualcosa a metà. Non so se possa funzionare per NT, ma potrebbe essere un modo interessante, in futuro, per fare richieste di tipo letterario. Insomma, da lettrice mi sembra una proposta interessante: in un mondo editoriale in cui non è vero che basta scrivere bene, togliere più refusi possibile, creare trama e personaggi coerenti e ben caratterizzati nonché qualcosa di originale, perché l'unica vera cosa che conta è vendere (se hai un libro più che vendibile, non importa se manca tutto il resto! E basta guardare le ultime classifiche per confermarlo), un insieme di lettori che richiede la pubblicazione di un libro potrebbe essere "sintomo" di "vendibilità".
Certo, per questa occasione sono solo poco più di un centinaio di lettori/fan, più che un sintomo, sarà un piccolo prurito, che potrebbe come non potrebbe suscitare l'interesse di qualche casa editrice. Ma in futuro, chissà… 

ALL'ARREMBAGGIO!!! 

GRAZIE, RAGAZZI, COMUNQUE VADA! 

venerdì 3 agosto 2012

I SEGRETI dell'editoria


Ho chiesto a una ragazza -che, tra l'altro, da quel poco che conosco mi è sempre sembrata molto carina, quindi nulla da ridire- come avesse fatto a farsi leggere da una medio-grande casa editrice italiana -non scrivo mai i loro nomi-, casa editrice che sul proprio sito scrive "Manoscritti: al momento non prendiamo in esame manoscritti né via e-mail, né per posta ordinaria." L'ho chiesto, come faccio sempre, perché mi interessa davvero, magari un concorso, un'agenzia che non conosco, un meccanismo nuovo…
 La risposta è stata: "mi devo attenere al segreto... come fan tutti".

Santa cecropia, perché rimango di merda quando mi danno queste risposte? Sono cose che già so, risposte che mi hanno già dato.
Eppure ci rimango sempre uno schifo.




martedì 20 marzo 2012

Per scrivere una recensione di un libro di narrativa che non sia solo un commento

Riportare la trama -evidenziando che si tratta della trama- all'inizio; EVITARE assolutamente gli spoiler. In caso, aggiungere anche i dati generici (casa editrice, numero pagine, prezzo)

Analisi della trama: se è credibile, coerente, scorrevole, originale; possibilmente spiegarne il motivo. Se vi sono cliché o buchi, oppure no. Se vi sono deus ex machina o i "perché lo dice l'autore" e se sono importanti o meno.

Dopo una breve descrizione, analisi dei protagonisti: credibili, tridimensionali, interessanti, se sono Mary Sue/Gary Stue; possibilmente spiegarne il motivo. Se presentano cliché oppure no. Se sono personaggi in crescita (se non lo sono, precisare se ce ne era bisogno o meno).
Operazione simile per gli altri personaggi. Se sono ben delineati e hanno spessore o se rimangono solo ombre rispetto ai protagonisti.

Analisi della scrittura e lo stile: se scorre ed è godibile nell'insieme. La lunghezza delle frasi, se troppo lunghe o troppo brevi, se troppo complesse o troppo elementari. La punteggiatura: se è sensata, adatta al testo, variegata (virgole, punti, punti e virgola, due punti); nel caso di libri stranieri, è compito del traduttore/editor renderlo al meglio. Specificare se lo stile è pulito, netto, poetico, evocativo, freddo e se nei diversi casi si adatta alla storia che racconta (se in prima persona, si può specificare se si adatta anche al personaggio).
Riportare se c'è un buon uso dello show/don't tell, del pov, degli avverbi e gli aggettivi; di una buona variazione di termini, se ci sono ripetizioni (a meno che non siano volute dall'autore). Se vi sono infodump.
Si dà per scontato che grammatica e sintassi siano perfette, qualora non lo fossero, riportarlo.
Un accenno all'editing non guasta.

Ambientazione, temi e luoghi: soprattutto nel caso di romanzi in altri luoghi/tempi o in mondi fantastici, accennare ai luoghi, a come sono resi, se sono "visibili", interessanti; se la descrizione si presenta eccessiva rispetto alla trama o nulla. Se è credibile e coerente al luogo descritto (se si hanno conoscenze proprie, farlo presente: se si parla di un romanzo storico o di un laboratorio e si ha qualche dato personale per capire se possono essere luoghi reali).
Riportare se ci sono temi particolari che ricorrono e come sono gestiti.

Se serve, analizzare il genere e il target di riferimento.
Se si vuole, inserire qualche citazione.
Se utile, un parere sui dialoghi (credibili, coerenti, danno sul serio una voce ai parlanti o sono piatti e poco verosimili?).
Se possibile, mettere in grassetto i punti importanti o i vari punti dell'analisi.

Presentare possibili chiavi interpretative dello scritto, mettendone in luce le peculiarità stilistiche, inquadrando in breve, quando possibile, la storia personale e la carriera dell'autore e contestualizzando il contenuto del testo all'interno di filoni più ampi.

