venerdì 23 dicembre 2011

Beh, caro Babbo Natale…


Insomma, l'anno scorso non mi ti sei filata de pezza, quest'anno farò da me.

Editing, in lavorazione.
Copertina, in lavorazione.
Soldi, messi da parte con mooolta fatica.

Manca una buona autopromozione e tanta fortuna ('azz, qui casca l'asino!).




Well, Fuck You!


Ah… e Buon Natale :D


martedì 20 dicembre 2011

E se questo romanzo facesse schifo?

All'improvviso, hai una dolorosa illuminazione, che ti riporta indietro nel tempo, a quando il tuo romanzo era in fase di scrittura, a quando lo amavi già, come un figlio nel ventre, ma nessuno lo aveva ancora mai letto e ti chiedevi come sarebbe apparso. Torni, quasi ci rotolassi su, a quel momento e ti dici: tante belle parole, ma se in fin dei conti questo romanzo facesse schifo? Forse è una noia mortale, forse è scritto malissimo, forse con questa lunghezza solo quattro gatti arriveranno alla fine.
Insomma, ogne scarrafone è bello a mamma soja, ma agli altri? Intendiamoci, so di non essere a un livello base, ma forse ho anche creduto troppo ai commenti che mi sono arrivati: non perché non fossero sinceri, anzi, ma tirando un po' di somme quante persone lo hanno letto? Poche. Quante ci stanno credendo?
Io. Ma io non faccio testo.
Si dice che, se hai scritto qualcosa di buono, prima o poi qualcuno ti pubblicherà, eppure inizio a pensare che questo non avverrà mai -e se due più due fa quattro…

Lo so, lo so che mi faccio le pippementali, mai negato. Però non ho potuto fare a meno di pensarlo, quando ho realizzato di vivere una sorta di innamoramento per i miei protagonisti, per quello che vivono e fanno; la chiave è stata proprio innamoramento: lo sappiamo tutti che l'amore è cieco, che ci rende un po' stupidini, che come una madre con il proprio bimbo, vediamo tutto perfetto (ok, perfetto no, ma è perché sono tra.gi.ca.mente autocritica!), io che vorrei gridare al mondo intero il mio amore per i miei protagonisti; l'innamoramento ti fa vedere le stelle più luminose, l'innamoramento ti appanna gli occhi… Questo mi ha fatta rimanere più o  meno così:
. .
O

E credo ci sia un unico modo per sapere la verità.
Il problema è: quanto farà male questa verità, considerando come stanno andando le cose?




lunedì 19 dicembre 2011

No all'abbandono del blog

Santa cecropia! Povero blog : ( nessuno vuole abbandonarlo, ma la sua padroncina ha tutti i santi giorni un sano, dolce, appiccicoso mal di testa. Oltre a una sana, dolce e appiccicosa depressione post rifiuto dalle case editrici, post università (molto post), pre lavoroChissàQuando (molto pre), e forse qualche altra cosa che ora mi sfugge. Sicché la voglia di aggiornare è pari a zero, anzi la voglia di fare qualsiasi cosa.
Poi ieri sera mi è capitata sotto mano la prima -e dico la prima- pagina di NT e ho trovato un refuso (un "in" senza "n"), nella pagina dopo mancavano due virgole: e meno male che l'ho corretto mille volte.
Ok, basta, passavo di qui per non abbandonare il mio blog a se stesso e, ovviamente, per sprizzare gioia e positività da tutti i pori. Non si vede?



  


Becalini!


martedì 6 dicembre 2011

Tutte le notti

Non so se sia una cosa bella o brutta, o forse è bella nel mentre e brutta quando realizzo che non è vera; fatto sta che ultimamente tutte le notti sogno di aver pubblicato NT e che tutti fanno delle bellissime recensioni. Insomma, è un segno o sto solo diventando matta?

