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venerdì 5 maggio 2017

Finalmente anche Nuova Vita su KU


Più o meno è un anno che cerco di pubblicare l'ebook di Nuova Vita - Volume unico, ma nulla, era online solo la versione cartacea. Ieri ho riprovato così, per caso, e... eccolo qui!! ^_^
amazon.it/Tiger-Fighters-nodo-del-tempio-ebook/dp/B01H3G5F4Y
Dil tanto felice!


Gratuito per Kindle Unlimited



domenica 13 novembre 2011

Recensione Dark Eden, di Moira Young

 Quando ho preso questo libro, convinta di quanto mi sarebbe piaciuto, ero certa che ne avrei fatto una bella recensione. Il libro, però non mi è piaciuto, anzi, mi ha proprio delusa, dunque, che fare? Mi ero ripromessa di parlare solo dei libri che avessero almeno una sufficienza sul mio personale registro, ma ho ceduto e ora eccomi qui.

Una mini recensione, niente di più.

Trama: Saba ha diciotto anni, tutti trascorsi a Silverlake, una terra desolata che quasi non ricorda più il lago di cui porta il nome. La civiltà così come noi la conosciamo è sparita dalla faccia della terra e solo dei relitti, dei quali si è perso l’uso e il significato, stanno a ricordare che c’è stato un tempo, in cui tutto era diverso. Ma va bene così per Saba, fintanto che il suo amato gemello, Lugh, è con lei. Sarà una mostruosa tempesta di sabbia e l’arrivo di quattro cavalieri a cambiarle la vita. Perché rapiscono Lugh e a Saba non resta altra scelta che mettersi sulle sue tracce per salvargli la vita e riportarlo a casa. Per riuscirci dovrà superare molte prove, combattere molte battaglie, ma quello che otterrà in cambio – l’amore, l’amicizia, e una nuova consapevolezza – sarà la ricompensa per la perdita dell’innocenza.

Partiamo dalla trama: scorre bene, complessa quanto basta per farne un'avventura interessante, nonostante a volte non sia del tutto credibile e abbia dei buchi ingiustificati. Il mondo in cui ci troviamo è post apocalittico, anche se si può dedurre solo da qualche frase qui e là. Ho trovato molto carina l'idea di chiamare  Distruttori gli uomini di oggi, quelli che in qualche modo hanno distrutto il loro stesso pianeta; sarebbe stato bello saperne di più.
Non vi sono molte descrizioni o spiegazioni, sappiamo che il posto è lontano dall'attuale Francia, che esistono alcuni nuovi animali come i verminferno, che c'è un re (di che?) cattivo e che esiste una sorta di magia o qualsiasi altra cosa attraverso cui si possa leggere il futuro nelle stelle (atrologia?) o influire su una pietra particolare.

La protagonista, Saba, è testarda e non si tira mai indietro. A tratti, il suo essere ingrata risulta insopportabile, anche se i suoi difetti la rendono un buon personaggio; peccato che sia troppo intuitiva per una che per 18 anni ha vissuto praticamente solo con la propria famiglia. Nel corso della storia cresce e lo manifesta fidandosi di più degli altri, cercando di essere meno testarda, più grata e soprattutto cercando di comprendere e amare la sorellina, Emmi, per la quale da sempre prova un grande odio, poiché la loro mamma è morta nel darla alla luce.
Direi che Emmi è uno dei personaggi che mi piace di più, assieme a DeMalo, di cui però non si sa niente: forse ci sarà una parte interessante nel seguito, ma non so se ne leggerò mai il seguito; avrei tanto voluto sapere qualcosa in più di lui in questa parte. Forse è uno dei pochi motivi per cui ero davvero curiosa di arrivare alla fine :D
Gli altri personaggi non sono male, sono abbastanza caratterizzati, anche se non lasciano il segno, né in negativo né in  positivo.
Jack, il lui della situazione, è un tipo interessante, tuttavia non mi ha lasciato niente neppure lui. La storia tra lui è Saba va troppo a singhiozzi, tra l'altro per colpa di lei, perché Saba si ostina a non farselo piacere per troppo tempo, così tanto da risultare forzato oltre che noioso. Jack ha gli occhi come l'argento della luna e un sorriso sghembo (vi ricorda nessuno?), che piace tanto agli scrittori soprattutto stranieri, ma che io ancora non ho capito cosa voglia dire. Ok, problema mio.

Altre questioni che rimangono un mistero: perché Saba si salva grazie solo alla "rabbiarossa"? Voglio dire, non è che se uno è incazzato nero automaticamente è anche il più forte del mondo. Come fa questa ragazza, che ha combattuto per gioco solo con il fratello, a diventare in quattro e quattr'otto il temutissimo Angelo della Morte?
Il suo amico corvo perché è così intelligente? Magia, mutazioni genetiche, troppa televisione?
Perché Emmi ne sa sempre una più del diavolo? Sesto senso? Occhi dietro la testa? O gli altri sono rincoglioniti e lei è l'unica che sta attenta a tutto?