Scrivere cosa ci e piaciuto e cosa no, a gusto personale. Conclusione.
-In generale, aggiungere ogni dettaglio che possa spiegare qualcosa di più, sia in senso negativo che positivo, che ci è piaciuto oppure no. Nella critica (soprattutto se negativa) di un testo, cercate di tenere sempre presente quanto il fatto criticato sia importante o meno nell'intero contesto: se ci sono pochi errori di punteggiatura, non togliamo5 punti all'intero romanzo; se alcune scene sono raccontate, cerchiamo di capire se mostrarle era utile e importante nell'insieme o meno; se "il perché lo dice l'autore" si riferisce a un dettaglio insignificante, possiamo riportarlo, ma non facciamone una tragedia.-

martedì 14 febbraio 2012

Le ultime

Sono viva.
Peccato, lo so.

Ho trovato un mezzo lavoro del cavolo, perché in realtà è a tempo pieno e mi pagano una miseria. Beh, questo passa il convento, ovviamente è precario, perché è più divertente (Monti docet).
Ho finito di correggere la versione cartacea di 'Nuova Terra', considerando che l'editing 'vero' non me lo posso fare da sola e che chi me lo ha fatto ha tolto soprattutto refusi, quello che ho corretto è la punteggiatura, soprattutto le virgole (e, per queste, soprattutto quelle messe prima della 'e', quelle che mancano o all'inizio o alla fine di un'incidentale e qualcuna qua e là di troppo o di meno), per il resto qualche a capo e verbo.
Appena troverò tempo, riporterò sul file word.

Cosa penso?
In meno di venti giorni ho venduto 40 copie, niente per un libro in libreria, abbastanza per uno venduto online. Per me? Cerco sempre la casa editrice seria ^^

Grazie comunque a tutti coloro che lo stanno leggendo e mi hanno scritto tanti complimenti!


martedì 17 gennaio 2012

Dubbi, perplessità, capelli già strappati. IoMiStresso :D

Da sola.
Sono bravissima.
Ma lo sapete già, non è vero?
È vero…
E allora che volete?
Ah, volete sapere per quale cribbio di motivo mi stresso questa volta. Beh, perché ormai ci sono quasi.
Il 21, sabato, chiunque vorrà (ma chi?) potrà leggere Nuova Terra. E potranno criticarlo. So che lo faranno: i lettori sono bastardi! A ragione, per lo più.
Mi stanno venendo duemila dubbi:

- la storia non sarà troppo noiosa?
- È così lunga! Non si stancheranno a metà?
- La storia d'amore è troppo sdolcinata?
- La guerra è troppo superficiale?
- E se Shay è insopportabile? (ehm, ok, volevo che un po' lo fosse)
- E se Dahal non è credibile?
- E se la fine non piace? So che potrebbe non piacere. E poi magari è troppo veloce? Troppo vaga? Troppo… troppo?
- E se è scritto male?
- Troppi punti, troppe virgole, troppi punti e virgola, troppi periodi lunghi?
- Se ho sbagliato i congiuntivi?
- E lo Show/don't tell?
- ...i refusi?

Santa cecropia, possono distruggermelo in pochissime parole O_O
E so che, se vorranno, lo faranno senza molti problemi.
Come so che potrà non piacere a tutti, è normale, però… però, panico!!

Ecco.


lunedì 9 gennaio 2012

Dubbi, perplessità, strappo di capelli. L'editoria mi stressa

Sì, niente di nuovo, direte voi! Sì, lo so, lo so, ma comprendetemi, su… mi comprendete?
No…
Come sapete ho deciso il grande (?) passo: il print on demand, l'auto pubblicazione, per intenderci, del mio romanzo "Nuova terra" (sì, quello che qui chiamavo NT).
Ho deciso.
Sì, ma non è un "ho deciso" forzuto, è più un "uhm, ahm, bah, ok, sì, ohm…"
Perché? Sono certa che per chi bazzica il mondo dell'editoria il motivo sia chiaro: il print on demand non è pubblicazione, è una porta chiusa da alcune CE che pubblicano solo inediti, la chiusura da parte di chi potrebbe farti pubblicità. Soprattutto in Italia. Insomma, il caso della Hocking mi pare poco ripetibile nel nostro Paese.
Perché allora autopubblicarsi? Perché il mercato non va… perché quello che va, solo un poco, è quello straniero; perché chi sento, sento mi dice che è un momento difficile. Non ne vedo l'orizzonte.
Le grandi CE o non sono interessate o non vedono NT in una loro collana; le agenzie letterarie, anche se piene di complimenti sensati, non sono convinte; le medie CE mi rifiutano senza un perché, forse meglio: troppi scrittori che non sono stati neppure pagati, ultimamente; le piccole CE, beh, le piccole mi pubblicherebbero nel 2014, pagherebbero nel 2015, farebbero costare il mio libro una marea di soldi e avrebbero una distribuzione regionale/online.
Sono un'esordiente, desidero che il mio libro costi meno di 20 euro (fosse per me lo venderei a 10 euro e basta…). Gli unici soldi che vorrei rifarmi sono quelli dell'editing, perché sono tristemente disoccupata! Il resto non importa.
Desidero sapere cosa ne pensano gli altri, voglio essere letta… ora, non postuma!
Però è inevitabile, alla fine te lo chiedi: sto facendo bene? Sto commettendo un grave errore? Meglio essere letti da pochi che per niente? Meglio sperare di essere letti da tanti in un futuro che non si vede? È nato prima l'uovo o la gallina? Già, perché la risposta è NON.LO.SO!
Ci sono autori che sono stati pubblicati dopo anni… sono pochi e non sono italiani.
Ci sono autori che hanno fatto successo con il pod… sono pochi e non sono italiani.
Tradotto, come la metti la metti è una fregatura.