La seconda, Dil.




mercoledì 23 novembre 2011

La fine di Le figlie di Ananke - Black Light

Come scrissi tempo fa, l'ho finito. Mi sono decisa anche a rileggerlo e correggere qua e là. Sono abbastanza contenta, più che altro perché non è la fine che avevo previsto, come l'avevo prevista: è diversa e questa mi piace di più.
Tuttavia rimane un lavoro che non mi soddisfa a pieno. Le Figlie di Ananke nasce come un racconto per il web e mi ero data alcune direttive (per esempio, capitoli brevi, non troppi personaggi, linearità), oggi, quando lo rileggo, lo trovo solo fastidioso. Indipendentemente dall'essere prolissi, mi sembra che accada tutto troppo velocemente e non in termini di trama, ma proprio di racconto, di esperienze, di passaggi, nonché di emozioni.
Forse perché esco da un'esperienza come NT, in cui ho guardato al dettaglio, al famoso raccontato, ho cercato di sviscerare tutto. Nel mio romanzo sono legata ai personaggi, vivo e rivivo la loro storia sentendomela sulla pelle, anzi, sotto la pelle; con Thari e soprattutto con Ryker mi manca qualcosa. Da lettrice, mi manca il sense of wonder, e ho detto tutto! Forse non sono fatta per i racconti, del resto non amo neppure leggerli. Imparerò la lezione.

Ad ogni modo, l'ho dato ad un amico per farlo correggere, poi lo pubblicherò in pdf, non so ancora come. Se ci riesco gli do anche un ISBN. Sarà comunque gratuito.





lunedì 21 novembre 2011

E anche Breaking Dawn I è andato


 Ogni volta che vado a vedere i film di questa saga, ciò che mi chiedo non è perché siano così mediocri, quanto perché io mi ostini ad andarli a vedere. La riposta credo sia che è diventato una sorta di rito vederlo con la mia amichetta Kiki, forse l'unico film che ormai vediamo insieme; tra l'altro in un cinema in cui ci sono quattro gatti, per nostra fortuna; per i lupi, per la fotografia, perché ormai siamo quasi alla fine.
A questo giro, le uniche cose che mi sono piaciute sono state la musica e la parte che interessava Jacob. Il resto l'ho trovato di una noia mortale.
La prima parte parla del matrimonio: se avessi visto il filmino di qualche sconosciuto, sarebbe stato uguale; lei più che a un felice sì, sembra andare in contro al patibolo, fino a che non vede lui all'altare e ci regala un sorriso; e poi tutti questi ti voglio bene, scene lentissime, un dramma di fondo… Sembra che la figliola stia per partire per la terza guerra mondiale! Le scene con Jacob sono più credibili, ma comunque lentissime. Ricordavo che questa parte non mi fosse piaciuta neppure nel libro (libro che aveva acquistato punti solo nel POV di Jacob e perché lei la smetteva di essere la ragazzina lagnosa che sapeva solo dire quanto fosse bello Edward), ma non così tanto! Una lentezza da soap opera, assolutamente inutile per i miei gusti.
Ad ogni modo me lo ero chiesta anche per Eclipse. Forse sono io.
La seconda parte è intrisa da una visione più horror di tutta la storia, con Bella che viene divorata dall'interno dalla sua piccola e potente creatura che, per quanto la ami, ha fame! E vuole crescere, quindi succhiamo sangue a mamma, rompiamo le costole a mamma, rendiamola cadaverica, anoressica, priva di forze. Cinema mezzo vuoto, il mio, ma accanto a me c'erano due dodicenni o poco più, un bambino di forse nove anni e uno di circa sei, bene, quest'ultimo con il faccino scioccato che chiedeva "ma è morta? ma è morta?"  è stata la ciliegina sulla torta. Io il libro l'avevo letto, ma che angoscia!
Riassumendo, una prima parte noiosissima e una seconda da ansia pura e trash a gogò.
Pattinson, se è possibile, è ancora più  brutto. Lei, vabbè, lo richiede la trama. Lautner è sempre uguale, a me piace e poi è lupo ^^ (da tenere presente che in questo film i lupi non sono più così morbidosi come nei precedenti); gli altri, non capisco bene perché, sembrano tutti un po' ingrassati di viso, soprattutto gli uomini. La recitazione fa pena un po' per tutti.
La bella bimba di cui vi ho parlato in questo post, Renesmee, nonché Mackenzie Foy, qui non appare, se non in una visione del futuro durante l'imprinting di Jacob. Un imprinting che aveva già scioccato le povere lettrici.
Per quanto riguarda il nostro imprinting emotivo con il film è assolutamente assente.