Insomma, mi aspettavo molto di più da questo libro, nonostante fosse uno Y/A, invece viene costruito in maniera piuttosto banale, poco approfondita, lasciando poco e niente. Tuttavia potrebbe anche cavarsela. Allora perché non do neppure la sufficienza?
Il problema è la scrittura.
Sacrestelle! -come dicono i personaggi del libro- la punteggiatura in questo libro è fatta solo di punti e di virgole, i due punti e i punti e virgola non esistono. Le virgole prima e dopo i vocativi a volte non ci sono, creando confusione. I verbi, santa pazienza, i verbi sono tutti sbagliati! Ho letto da qualche parte che la scrittura riproduce il parlato di Saba (che non sa leggere né scrivere e non conosce i libri). Ora, ok, tolto il fatto che TUTTI parlano più o meno come Saba -quindi non c'è un metro per confrontare- da nessuna parte si dice chiaramente "lei parla così perché è una sempliciotta burina", sicché io, lettore, da cosa lo deduco? Avrebbe avuto senso se nel corso della storia lei avesse cambiato modo di parlare e dunque di scrivere, ma non accade. Oppure se qualche personaggio lo avesse fatto notare, che so, con un commento a caso o, meglio ancora, con una parlata più forbita (lo so, sono più o meno tutti sempliciotti, ragazzi che vivono per strada e simili, quindi sarebbe stato difficile). Poi, poniamo che lei non abbia i mezzi per parlare in modo più decente e che questo serva a caratterizzarla in qualche modo e a caratterizzare il mondo in cui si trova, ari-ok, allora sarebbe stato più carino se la nostra amica Moira Young avesse scritto in terza persona, così la particolarità sarebbe stata più chiara, la sua "bella" scrittura non ne avrebbe risentito, e noi non avremmo sofferto tanto! Altro punto: perché se Saba usa i congiuntivi a volte sì e a volte no, la sorellina, di nove anni, li usa più spesso di lei? In teoria non ne avrebbe dovuto usare nemmeno uno.
E va bene, chiudiamo un occhio -ma anche no- la scrittura, così come è riportata dal pensiero di Saba, non lascia niente. NIENTE. Non una vera emozione, eppure di scene commoventi ce ne sarebbero state, tra sacrifici di personaggi e ritrovamenti vari, quindi sia in positivo che in negativo. Peccato che sia tutto cotto e mangiato. "E X morì per difendere Y. Il giorno dopo…"; "E allora vidi finalmente B, come ero felice, quasi non ci credevo. A ma', che fai a cena?"
E il raccontato invece del mostrato, che viene usato fin troppo spesso, certo non aiuta.
A questo punto chiudo anche l'altro occhio e forse è meglio, perché nel tenerlo aperto leggo pezzi come questo.

Vattene via da qui, dice. Prendi Emmi e Tommo. Ash e Epona vi copriranno.
Mi si ferma il cuore. Mi ronzano le orecchie. Vuoi che ce ne andiamo?
Annuisce. Io e Ike restiamo.
No, dico.
Mi libero. Afferro dei fasci di rametti, li getto sulle fiamme. Appena prendo fuoco li lancio ai verminferno. Bruciano, gridano. Accanto a me, Jack continua a sparare con la balestra.

Ora ditemi: cosa hanno detto, chi lo ha detto, cosa ha pensato Saba e cosa hanno fatto?

 E qui:
Tu porta la bambina e ricorda, tieni la bocca chiusa, ordina Lady Pinch a Rooster mentre scendiamo. Io tratto con il Signore della Gabbia.

Lo ammetto, se si fa attenzione e si legge dall'inizio del libro, si capisce, magari rileggendolo; ma io dico -respira, Dil, respira-  per quale assurdo motivo non vengono segnalati i discorsi diretti? Perché non devi usare due cavolo di "", o di  «», o magari --? O un qualsiasi altro segno del piffero? Non lo so, mettici i cuoricini, le stelline, un'emoticon, una macchia di sangue! Ma perché non metterci niente? PERCHÈ? E perché te lo hanno pubblicato senza dirti: "ok, bel libro ma mettici dei segni"? E perché te lo hanno pubblicato in Italia senza dire: "ohibò, ma non ci sono i segni!"?? P-E-R-C-H-È???
Se qualcuno è in grado di rispondermi, per favore, me lo spieghi, magari esiste un buon motivo che io al momento non colgo. Quello che colgo ora è una scrittura confusa, resa ancora più confusa dalla prima persona al presente. In quel caso un "bruciano, gridarono" sarebbe stato diverso da un "bruciarono, gridarono". Un "Tu porta la bambina e, ricorda, tieni la bocca chiusa, ordinò Lady Pinch a Rooster mentre scendevamo. Io tratto con il signore della Gabbia", sarebbe stato diverso da quell'obbrobrio sopra. L'unica cosa che ti fa capire più o meno chi dice cosa e chi fa cosa sono gli accapo...

Leggete questo pezzo, ricordatevi che Saba è una ingrata, testarda e che non vuole ammettere certe cose neppure a se stessa:

 C'è mancato un pelo, Saba. Si siede ansimando.
Jack! Gli metto le braccia al collo. Sto tremando dalla testa ai piedi. Non sono mai stata così felice di vedere qualcuno in tutta la mia vita!
Si libera dalla stretta. Mi guarda con gli occhi socchiusi. Cosa è successo?

Nella frase in grassetto non ero certa di cosa avesse detto e cosa raccontato / pensato, conoscendo la tipa non pensavo avesse detto ad alta voce: Non sono mai stata così felice di vedere qualcuno in tutta la mia vita!
 Invece, qualche pagina dopo, esce fuori che non lo ha pensato, lo ha detto e Jack glielo rinfaccia. Io credo che, come ho confuso questa frase, potrei averne confuse altre. E quello che mi continuo a chiedere è: perché? A che pro? A che serve? In lingua originale aveva più senso?

Ne hanno già acquisito i diritti per farne un film (Ridley Scott !), se lo faranno bene, credo che sarà uno di quei film migliori del libro.