Ho… uhm, ahm, bah, ok, sì, ohm… deciso perché sono stufa di aspettare, nonostante di media sia una persona paziente, esserlo senza conoscere la meta non fa per me. Probabilmente se avessi un lavoro a cui dedicarmi, una famiglia o chissà cosa, non avrei intrapreso questo viaggio, non ora, magari; ma così, mi sembra di impazzire!

Ovvio che il mio obbiettivo (il mio sogno?) rimane quello di essere pubblicata da una case editrice seria con una buona distribuzione.
Il sogno è ancora a metà.


ps. ma 'sto bianco da dove spunta? Porcaccia!!


martedì 25 ottobre 2011

Il dottor Cadevegna di Calvino

«Lei è venuto per il manoscritto? È in lettura, no, sbagliavo, è stato letto con  interesse, certo che mi ricordo!, notevole impasto linguistico, sofferta denuncia, non l'ha ricevuta la lettera?, ci dispiace pertanto doverle annunciare, nella lettera c'è spiegato tutto, è già un po' che l'abbiamo mandata, le poste tardano sempre, la riceverà senz'altro, i programmi editoriali troppo carichi, la congiuntura non favorevole, vede che l'ha ricevuta?, e cosa diceva più?, ringraziandola di avercelo fatto leggere sarà nostra premura restituirle, ah lei veniva per ritirare il manoscritto?, no, non l'abbiamo mica ritrovato, abbia pazienza ancora un po', salterà fuori, non abbia paura, qua non si perde mai niente, proprio adesso abbiamo ritrovato dei manoscritti che era da dieci anni che li cercavamo, oh, non tra dieci anni, il suo lo ritroveremo anche prima, almeno speriamo, ne abbiamo tanti di manoscritti, delle cataste così alte, se vuole e facciamo vedere, si capisce che lei vuole il suo, mica un altro, ci mancherebbe, volevo dire che teniamo lì tanti manoscritti che non ce ne importa niente, figuriamoci se buttiamo via il suo che ci teniamo tanto, no, non per pubblicarlo, ci teniamo per darglielo indietro.»
 […] hai sentito il dottor Cadevegna ricominciare più volte il discorso del manoscritto che non si trova, rivolgendosi ogni volta a persone diverse, te compreso.

Da Una notte d'inverno un viaggiatore, di Italo Calvino

(Per chi non avesse letto il libro: "te" si riferisce al protagonista, "Lettore", che va in casa editrice solo perché vuole il seguito di un romanzo.)

martedì 11 ottobre 2011

Piccole soddisfazioni

L'estate è finita, o forse no. Di certo è ottobre, l'11 ottobre. Diversi anni fa, oggi, passai una delle giornate più brutte o borderline della mia vita. Ma il passato è storia*.  Per quanto riguarda il futuro, è vago e incerto: ogni piccolo progetto di vita viene distrutto in continuazione. Ma il futuro è un mistero*.
Mi  appello al presente. Il presente è un dono*.
Ebbene il mio dono, ad oggi, è dato da pochissime persone, alcune delle quali hanno a che fare con questo blog, con il tema di questo blog: sono una ragazza che tenta di essere una scrittrice, un'autrice che tenta di farsi leggere. Non so a cosa porterà perché, ok, domani è un mistero, però al momento mi aggrappo ad ogni piccolo aspetto positivo che mi capita sotto mano: il dono del presente; e sapere che ci sono poche, pochissime, pochissimissime persone che hanno letto il mio romanzo e ne sono rimaste colpite, non può che essere positivo.
Si tratta di persone che non mi conoscono e non hanno nessun interesse a farmi dei complimenti, sono persone che leggono, alcune scrivono anche, persone che non chiedono soldi, ma che hanno dimostrato il loro reale interesse al mio romanzo cercando di aiutarmi.
Non rientrano nella schiera del "è fighissimo, ora pagami", né nella schiera del "è fighissimo, ma". No, sono persone che hanno perso tempo a leggerlo tutto (e non è poco, vista la lunghezza di NT), che hanno apprezzato sia lo stile che il contenuto e mi hanno spiegato il motivo.
Beh, non è tanto, perché la strada per la pubblicazione è lunga e piena di ostacoli che possono bloccarmi, ma è una piccola soddisfazione e so che chi scrive capirà, perché non importa se scrivi per gli altri o per te stesso, quando fai leggere il tuo racconto, la valutazione positiva degli altri fa sempre piacere. Inutile negarlo.
E un piccolo piacere, in un momento del kaiser, me lo potrò anche godere, no? Tanto sono pronta a tutto, ormai, quest'anno sta mettendo a dura prova il mio già scarso ottimismo. Non credo più in niente; ma non smetterò di farlo…