A mio avviso, se ne avessero fatto un solo film (ok, magari un pochino più lungo della media), ne avrebbe giovato. Staremo a vedere che cosa hanno combinato con il prossimo.

giovedì 17 novembre 2011

Pensavo che fosse "sesso" (e invece è Renesmee Cullen)

Pensavo che fosse la parola sesso (usata in questo POST) a portare più persone nel mio blog, per il semplice fatto che sesso è la parola più cercata in generale. Un amico una volta ha messo l'immagine di una biondona mezza ignuda e... zac! Tutti sul suo blog. Ok, sul mio blog arrivano anche per le recensioni sui libri e la scrittura, e per fortuna, visto che parlo soprattutto di questo; tuttavia mi aspettavo che, se ci fosse mai stato un boom, quello sarebbe stato scatenato dalla parola sesso.
E invece no.
Sul mio blog stanno arrivando frotte di utenti in cerca di questo bel faccino:
Mackenzie Foy 

Renesmee Cullen 

perché a quanto pare basta parlare di Twilight e tutti si mobilitano, soprattutto in questi giorni, con Breaking Dawn nei cinema e Bella che si sposa con Edward e mette al mondo la simpatica cucciolotta mezza umana e mezza vampira, Renesmee Cullen interpretata dalla bambina qui sopra, l'attrice e modella Mackenzie Foy (undici anni; nove, pare, durante le riprese del film - un'età che a mio avviso non  corrisponde a quella seppure celere della bambina vampiro). 
Da me, un vero assalto.
Mah, andrò a vedere il film anche io con la mia amichetta Kiki, speriamo ne valga la pena.


domenica 13 novembre 2011

Recensione Dark Eden, di Moira Young

 Quando ho preso questo libro, convinta di quanto mi sarebbe piaciuto, ero certa che ne avrei fatto una bella recensione. Il libro, però non mi è piaciuto, anzi, mi ha proprio delusa, dunque, che fare? Mi ero ripromessa di parlare solo dei libri che avessero almeno una sufficienza sul mio personale registro, ma ho ceduto e ora eccomi qui.

Una mini recensione, niente di più.

Trama: Saba ha diciotto anni, tutti trascorsi a Silverlake, una terra desolata che quasi non ricorda più il lago di cui porta il nome. La civiltà così come noi la conosciamo è sparita dalla faccia della terra e solo dei relitti, dei quali si è perso l’uso e il significato, stanno a ricordare che c’è stato un tempo, in cui tutto era diverso. Ma va bene così per Saba, fintanto che il suo amato gemello, Lugh, è con lei. Sarà una mostruosa tempesta di sabbia e l’arrivo di quattro cavalieri a cambiarle la vita. Perché rapiscono Lugh e a Saba non resta altra scelta che mettersi sulle sue tracce per salvargli la vita e riportarlo a casa. Per riuscirci dovrà superare molte prove, combattere molte battaglie, ma quello che otterrà in cambio – l’amore, l’amicizia, e una nuova consapevolezza – sarà la ricompensa per la perdita dell’innocenza.

Partiamo dalla trama: scorre bene, complessa quanto basta per farne un'avventura interessante, nonostante a volte non sia del tutto credibile e abbia dei buchi ingiustificati. Il mondo in cui ci troviamo è post apocalittico, anche se si può dedurre solo da qualche frase qui e là. Ho trovato molto carina l'idea di chiamare  Distruttori gli uomini di oggi, quelli che in qualche modo hanno distrutto il loro stesso pianeta; sarebbe stato bello saperne di più.
Non vi sono molte descrizioni o spiegazioni, sappiamo che il posto è lontano dall'attuale Francia, che esistono alcuni nuovi animali come i verminferno, che c'è un re (di che?) cattivo e che esiste una sorta di magia o qualsiasi altra cosa attraverso cui si possa leggere il futuro nelle stelle (atrologia?) o influire su una pietra particolare.

La protagonista, Saba, è testarda e non si tira mai indietro. A tratti, il suo essere ingrata risulta insopportabile, anche se i suoi difetti la rendono un buon personaggio; peccato che sia troppo intuitiva per una che per 18 anni ha vissuto praticamente solo con la propria famiglia. Nel corso della storia cresce e lo manifesta fidandosi di più degli altri, cercando di essere meno testarda, più grata e soprattutto cercando di comprendere e amare la sorellina, Emmi, per la quale da sempre prova un grande odio, poiché la loro mamma è morta nel darla alla luce.
Direi che Emmi è uno dei personaggi che mi piace di più, assieme a DeMalo, di cui però non si sa niente: forse ci sarà una parte interessante nel seguito, ma non so se ne leggerò mai il seguito; avrei tanto voluto sapere qualcosa in più di lui in questa parte. Forse è uno dei pochi motivi per cui ero davvero curiosa di arrivare alla fine :D
Gli altri personaggi non sono male, sono abbastanza caratterizzati, anche se non lasciano il segno, né in negativo né in  positivo.
Jack, il lui della situazione, è un tipo interessante, tuttavia non mi ha lasciato niente neppure lui. La storia tra lui è Saba va troppo a singhiozzi, tra l'altro per colpa di lei, perché Saba si ostina a non farselo piacere per troppo tempo, così tanto da risultare forzato oltre che noioso. Jack ha gli occhi come l'argento della luna e un sorriso sghembo (vi ricorda nessuno?), che piace tanto agli scrittori soprattutto stranieri, ma che io ancora non ho capito cosa voglia dire. Ok, problema mio.