Beh, basta, dovevo fare una mini recensione e sono ore che blatero.

Piccola nota: il libro si fa leggere perché non è molto profondo o complesso, però deve interessare in qualche modo l'avventura. È probabile che quella storta sia io, visto che all'estero ha avuto molto successo (la scrittura sgrammaticata e l'assenza di tag per i discorsi diretti è stata addirittura apprezzata). È un libro per giovani adulti e io non rientro nel target, in quel caso, forse, non avrei visto come un problema la superficialità e l'immediatezza delle scene o i buchi nella trama.
La scritta sulla nostra copertina "Per amore vale sempre la pena combattere" si riferisce più che altro all'amore fraterno.
  

Dati più o meno oggettivi
Prezzo 17,00 Pag: 353 Rapp. qualità prezzo: lasciamo stare, va.
Edizioni Piemme Freeway: redazione: in teoria buona…
Copertina: 7/10 è di Barbieri, e a me lui piace sempre, tuttavia non è delle migliori
Genere: fantasy, Y/A, avventura, distopico
Libro unico: no


Scrittura: -prima persona, presente - ne ho parlato abbondantemente; presenza di due punti e punti e virgole: no; 3/10
Trama: 6.5/10
Caratterizzazione protagonista: 6/10; altri personaggi: 6/10


Voto 5/10

Consigliato: no





mercoledì 26 ottobre 2011

L'uomo che parlava con i lupi, di S. Ellis

Un commento veloce, non sono in vena di recensire, ma volevo parlare di questo libro che mi ha positivamente colpita. Io non so se Shaun sia un matto o meno, però di certo è uno coraggioso, che ci mostra il mondo dei lupi in maniera davvero interessante. C'è una frase che dice nel suo libro che permette al lettore di capire molto di lui:

«In genere gli uomini vogliono rendere gli animali che amano simili a sé; io avevo sempre desiderato il contrario.»

Il libro, per chi ama i lupi ed è interessato -se non rapito- dal loro mondo, è davvero bello, e utile anche in alcuni passaggi in cui Shaun confronta il comportamento con i cani domestici; il mio ragazzo di cani ne avuti diversi, e ho trovato molto di loro, nonché del nostro comportamento nei loro confronti, nelle parole dell'uomo-lupo.
Non conoscendo nulla di quest'uomo, il suo racconto, che è a tutti gli effetti un'autobiografia, è stato una vera sorpresa. E in qualche modo è un libro d'amore, un amore per i lupi un po' estremo, che ci mostra il loro comportamento, il linguaggio, il loro modo di concepire il branco e la famiglia; momenti vissuti attraverso gli occhi di un uomo che con loro ha vissuto nelle terre selvagge, e che sfrutta quell'esperienza per essere parte dei lupi in cattività, per aiutarli e per aiutare gli umani a comprendere.

Una nota di merito anche alla giornalista e autrice Penny Junor, che ha riportato la vita di Shaun nero su bianco con una scrittura pulita ed elegante.
Il titolo originale, "The man who lives with wolves", a mio avviso è più preciso.

Vi lascio un video che ho visto a libro finito.




venerdì 7 ottobre 2011

Uscirà Il bacio e il sortilegio di J. Carey

Buondì. Aggiorno per scrivervi che finalmente il 27 ottobre (sperando non cambi nulla) uscirà Il bacio e il sortilegio di Jacqueline Carey; in Italia è il quinto volume della saga di Imri, sarebbe la prima parte del terzo e ultimo di libro, ovvero Kushiel's Mercy.
Costa 18.60 euro e le pagine dovrebbero essere 500, ma in giro ho visto riportato anche un 384, quindi chi vivrà vedrà…

Trama: Dopo aver vendicato la morte della moglie, Imriel è libero di tornare a casa, dove lui e Sidonie rendono finalmente pubblica la loro relazione. La regina Ysandre, però, non può permettere che la delfina di Terre D'Ange si fidanzi col figlio della famigerata Mélisande Shahrizai, la donna che per ben due volte aveva cercato d'impadronirsi del regno e che poi era svanita nel nulla. Perciò, come segno della propria fedeltà, Imriel dovrà consegnare la traditrice alla giustizia, altrimenti Sidonie sarà diseredata. Grazie ai suoi legami con la Gilda Invisibile - una setta segreta ramificata in tutto il mondo - il giovane riesce a scoprire il nascondiglio della madre, ma proprio quando si prepara a partire, giunge a corte Astegal, l'ambizioso principe di Cartagine. Con un subdolo incantesimo, Astegal assoggetta al suo volere tutti gli abitanti di Terre D'Ange, compresa Sidonie, che accetta persino di sposarlo. Essendo l'unico rimasto immune, il principe Imriel si trova quindi costretto a chiedere aiuto al solo uomo che possa spezzare il potentissimo sortilegio: Ptolemy Solon, governatore della remota isola di Cytherea, nonché amante di Mélisande Shahrizai...
il bacio e il sortilegio carey

venerdì 27 maggio 2011

Narrativa d’avventura. 'Ad.Romance' (perché sono ancora romantica!)

Disquisendo allegramente con la mia amichetta Eleonora -che tra l’altro non ha accesso al mio blog per motivi ignoti-, mi sono resa conto di non sapere bene come definire il genere avventura. Perché parlo di questo genere? Perché nei libri, come nei film, è il mio preferito. Tra l’altro ne approfitto per farvi notare che nei negozi di dvd esiste il reparto avventura, nelle librerie no; secondo voi perché?
Quando mi chiedono cosa intendo per avventura, mi vengono solo esempi e alla fine dei conti l’unico esempio valido per tutti è Indiana Jones! ‘-.-
Beh, mi sono data da fare e ho googlelato un po’, ho estratto i punti che secondo me sono centrali e propri di questo genere.