* maestro Oogway



martedì 20 settembre 2011

Tiriamo un po' di somme



Lo ammetto, anche se me la cavavo, la matematica non è mai stata di mio gradimento, quindi niente numeri, solo un paio di bizzarre conclusioni a cui sono arrivata. Cercherò di essere veloce perché appena sono libera dalle fauci della casa, dovrei andare alla posta.


Come scritto nei precedenti post, negli ultimi tempi ho contattato alcune agenzie letterarie, e buona parte di queste mi ha risposto. Alcune facevano pagare la rappresentanza subito, tra l'altro con cifre astronomiche; le ho scartate e non considero il loro giudizio, che per molti versi mi sembra il giudizio delle case editrici a pagamento, con la differenza che dicono che la scrittura è da cambiare (perché devi pagare - con il sangue- l'editing).

Il giudizio in generale delle altre agenzie -non farò i loro nomi- mi è parso un po' confuso o comunque io non ho capito del tutto il loro rifiuto. Nello specifico: il romanzo ha diversi spunti interessanti; la trama ha un buon intreccio; la protagonista ha un carattere interessante, in crescita e coerente; la scrittura è molto buona (due agenzie mi hanno scritto che ho un bellissimo modo di scrivere, il che mi ha fatta gongolare per un po'... eh, eeehm... ooocchei!), priva di errori significativi, a tratti evocativa, pittorica, che scorre bene, anche se da rivedere nei refusi e in alcuni passaggi che possono risultare pesanti per il lettore; buona la gestione di personaggi ed eventi in un lungo arco temporale; "la trama in sé dimostra una capacità di inventiva non comune, visto che sei riuscita a costruire un vero e proprio mondo, con una struttura sociale, politica e antropologica ben studiata e ben delineata." (questo tra virgolette, l'ho copia-incollato, spero che il suo autore non me ne voglia); spunti originali; potenzialmente commerciabile. MAaaa, non li convince.

Per motivi esclusivamente soggettivi. Una delle agenzie mi ha solo detto che non li convinceva, senza spiegazioni; un'altra che non riusciva a visualizzare i luoghi (che in parte si scontra con quello detto da altri), e una che c'erano troppi dettagli che potevano risultare fastidiosi. Due agenzie non erano convinte della narrazione in prima persona.


Alcune di queste mail, non tutte, le ho rigirate a mie amiche che hanno letto il testo: so che non possono essere del tutto oggettive, ma hanno avuto la mia stessa sensazione.


Queste risposte sono arrivate da agenzie letterarie grosse; delle piccole, escluse quelle sopracitate, solo una è interessata, quindi inizierò il lavoro con lei, perché anche se piccolina mi sembra un'agenzia seria, senza prezzi esorbitanti e molto chiara nel suo lavoro.

In realtà, persone che lavorano all'interno del mondo editoriale mi hanno detto che le grandi agenzie non si occupano di esordienti, e in effetti un paio (mi sembra) non mi ha neppure risposto. Però altre mi hanno risposto, e hanno anche perso tempo a leggere il mio romanzo, quindi, se non fossero state interessate a un'esordiente, non mi avrebbero neppure letta, giusto?


Insomma, il mio libro è, ohibò, quasi anche "fico", però, mah, chissà, c'è "qualcosa" di non meglio definito che non convince. Tirando le somme, il mondo dell'editoria continua a rimanere un mistero, per me.


mercoledì 7 settembre 2011

E anche agosto lo abbiamo superato

...Puff!


Io son sempre qua, non è cambiato un emerito tubo in questa vitaccia. Sono assai demoralizzata su ogni piano esistenziale, non riesco più nemmeno a scrivere, il che è tutto dire.


In compenso dovrei avere il primo feedback da un'agenzia letteraria venerdì; essendo il mio primo feedback serio, da una persona che non mi conosce, potete immaginare come sto (sì, io quella Dil che non è maaai ansiosa!).

Poi mi sono venuti molti dubbi del tipo: cosa risponde un'agenzia? Che commenti ti dà? E come te li dà? Ti rivoluziona mezzo libro? Ti propone di rivoluzionarlo? Ti dice che il racconto fa schifo, ma se ne cambi i tre quarti si potrebbe fare?


Se sarò ancora viva, vi farò sapere.


lunedì 8 agosto 2011

Ma quali novità?

Beh, ecco, è quasi metà agosto, questa è una novità... mica è da tutti!



Eeehm... Me ne vado qualche giorno in montagna sull'Appennino, con mami e papi (...), visto che mi sono giocata la vacanza in Scozia per pochissimi giorni. E poi qualche giorno col boy in Toscana, giusto per dire che sono partita.


Ma bando alle ciance e ciancio alle bande, alcune agenzie letterarie mi hanno risposto dicendomi che avrebbero letto e valutato il mio dattiloscritto; l'ho inviato ad un'altra casa editrice e portato a mano a una c.e. qui a Roma. Certo, mi sveglio sempre ad agosto...


Una delle agenzie mi ha chiesto un bel po' di soldi per l'editing (considerando la mole del testo), ma mi ha chiesto soldi anche per rappresentarlo e tremila altre cose, sicché, tolto il fatto che non ho tutti quei soldi, mi sono rifiutata per principio. Forse ho sbagliato, ma non me la sono sentita.


Va bene, la questione dell'editing è discutibile (in teoria l'editing si paga, in pratica le case editrici NON a pagamento non lo fanno pagare, fa parte del loro lavoro; e le agenzie?), però nel mio caso mi sarebbe costato più di mille euro, quindi non ho avuto dubbi.


A settembre porterò a mano un altro manoscritto.


Ad oggi posso dire di averlo inviato a quattordici case editrici (in un anno). Due di queste non leggono manoscritti, una mi ha risposto che non rientrava nelle loro collane. Quelle a cui l'ho mandato in autunno (due) non mi hanno risposto. Le altre, forse, ho ancora qualche possibilità...


Mah?!

mercoledì 13 luglio 2011

Literary Agency' Time

Da quando ho aperto questo blog è passato un anno. Ovvero da quando ho messo la parola fine a NT1 e ho iniziato ad inviarlo alle case editrici. Per ora mi ha risposto una sola casa, dicendomi che il romanzo "è di difficile collocazione all'interno delle nostre collane perché possa aspirare alla pubblicazione". Alcune case le devo ancora contattare, per mancanza di soldi.

Ad ogni modo nello stesso tempo mi è stata consigliata un'agenzia letteraria: ho scritto, hanno letto due capitoli -già solo due- e mi hanno risposto che non li convinceva del tutto. A parte il rimanerci male, una risposta così secca da un'agenzia letteraria che dovrebbe fare l'interesse dell'esordiente mi ha un po' spiazzata.

Anyway, dopo un momento no, ho deciso di contattare altre agenzie. Vi farò sapere.


Sì, lo so che non frega un fico secco a nessuno! ...come siete fiscali!


venerdì 18 marzo 2011

Pazienza...

Poco fa mi ha scritto una delle case editrici (una grande) a cui avevo inviato il mio manoscritto dicendomi che non erano interessati. Non mi aspettavo una risposta, quindi sono stata contenta, tra l’altro non mi hanno scritto fa schifo, è scritto con i piedi, o altro, dicono solo che non rientra nelle loro collane (spero non rispondano a tutti così :p).


Me lo aspettavo, pazienza…

sabato 29 gennaio 2011

Buoni propositi per un autore esordiente

Su facebook ho letto 'i buoni propositi per un autore esordiente' di Simone Togneri. L’ho trovato davvero interessante e ho pensato di riportarli su questo blog, visto che calza a pennello. Però ho dato una mia visione personale dei suoi propositi, la parte in verde. Ditemi cosa ne pensate.

1) Ecologia (stampiamo di meno: sprecando meno carta la natura ci ringrazierà.) Sono decisamente d’accordo e sto cercando di farlo, considerando che si spreca anche molto denaro -che non ho.

2) Aiutiamo chi lavora (evitiamo di seppellire i poveri addetti delle case editrici sotto migliaia di manoscritti che finiranno al 99% cestinati, magari senza essere nemmeno letti. Se proprio non possiamo farne a meno, cerchiamo almeno di osservare tutti gli altri punti di questa nota.) Questa ammetto di non averla capita: suona come “non inviare il tuo manoscritto”, ma se non lo invio neppure, che autore esordiente sono o penso di diventare? Come minimo sarebbe sbagliato il titolo dei propositi. Quanto al 99% dei manoscritti che finiscono cestinati stendo un velo pietoso.

3) Economia (evitiamo di inviare a tappeto le nostre bozze a tutti gli editori. Oltre a risolvere i problemi dei punti 1 e 2, aiuteremo il nostro portafogli.) Beh, direi che mi sembra abbastanza ovvio e facile da fare.