Romanzo (film) d’avventura:
- storia che porta in terre lontane;
- incontro con altre culture/lingue/usanze;
- pericoli e peripezie di tipo fisico;
- vicende lontane dal quotidiano;
- descrizione di luoghi sconosciuti;

Questi i temi più importanti. Poi nel corso della Storia, spesso avventura ha significato battaglie, eroe buono e giusto, spade e onore…
Ammetto di non aver letto molta narrativa di questo genere, anche perché al momento credo esistano soprattutto romanzi di altri secoli che per descriverti una porta impiegano tre e dico tre pagine, così che io nun je la posso fa’! (Leggi post subito sotto, ovvero qui) Mi informerò meglio in merito.
Tornando a noi, ho notato che tra i miei romanzi preferiti molti hanno carattere avventura (vedi quelli di Jacqueline Carey, una a caso…), credo che, a parte i gialli o i thriller, siano quelli che leggo più velocemente, con la differenza che i gialli spesso non mi danno delle emozioni e ancora più spesso hanno una scrittura fin troppo secca per i miei gusti.

Visto che sono in vena di ammissioni, io, CinicaDil, ho un debole per le avventure in cui vi è una storia d’amore, a patto che quest’ultima non sia troppo sdolcinata, insensata e patetica. Ovvio che parlo di tutti aspetti molto soggettivi. Insomma, devono essere quelle storie in cui i due morosi hanno carattere; in cui non ci sono solo loro, altrimenti mi annoio subito; in cui il sentimento deve crescere nel corso della narrazione, che non vuol dire necessariamente che lei gliela debba dare nell’ultimo capitolo, ma che, anche se gliela dà nel primo, poi la relazione si evolva in qualche modo; i personaggi e i protagonisti devono avere un certo spessore, uscire dalle pagine -cosa vera per tutti i bei romanzi.


Ultimo dei Mohicani

(Guarda caso la prima trilogia della Carey rientra anche in questa mia visione d’amore! Anche Il Cavaliere d’Inverno rientra abbastanza, ora che ci penso. Nei film potrei citare L'ultimo dei Mohicani, il mio preferito)

Vorrei sottolineare che una storia d’amore fine a se stessa mi provoca una certa allergia; non so bene per quale motivo. In realtà, credo, è la stessa allergia che mi fa prudere la pelle quando sento amiche o amici che mi parlano delle loro nuove storie d’amore: lui/lei è così carino/a, ed è così romantico/a perché ha fatto questo, questo, quest’altro e ha detto che... Boh, mi viene l’orticaria! Io, CinicaDil…
Sarà che oggi penso che l’unica cosa davvero romantica sia sopportarsi a vicenda, nonostante tutto, il rispetto, la fiducia, la serietà, le coccole e la durata nel tempo di tutto questo. Non so, i miei nonni li trovo romantici, ecco :D Per caso sto andando fuori tema? Sì, Dil, decisamente.

Ehm, ohm, coff, coff…

Dicevo dei romanzi d’avventura che sono il mio genere preferito e che non è facile trovarne perché non sono mai classificati come tali nelle librerie; i romanzi d’amore poi… ne hai quanti ne vuoi, ma la maggior parte di questi mi fa accapponare la pelle. Va bene un giusto mix tra avventura e amore, per questo ho ridefinito il mio genere Adventure Romance, Ad.Romance, ah ah, mi do all’etichettatura oggi.

Sì, ok, ho detto una stronzata; posso anche andare a dormire, vero?


Dil, è pieno giorno...


martedì 3 maggio 2011

Quando il diavolo ti accarezza & Il profumo del sangue

Vi dicevo dei libri, in questo periodo ne ho letti un bel po’, tra questi Quando il diavolo ti accarezza di Luca Tarenzi e Il profumo del sangue di Nalini Singh. Peccato averli letti uno di seguito all’altro perché sono molto simili nel genere e nel modo di affrontare il genere; il finale, che non rivelo, è… diametralmente opposto.


Premetto che non ho nessuna voglia di fare una delle mie lunghe recensioni, anche perché da quando li ho letti è passato un mesetto circa.
Quando il diavolo ti accarezza di Luca Tarenzi

Trama: In una Milano buia e sferzata dalla pioggia, Lena sta inseguendo la sua amica Sofia, misteriosamente caduta in uno stato di trance. Davanti alla mole imponente della stazione Centrale, tra i marmi fievolmente illuminati dalla luce dei lampioni, la giovane assiste a un incredibile duello: un'immensa creatura di fuoco sta per annientare un ragazzo nudo e coperto di sangue. D'istinto Lena interviene e permette al giovane di approfittare di un momento di distrazione dell'avversario per rovesciare le sorti della battaglia e decapitarlo con la sua stessa spada. Solo che l'assalitore era un angelo e il giovane, Arioch, un demone appena evocato per uccidere Sofia.
Lena è determinata, coraggiosa, testarda e per salvare la sua migliore amica è disposta a tutto, anche a mettersi contro un demone. Arioch è antico come il mondo, violento, sanguinario e ha una missione cui è vincolato. E, purtroppo per Lena, ha anche due occhi penetranti e stregati...