4) Più solidarietà, fratello (acquistiamo e leggiamo i "colleghi" esordienti: è il miglior modo per crescere tutti.) Nonostante le grandi delusioni, cerco di farlo.

5) Il tempo è denaro (Riempire fogli e fogli di parole indossando i paraocchi è tempo perso. Dedichiamo spazio alla lettura, all'osservazione del mondo che ci sta attorno, alle persone. Il nostro stile non potrà che giovarne.) Questo lo faccio da sempre, non potrei scrivere se non lo facessi… Un ottimo consiglio, vero anche per i non esordienti.

6) Umiltà (impariamo a rileggere e correggere ciò che si è scritto e, se serve, non esitiamo a tagliare anche la frase più bella.) Dio solo sa quante volte leggo e rileggo: mi dicono che sono maniaca. E, udite, udite, ho anche tagliato; certo una frase bella… se una frase la troviamo bella non capisco perché vada tolta.

7) Ma anche no (cominciamo a pensare che il nostro romanzo nel cassetto possa NON essere quel capolavoro che crediamo. Cerchiamo di essere certi delle nostre possibilità, ma consapevoli dei nostri limiti. Vedi punto 6.) Io non credo che il mio romanzo sia un capolavoro, anzi più passa il tempo più mi sembra un romanzo con dei limiti, ma se ho voglia di pubblicarlo è perché ci credo almeno un po’, sennò non avrebbe senso; “Ehi, tu, lo so che qui ho una schifezza, però me la pubblichi?” …non suona un granché.

8) Niente a tutti i costi (pagare per pubblicare - oltre a rendere praticamente nullo il punto 3 - significa ammettere che il nostro lavoro non vale una cicca. E non è vero che ognuno è libero di fare come vuole: chi paga per pubblicare danneggia anche chi non lo fa.) Su questo sono d’accordo al 100%, niente editori a pagamento, non vale neppure la pena di chiamarli editori!

9) Gloria a costo zero (il fatto di aver pubblicato qualcosa non ci autorizza a sentirci migliori di altri. Tanto meno il fatto di scrivere.) Ah, questo è da dire a diversi autori più o meno esordienti, che si sentono dei fichi…

10) Impegno e perseveranza (scrivere molto non vuol dire scrivere meglio. E' l'attenzione ai particolari che fa la differenza.) Sì e no: sì perché sono i particolari a fare la differenza, no, perché scrivendo molto e tenendo fede al punto 5, si scrive anche meglio, secondo me.

martedì 19 ottobre 2010

Punti. Virgole, e punti e virgole;

Mon Dieu, il raffreddore mi ostruisce i pensieri, mi annebbia il cervello, mi manda in panne i due neuroni affaticati. E il freddo, ah beh, il freddo lasciamo perdere. Lavoro e non capisco un tubo, leggo e non capisco un tubo, sì, insomma capisco meno del solito. No, però questo lo voglio dire: leggevo un capitolo -giuro uno solo- di NT e ho notato una caterva di virgole senza senso. La mia faccia è stata più o meno questa O_o


No, dico, Dil, ma cosa avevi in testa?


Virgole.


Sì, ovviamente. Ma virgole senza nessuna idea di pausa, neppure nell’anticamera del cervello, ma perché? E poi quando l’hai riletto non hai visto che non servivano a nulla? E quei becalini dei tuoi amici non hanno visto 20 virgole tra 10 parole? Ah, santa Cecropia, nemmeno degli occhi degli amici ti puoi fidare. Che tempi duri.





Ma poi non volevo parlare di virgole: volevo parlare di punti e virgole. No, non sto scherzando. No, giuro, smettetela di ridere! Oh, uffa.


Il mio è un discorso serio: ho notato che gli scrittori non usano il punto e virgola. A dirla tutta avevo già fatto caso a questo fatto perché, quando leggi, metti le pause e noti che, forse, una pausa in un modo o in un altro la metteresti, ma lo avevo fatto in maniera inconscia; poi Lenore lesse N.T. e mi disse qualcosa tipo «usi anche il punto e virgola, non lo usa mai nessuno», ed è vero, ohibaboi, non lo usa praticamente nessuno. Ogni tanto qualcuno usa i due punti ed è già cosa rara, ma il punto e virgola, poverino, è stato dimenticato, lasciato da solo nell’oblio della lingua italiana (ma non solo, direi).


Sarà che per me, sfruttatrice di punteggiature a oltranza, il punto e virgola è fondamentale: quando il punto è troppo e la virgola è poco, il punto e virgola è una mano santa. Di certo ogni autore inserisce le pause che ha nella propria testa, una scelta stilistica soggettiva, ma non usare mai o quasi mai il punto e virgola in un intero romanzo, mi sa più di errore che di “pausa personale”.


Punto e virgola, questo sconosciuto, direi. Perché non lo si usa? La lingua cambia... forse perché a volte non la conosciamo bene.


Ho dato un’occhiata a qualche libro (molto velocemente, quindi alcuni potrebbero essermi sfuggiti, ma il fatto che non siano frequenti mi basta): il premio Strega Paolo Giordano, "La solitudine dei numeri primi", non usa il punto e virgola; Stephanie Meyer non lo usa; in quel poco che ho letto di Umberto Eco (quindi forse non fa testo) lo scrittore non lo usa; Manfredi e Hosseini non lo usano (ma non ho riletto ogni singola pagina). La Rowling non lo usa spesso, ma lo usa, quindi sa che esiste e di conseguenza, credo, lo usa se ritiene opportuno usarlo; Licia Troisi, nell’ultima trilogia, lo usa molto raramente, e, ehm, spero non me ne voglia, ma lo usa male (a mio modestissimo parere) perché lo usa come due punti. La mia amata Carey, ovviamente lo usa -e io adoro la sua punteggiatura!-; Harper Lee e Tory Hayden lo usano; tra gli italiani, Barbara Baraldi, "Scarlett" (che a dire il vero devo ancora leggere) lo usa; lo usano anche Bruno Tognolini, De Crescenzo e Francesca Angelinelli (credo che quest’ultima di tanto in tanto faccia l’errore della Troisi).


Ci sono altri autori italiani che non lo usano mai o molto, molto raramente. Non li riporto.


E se sei un autore italiano che invece lo usa, non te la prendere, forse non ho letto il tuo libro (o non potevo o non mi andava di controllare :D).






martedì 12 ottobre 2010

Problemi di lunghezza.

Non quella lunghezza a cui qualcuno potrebbe pensare, bensì quella dei libri, in particolare in Italia.

Infatti, sembra proprio che in questo Paese, dove, rispetto ad altri, si leggono libri a caratteri poco meno che cubitali, la lunghezza di un romanzo sia un problema. Soprattutto per gli esordienti.


Un libro lungo costa di più. Se costa di più, molti non saranno invitati a comprarlo.


Il risultato spesso non è cambiare carattere, né tanto meno abbassare i prezzi, è dividere l’intero romanzo. Come nel caso della prima trilogia di Licia Troisi (nato come volume unico) o come nel caso della seconda trilogia della Carey* per la quale la Nord ha diviso ogni volume in due, facendola diventare una esalogia. Ora, tralasciando le malignità sul guadagno delle case editrici nell’applicare questo sistema, credo sia abbastanza vero, in un Paese dove si legge poco, che i lettori non abbiano tanta voglia di leggere libri lunghi, scritti piccoli, né voglia di acquistare libri sopra le 15/16 euro.


È vero anche, però, che un libro lungo che verrebbe mettiamo 20 euro, diviso in due non viene certo 10 euro, e dunque per il lettore che si appassiona alla saga è quanto meno una presa in giro. “La Maschera e le Tenebre”, terzo libro della prima trilogia della Carey, 830 pagine, viene pubblicato nel 2007 dalla Nord a 19.90; “Il trono e la stirpe”, prima parte del primo volume della seconda trilogia (…?!) della stessa autrice, pagine 428, nel 2010 la Nord lo pubblica a 19.60. Fate voi.


Altra cosa che proprio non mi quadra: perché i libri, anche pubblicati dalla stessa casa editrice con lo stesso formato e le stesse pagine, a volte non hanno lo stesso spessore? È un modo per spillare soldi facendo vedere il mattone in questione? Una delle case editrici che preferisco, la Fazi, ha pubblicato il libro della de Winter, 688 pagine con uno spessore di gran lunga superiore a quello de “Il cavaliere di Inverno” della Simmons (Sonzogno), che conta 701 pagine (parlo di ben 6 millimetri circa, sì, l’ho misurato! :D).


Ora, a me i libri lunghi piacciono, se il contenuto li vale ovviamente, ma a quanto pare più un romanzo è lungo più dà problemi.


Direte voi, ma che te frega? Mi frega perché il mio romanzo -di un’esordiente, ovvero di una sconosciuta per cui pochi sono disposti a spendere- con una formattazione simile ai testi sopracitati verrebbe lungo più di 700 pagine, se ho fatto i calcoli giusti, 734 - e se li ho sbagliati cmq non sarebbero meno di 600. E questo è un problema. Un bel problema.


Poi dicono che la lunghezza non conta.


Mah.



* ho imparato a pronunciarlo in maniera corretta ieri e mi sento una cretina, perché se avessi riflettuto sulla pronuncia avrei saputo arrivarci benissimo da sola. Non ci azzecca un tubo, ma la cosa mi ha scioccata!



mercoledì 29 settembre 2010

Piccoli errori e piccole decisioni

In questi ultimi dieci giorni sono stata occupata con beghe familiari, dentistiche e oculistiche che mi hanno stressato più del dovuto, mettendomi più ansia per i miei doveri e togliendo più tempo ai miei piaceri: tradotto, un periodaccio. E temo proprio che non sia finito, ohibò.