Lui è italiano e scrive molto bene, questo è il suo primo libro che leggo (il suo quarto) e sono stata piacevolmente colpita. È laureato in Storia delle religioni e si vede! Le sue conoscenze sono diffuse in tutto il romanzo, mai in maniera pesante, anzi le ho trovate davvero interessanti.

Ogni suo personaggio ha una determinata valenza nel corso di tutta la trama, tanto che si apprezzano un po’ tutti, forse per certi versi più dei due protagonisti. Notevole come riesca a sfruttare la figura dell’ex di Lena; intrigante la sua piccola amica Sofia; interessante la figura di Khaled; e fantastico senza ombra di dubbio il demone Azazel, che ricorda un poco Bartimeus di Stroud.


La trama scorre bene, la storia d’amore seppur centrale non è mai petulante, forse un po’ cotta e mangiata al dunque, ma chiudiamo un occhio. Ad essere onesti ho capito molto bene l'imprinting per cui lui si innamora di lei (anche se se ne rende conto piano, piano), ma proprio non mi quadra perché lei se lo porti subito a casa... In generale, considerando il breve lasso di tempo di tutta la vicenda, lei non è credibile nel suo adattarsi a una situazione così soprannaturale, figuriamoci quella di innamorarsi perdutamente di un diavolo...


Come accade negli ultimi scritti (compreso il mio piccolo racconto) su questo nuovo genere, il concetto di angeli e di demoni viene rivisitato e nessuno è mai troppo buono o troppo cattivo. Ci sono solo delle leggi universali da rispettare e pare proprio che ogni autore si faccia le sue : )


Mi piace confrontarle tra loro.


L’ambientazione è a Milano, città che non conosco, tuttavia ho apprezzato tantissimo l’ambiente italiano, dopo tanti urban fantasy americani. Non solo: la maggior parte di questi ultimi hanno luoghi anonimi come sfondo, Tarenzi, invece, descrive proprio Milano, inserendola a perfezione nella trama e nel contesto magico.



Dati più o meno oggettivi

Prezzo 18,oo Pag: 358 Rapp. qualità prezzo: avrei abbassato di tre euro...

Edizioni Salani: redazione: buona


Copertina: 7.5/10


Genere: urban fantasy, azione, romance, angeli, demoni

Libro unico: sì


Scrittura: -terza persona, passato - chiara, scorrevole; presenza di due punti e punti e virgole: sì; 9/10

Trama: 8.5/10

Caratterizzazione protagonista: 8/10; altri personaggi: 8.5/10



Voto 8.5/10


Consigliato: sì.

Frase: Quando il diavolo ti accarezza, vuole l'anima (è un proverbio)


***


Il profumo del sangue di Nalini Singh

Trama: Cento anni di schiavitù in cambio della vita eterna: questo è il patto che viene stipulato tra un uomo che vuole diventare vampiro e l’angelo che decide di Crearlo. In apparenza è un accordo molto vantaggioso, ma spesso non viene rispettato e, in caso un vampiro fugga prima del termine, è compito dei Cacciatori rintracciarlo e restituirlo al suo padrone. A New York, nessuno svolge questo lavoro meglio di Elena, perché lei possiede la capacità innata di «fiutare» la brama di sangue. Ed è proprio grazie al suo straordinario dono che viene scelta da Raphael, l’arcangelo della città, per un incarico delicatissimo: trovare e neutralizzare Uram, un arcangelo che si è trasformato in un efferato assassino. Elena non può rifiutare, anche se si tratta di una missione suicida: nessun umano, infatti, può sconfiggere Uram, e, nella remota eventualità in cui riuscisse a sopravvivere, la punizione per aver fallito sarebbe peggiore della morte. Su una cosa è tuttavia irremovibile: non accetterà mai la proposta di Raphael di diventare la sua nuova amante. Ma ben presto Elena scoprirà che non si può resistere al fascino di un immortale...



La scrittura non è male, anche se non perfetta, diciamo che tra trama e scrittura scorrevole, si fa leggere in un baleno. Ammetto di aver iniziato questo romanzo con un po’ di scetticismo, nonostante la molta curiosità, un po’ perché quando ci sono vampiri anche se solo accennati mi viene l’ansia, un po’ perché pensavo fosse il solito urban erotico alla Kenyon o le varie Anita Blake.


Intendiamoci, la tensione sessuale c’è, è altissima e sarà anche descritta al dettaglio, tuttavia la trama ha il suo spessore in parte indipendentemente dal lato erotico. Tutti i personaggi sono molto accattivanti, e spero che alcuni di essi nel seguito possano avere più spazio; i due protagonisti sono ben delineati e mi piace che non vadano a letto dopo due pagine!


Anche qui, Male e Bene non rispecchiano il nostro immaginario, confondendosi tra arcangeli, angeli, umani vari. I vampiri, o almeno Dmitri, fanno la loro porca figura. Il finale mi è piaciuto molto, non mi ha del tutto sorpresa, ma credo che questo sia dipeso dalla lettura recente di Quando il diavolo ti accarezza (non che siano uguali, anzi.)


Lettura davvero piacevole.



Dati più o meno oggettivi

Prezzo 18,6o Pag: 413 Rapp. qualità prezzo: avrei abbassato di tre euro abbondanti...

Edizioni Nord: redazione: buona

Copertina: 7/10 (in realtà la copertina è bellissima! Peccato che non c'entri quasi niente con la storia...)

Genere: urban fantasy, azione, romance, erotico, angeli, demoni, vampiri

Libro unico: no



Scrittura: -terza persona, passato - chiara, scorrevole; presenza di due punti e punti e virgole: sì; 8/10

Trama: 8/10

Caratterizzazione protagonista: 8.5/10; altri personaggi: 8.5/10

Voto 8/10

Consigliato: sì. (over 16)


lunedì 14 febbraio 2011

Recensione Graceling e Fire, di Kristin Cashore

Come promesso sono qui a parlarvi di libri, strano, eh! Cerco di essere breve, questa volta.

I libri sono quelli del titolo del post, dove Graceling è il primo e Fire è il prequel.



Graceling.

Trama: Tutti i Graceling hanno gli occhi di due colori diversi. Tutti i Graceling hanno un Dono. Difficile è però sapere quale Dono possiedono: a volte anche per loro stessi è duro capirlo e controllarlo. Ci sono Doni quasi inutili, come la capacità di ripetere le parole al contrario o di ricordare certi dettagli. Katje ha diciotto anni e il suo Dono è un'arma terribile nelle mani di suo zio, re Rand. Il futuro le può riservare un posto sicuro al fianco di quest'uomo vendicativo o infinite sorprese, come l'incontro con un Graceling dallo sguardo intenso che sembra conoscerla fin troppo bene.

L’ho letto in pochissimo tempo perché mi ha presa subito e la trama scorre leggera e interessante, il dono di Katje (nell’originale si chiama Katsa) è particolare e ci presenta una protagonista nuova, forte e indipendente; tuttavia il libro ha i suoi difettucci, primo tra tutti direi l’insopportabile femminismo della protagonista, che non è mai spiegato, non si capisce perché lei abbia questa idea del matrimonio, dell’amore e dei figli come di qualcosa assolutamente da non fare, che non vuol dire che doveva per forza essere diversa per piacere al lettore, ma che per avere senso (essendo un aspetto molto forte), doveva quanto meno essere spiegato. Lei scopre di amare lui e… nooooo io non posso innamorarmi di te perché non mi voglio sposare. Beh, sì, un concetto davvero moderno e intelligente. Povero Po Verdeggiante! E povero Po Verdeggiante, perché ha questo nome terribile…

Inoltre non vi è una vera e propria crescita della protagonista poiché l’unica che ha non dipende da una sua maturazione, quanto dalla comprensione del dono che possiede (non spiego di più per motivi di spoiler).

Il climax del libro -la lotta con il cattivo, per intenderci- è cotta e mangiata. Da rimanerci di sasso, e io ci sono rimasta di sasso, però è particolare e ci può stare; la nota stonata è anche nella fine, però: siccome la tipa è un assassina, la tipa è femminista, insomma il libro è fuori dagli schemi, non si poteva avere un vero happy ending, ma l’ho trovato forzato e del tutto fuori luogo.

Nonostante ciò, è il libro di un’esordiente, lei scrive abbastanza bene, a parte qualche scena raccontata più che mostrata. Come personaggi secondari, non sono male il figlio del re -cugino e amico di Katje- e Bitterblue, cuginetta di Po.

Se fosse stato un libro per adulti e l’autrice si fosse lasciata più andare, credo che avrebbe giovato; la Cashore sarebbe dovuta entrare più nel dettaglio evitando di presentare mille aspetti e situazioni, poi abbandonati in superficie.

A conti fatti però è stata una lettura davvero piacevole, un mondo fantastico nuovo, una trama abbastanza complessa, un’eroina interessante, forse più adatta a un pubblico femminile.

Dati più o meno oggettivi

Prezzo 14,oo Pag: 495 Rapp. qualità prezzo: avrei abbassato di due euro...

Edizioni DeAgostini: redazione: buona

Copertina: 8/10

Genere: fantasy, azione, avventura, romance, young/adult

Libro unico: no (prequel uscito in Italia, e sequel ancora non uscito)

Scrittura: -terza persona, passato - chiara, scorrevole; presenza di due punti e punti e virgole: sì, 8/10

Trama: 8/10

Caratterizzazione protagonista: 8/10; altri personaggi: 7.5/10

Voto 8/10

Consigliato: sì.

***




Fire.

Trama: Al di là dei sette regni vivono creature dalla bellezza mozzafiato, animali dai colori sgargianti capaci di ammaliare gli uomini e di prendere possesso delle loro menti. Sono i mostri. Fire è una di loro: l'unico mostro in tutta la Valle con sembianze umane. Molti vorrebbero impadronirsi del suo enorme potere e sfruttarlo per usurpare la corona, ma Fire ha giurato di usare il suo fascino solo per difendersi dai suoi nemici. Non è facile, però, mantenere i buoni propositi. Non quando re Nash e i suoi fratelli hanno bisogno del suo aiuto. Non quando un intero esercito è pronto a sacrificarsi per proteggere quel che rimane del regno. Non quando il principe Brigan le sta così vicino.

Beh, ecco, questo libro in parte è stato una delusione. Non c’è stata una vera crescita in termini di scrittura, ma questo sarebbe l’ultimo aspetto: la trama è inesistente, di fatto non va mai avanti, a parte le ultime 50 pagine, per il resto è un… troiaio, passatemi il termine.

Motivo per cui, tra l’altro, a mio avviso non è affatto un libro Y/A (quando l’ho comprato era nella sezione bambini!!!): Fire ha 17 anni, va a letto con il suo migliore amico, quasi fratello (che nel frattempo va a letto con tutte quelle che gli capitano a tiro, mettendone incinta due per tre!), e lo fa con un cinismo e un disinteresse che non sono propri della sua età, fosse stato un libro per adulti, almeno ci saremmo gustati le suddette scene, invece no, è uno Y/A e quindi niente scene succulente di sesso. Ok che oggi i giovani sono figli di Moccia, però mi sembra un tantino fuori target.