La scorsa settimana, una scrittrice che conosco (e lavora in una piccola, nuova, casa editrice romana) mi ha chiesto di inviare due capitoli significativi del mio manoscritto - oltre a sinossi e dati personali. Ho avuto un attimo di puro panico: e ora quali mando? I pochissimi lettori del mio romanzo non hanno saputo consigliarmi. Il fatto è che di punti salienti ce ne sono diversi, lo stesso vale per i personaggi e per le situazioni, e scremare solo su due capitoli mi appariva riduttivo per rappresentare l’intero contenuto. Ci sono parti a cui sono più affezionata, tuttavia non sono comprensibili se lette a sé, senza arrivare a quella determinata situazione/emozione attraverso tappe precise (per esempio, il rapporto sentimentale tra i due protagonisti, dopo un attimo di pura passione, segue un percorso complesso, fatto di incertezze dei due e di ostacoli imposti dall’esterno -più o meno come avviene nella realtà- ma se non si leggono prima questi, non si possono comprendere i meccanismi che li portano a fare alcune scelte. O meglio... si comprendono, non ci vuole chissà quale laurea, ma non si leggerebbero, a mio avviso, nell’ottica giusta). Alla fine mi son decisa, ho fatto leggere le due parti a SilSaraSan, che non ha letto l’intero manoscritto, e mi ha dato la sua benedizione.


Nel fare questa semplice operazione, ho notato una serie di errori che ancora una volta mi hanno impanicata: ripetizioni di termini, virgole di troppo, un punto mancante alla fine di una frase e un indicativo al posto di un congiuntivo. ARGH! Risultato: sto ricorreggendo il tutto per l’ennesima volta.


In verità, era parecchio (il mio parecchio) che non lo rileggevo, e ora noto di più la punteggiatura, non proprio esatta in ogni punto, o la ripetizione di alcuni termini a due pagine di distanza (per esempio la parola “azzurro” nella descrizione di un luogo e la parola “scintillò” in un combattimento). Per quanto legatissima alla storia e ai suoi protagonisti, già adesso sono in grado di notare di più alcune pecche, come se fossi più esterna. Certo non si può notare tutto, poi si sa, molti errori neppure saltano agli occhi perché il cervello si dice da solo cosa ci sia scritto, prima ancora di averlo letto. Il mio in particolare è anche soggetto a pigrizia da bradipo fumato.


Me ne farò una ragione; prima o poi.

martedì 21 settembre 2010

N.T. il romanzo

Mi sono resa conto che non ho mai parlato di N.T. - il manoscritto inviato, per il quale attendo una risposta.


Non posso dire molto, immagino, ma riporto quanto possibile. La storia si svolge nel futuro e si basa sull'idea che nel 2012 sia successa davvero qualche catastrofe, la quale ha portato a cambiamenti climatici e della crosta terrestre. Inoltre, a causa di alcuni mutamenti genetici, la razza Umana si trova a vivere con Umani per metà Tigri Bianche e Umani per metà Lupi (questi ultimi due in lotta tra loro). La protagonista è l'incrocio delle tre Razze e la storia (dopo una brevissima parte sull'infanzia) inizia quando viene rapita da un gruppo di Tigri, senza però saperne il motivo. Si troverà così sballottata tra zone calde e fredde del pianeta, in situazioni e ambienti molto diversi tra loro e conoscerà molte persone, usi e lingue.


Questo racconto è prima di tutto un'avventura, ma, come ho scritto in altre parti, sono molto forti la componente amorosa e quella della guerra. Ugualmente importanti sono il tema dell'amicizia e del valore della famiglia (di sangue e non). Il tema fantastico è una cornice.


Ho impiegato due mesi e mezzo per scriverlo, per un totale di circa 194 mila parole (1.140mila caratteri inclusi gli spazi). In Times New Roman 11, con 39 righe a pagina, sono circa 600 pagine.


Vi posto un video in merito, le immagini sono per lo più prese dal web, e -proprio per questo motivo- non tutti i personaggi corrispondono alla perfezione a come li ho descritti nel libro (per esempio J.L.D. quello con i capelli lunghissimi verso la fine, in realtà è biondo slavato, anche se non potevo non metterlo perché, colore a parte, è uno dei più azzeccati) poi ammetto che, essendo alcuni attori/modelli famosi, mi fa un po' strano :p


Lei è S.T.L.


Lui è A.D.A.






Sarebbe bello se le case editrici ti dicessero che lo stanno almeno leggendo (o anche se lo hanno cestinano, ma almeno lo sai!). E invece no, non lo sai! Con tanto di pernacchia...


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