I colpi di scena sono carini, però che cavolo, sono tutta una serie di omicidi, patricidi, adulteri, stupri, aho, e che ansia!! Come se non bastasse non serve quasi a nulla per la trama. Per non parlare del fatto che lei ha bisogno di una scorta ogni volta che ha il ciclo sennò i mostri se la pappano… va bene, sorvoliamo.

Nonostante Katja fosse un’assassina femminista ero riuscita ad immedesimarmi molto di più in lei che non in Fire, amante dei cavalli e desiderosa di avere figli (che non avrà mai perché, udite, udite, si è fatta sterilizzare!). Anche l'ambientazione qui è inesistente, mentre se per lo più abbozzata (ma stava bene nel tipo di storia), in Graceling è descritta e importante per le varie vicende.

Il libro è il prequel del primo solo perché uno dei personaggi secondari appare (a mio avviso in maniera forzata) un paio di volte, per finire nel nulla. L’unico personaggio femminile davvero forte, poi viene ammaliato anche lei dal migliore amico di Fire e perde dieci punti; di fatto quindi l’unico vero personaggio femminile forte, sensato e coerente è una bimbetta di 5 anni (che, ringraziando il cielo, non va a letto con nessuno, però vorrebbe sposarsi con l’amico in questione di Fire).

Brigan si innamora di Fire per motivi oscuri, o se non sono proprio oscuri, banali; se non altro lei non salta nel letto di lui o viceversa, però quando questo -di grazia- avviene, non solo non viene descritto, ma manca di sentimento nella maniera più totale: del tipo “si baciarono e poi lei lo condusse a letto”, e tanti cari saluti.

L'unico aspetto interessante è il conflitto che la protagonista vive con il ricordo del padre e la crudeltà di lui, che in qualche modo diviene un conflitto con se stessa.

Devo essere onesta, non so se consigliare o meno questa soap opera… pardon, questo fantasy per giovani adulti, neppure a chi è piaciuto Graceling. Ma, sempre per onestà, sottolineo che in America ha moltissimi pareri positivi.

Dati più o meno oggettivi

Prezzo 15,9o Pag: 492. Rapp. qualità prezzo: insomma

Edizioni DeAgostini: redazione: abbastanza buona

Copertina: 7/10

Genere: fantasy, azione

Libro unico: vedi sopra

Scrittura: -terza persona, passato - chiara, scorrevole; presenza di due punti e punti e virgole: sì, 8/10

Trama: 5/10

Caratterizzazione protagonista: 6/10; altri personaggi: 6/10

Voto 6/10

Consigliato: non saprei.

lunedì 29 novembre 2010

Aggiornamenti e libri

Aggiornamenti… beh, in realtà è un parolone, non ho aggiornamenti, a parte il fatto che riesco -da una decina di giorni- a ritagliare più tempo per me stessa. Il che tradotto vuol dire che ho potuto aggiornate Le Figlie di Ananke. Black Light, stendere in maniera logica NT2 e leggere libri.


Ed è di quest’ultimo aspetto che vorrei parlare.



Terra ferma, di Matilde Asensi (di cui avevo letto L’origine perduta, che mi era piaciuto molto)


Il libro sono circa duecento pagine, poco più e non mi ha lasciato nulla… ecco la trama:


Spagna, 1598. La giovane Catalina Solìs, figlia di una ricca famiglia in declino, si imbarca per le Americhe su una nave della flotta Los Galeones. Ad aspettarla all'altro capo dell'oceano c'è il suo promesso sposo. Ma una notte, nelle acque dei Caraibi, il galeone viene assaltato dai pirati inglesi e Catalina, travestita da uomo, riesce a fuggire gettandosi in mare. Dopo tre giorni in balia delle onde, raggiunge un'isola deserta: nulla del suo passato l'ha preparata alla sfida della sopravvivenza, di una solitudine e di un'angoscia che si protraggono per due anni, prima che un mercante e il suo equipaggio giungano miracolosamente a salvarla. E a offrirle l'opportunità di diventare Martin Ojo de Plata, figlio perduto del capitano della Chacona. In un futuro del tutto diverso da quello in cui un tempo aveva sperato, Catalina, straordinaria e moderna eroina pronta a sfidare tutti i pericoli e le convenzioni di un mondo inventato dai maschi, dovrà imparare a prendere in mano il proprio destino. E decidere se essere donna o uomo.



A parte forse l’inizio, l’ho trovato lento, prolisso, nonostante la brevità, e a me piacciono i libri prolissi, ma devono essere prolissi interessanti: qui l’Asensi si perde in particolari che sembrano essere messi là solo per farci sapere quanto lei sappia del periodo storico in questione, di pirati, navi e commercio delle colonie spagnole. Bah, sono andata avanti perché non lascio quasi mai un libro, ma ho davvero faticato; se ne avesse fatto un racconto più breve ma più pieno sarebbe stato molto meglio, la storia per lo più fila e sarebbe anche interessante. Non mi sento di consigliarlo, tuttavia credo leggerò il seguito, anche perché già lo ho a casa. Speriamo bene.




Dati (sì ho deciso di dare i dati da adesso in poi, non solo quelli oggettivi)



Prezzo 8.20 Pag: 218. Rapp. qualità prezzo: ok


Edizioni Bur: redazione: ok


Copertina: 7/10


Genere: storico, avventura


Libro unico: no, ci sono altri due libri, che tenterò di leggere.



Scrittura: -prima persona, presente- chiara; presenza di due punti e punti e virgole: sì; troppi paroloni, troppi dettagli. 7/10


Trama: 6/10


Caratterizzazione protagonista: 6/10; altri personaggi: 4/10



Voto 6/10


Consigliato: no




Una grande e terribile bellezza, di Lubba Bray. Tolto il fatto che ancora mi stia chiedendo perché mai questo titolo (è l’originale tradotto letteralmente), devo dire che mi è piaciuto moltissimo! Ecco la trama:


Fine Ottocento. Rimasta orfana di madre e trascurata da un padre schiavo del laudano, la sedicenne Gemma Doyle lascia Bombay, dove ha trascorso l’infanzia, per un severo e cupo collegio femminile appena fuori Londra. Qui riesce a entrare nell’esclusivo gruppo formato dalla potente Felicity, la vezzosa Pippi e l’imbranata Ann. Dopo il primo periodo di permanenza, costellato di noiose lezioni, rigida disciplina e oscure visioni (nonché dalla presenza di Kartik, un giovane misterioso e seducente che l’ha seguita dall’india), Gemma scopre un diario segreto che le svela l’esistenza dell’Ordine, una congrega di donne dedite alla magia e alla scoperta di universi paralleli dove tutto è possibile. Assieme alle amiche, e nonostante la ferma opposizione di Kartik, la ragazza è intenzionata a saperne di più, a ribellarsi alle regole e a raggiungere la grotta nascosta dove l’attende un destino inatteso...



Un libro scritto molto bene, forbito quanto basta, divertente quanto basta, scorrevole. Dai risolvi non sempre scontati, forse più adatto a un pubblico femminile, ma ugualmente leggibile dai ragazzi. Gemma è un personaggio ben sfaccettato, con pregi e difetti; lo stesso le sue amiche, mai banali nelle loro diversità, nei loro diversi problemi e anche nella loro stessa amicizia. La magia, che a me solitamente non piace, è ben proporzionata rispetto alla trama e all’evolversi della vicenda. Forse avrei dato più spazio a Kartik e lo avrei caratterizzato di più, ma visto che ci stanno altri altri due libri, aspetto di vedere il resto.




Prezzo: 11.90 Pag: 380 Rapp. qualità prezzo: ok


Edizione LIT/redazione: ok.


Copertina: 8/10


Genere: storico, avventura, horror, paranormale, fantastico, gotico


Libro unico: no, ci sono altri due libri, che leggerò sicuramente.



Scrittura: -prima persona, presente- chiara, frasi non troppo lunghe, né spezzate da continui punti; presenza di due punti e punti e virgole: sì; 9/10


Trama: 8/10


Caratterizzazione protagonista: 9/10; altri personaggi: 9/10



Voto 8,5/10


Consigliato: sì




Il principe e il peccato, della mia amata Carey. Letto in tre serate, praticamente divorato. Ecco la trama:


Dopo essere miracolosamente sopravvissuto all’assedio della città di Lucca, Imriel de La Courcel, terzo in linea di successione al trono di Terre d’Ange, decide di tornare a casa per affrontare i suoi doveri di principe, accettando il matrimonio combinato con Dorelei mab Breidaia, principessa di Alba. Non appena arrivato a corte, però, Imriel si innamora perdutamente di Sidonie, la legittima erede al trono Angeline, con la quale inizia una relazione clandestina. Per la prima volta nella sua vita il giovane sente di essere davvero felice, ma sarà una felicità di breve durata…



Imriel finalmente diviene un personaggio a tutto tondo: è cresciuto, si lagna di meno e nonostante abbia una buonissima capacità di mettersi nei guai, sono guai molto più scorrevoli e leggibili del primo volume (due in Italia), che erano di una lentezza esasperante -e non avrei continuato se non fosse stata la Carey e se non mi fossi già innamorata di Phèdre-. Qui Imri affronta di petto i problemi politici e l’amore; analizza la figura della madre, che non comprende, ma che tuttavia non accusa più in maniera marcata, dandoci una visione di Melisande più umana (e sempre affascinante); la magia in questo libro, rispetto alla trilogia di Phèdre diviene più presente e comunque ben ponderata. Il lato dolce e quello sadico di Imriel acquisiscono un equilibrio notevole.


Sidonie finalmente diventa più simpatica, riusciamo ad entrare nel suo mondo e comprenderlo: una diciassettenne alle prese con un popolo suddito che la vede come mezzosangue e una diciassettenne passionale dal sangue Kushielin; a me però piace Dorelei, la graziosa moglie di Imriel, che, obbligata anche lei a sposarlo per motivi politici, si innamora di lui.


Phèdre e Josc: e che posso dire? Sono perfetti!


Sulla scrittura della Carey ho già parlato: divina, almeno per me.




Prezzo: 18,00 Pag: 398 Rapp. qualità prezzo: mah…


Edizione Nord/redazione: pessima (refusi, frasi sbagliate, punti mancanti).


Copertina: 6/10


Genere: avventura, storico, fantastico, erotico, romance


Libro unico: no



Scrittura: -prima persona, passato- frasi complesse, ma molto chiare, ritmo incalzante dove serve; presenza di due punti e punti e virgole: decisamente sì; 10/10


Trama: 8/10


Caratterizzazione protagonista: 10/10; altri personaggi: 10/10



Voto 9/10


Consigliato: sì, ma solo se avete letto la prima trilogia e ne avete compreso il mondo


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