Altre questioni che rimangono un mistero: perché Saba si salva grazie solo alla "rabbiarossa"? Voglio dire, non è che se uno è incazzato nero automaticamente è anche il più forte del mondo. Come fa questa ragazza, che ha combattuto per gioco solo con il fratello, a diventare in quattro e quattr'otto il temutissimo Angelo della Morte?
Il suo amico corvo perché è così intelligente? Magia, mutazioni genetiche, troppa televisione?
Perché Emmi ne sa sempre una più del diavolo? Sesto senso? Occhi dietro la testa? O gli altri sono rincoglioniti e lei è l'unica che sta attenta a tutto?

Insomma, mi aspettavo molto di più da questo libro, nonostante fosse uno Y/A, invece viene costruito in maniera piuttosto banale, poco approfondita, lasciando poco e niente. Tuttavia potrebbe anche cavarsela. Allora perché non do neppure la sufficienza?
Il problema è la scrittura.
Sacrestelle! -come dicono i personaggi del libro- la punteggiatura in questo libro è fatta solo di punti e di virgole, i due punti e i punti e virgola non esistono. Le virgole prima e dopo i vocativi a volte non ci sono, creando confusione. I verbi, santa pazienza, i verbi sono tutti sbagliati! Ho letto da qualche parte che la scrittura riproduce il parlato di Saba (che non sa leggere né scrivere e non conosce i libri). Ora, ok, tolto il fatto che TUTTI parlano più o meno come Saba -quindi non c'è un metro per confrontare- da nessuna parte si dice chiaramente "lei parla così perché è una sempliciotta burina", sicché io, lettore, da cosa lo deduco? Avrebbe avuto senso se nel corso della storia lei avesse cambiato modo di parlare e dunque di scrivere, ma non accade. Oppure se qualche personaggio lo avesse fatto notare, che so, con un commento a caso o, meglio ancora, con una parlata più forbita (lo so, sono più o meno tutti sempliciotti, ragazzi che vivono per strada e simili, quindi sarebbe stato difficile). Poi, poniamo che lei non abbia i mezzi per parlare in modo più decente e che questo serva a caratterizzarla in qualche modo e a caratterizzare il mondo in cui si trova, ari-ok, allora sarebbe stato più carino se la nostra amica Moira Young avesse scritto in terza persona, così la particolarità sarebbe stata più chiara, la sua "bella" scrittura non ne avrebbe risentito, e noi non avremmo sofferto tanto! Altro punto: perché se Saba usa i congiuntivi a volte sì e a volte no, la sorellina, di nove anni, li usa più spesso di lei? In teoria non ne avrebbe dovuto usare nemmeno uno.
E va bene, chiudiamo un occhio -ma anche no- la scrittura, così come è riportata dal pensiero di Saba, non lascia niente. NIENTE. Non una vera emozione, eppure di scene commoventi ce ne sarebbero state, tra sacrifici di personaggi e ritrovamenti vari, quindi sia in positivo che in negativo. Peccato che sia tutto cotto e mangiato. "E X morì per difendere Y. Il giorno dopo…"; "E allora vidi finalmente B, come ero felice, quasi non ci credevo. A ma', che fai a cena?"
E il raccontato invece del mostrato, che viene usato fin troppo spesso, certo non aiuta.
A questo punto chiudo anche l'altro occhio e forse è meglio, perché nel tenerlo aperto leggo pezzi come questo.

Vattene via da qui, dice. Prendi Emmi e Tommo. Ash e Epona vi copriranno.
Mi si ferma il cuore. Mi ronzano le orecchie. Vuoi che ce ne andiamo?
Annuisce. Io e Ike restiamo.
No, dico.
Mi libero. Afferro dei fasci di rametti, li getto sulle fiamme. Appena prendo fuoco li lancio ai verminferno. Bruciano, gridano. Accanto a me, Jack continua a sparare con la balestra.

Ora ditemi: cosa hanno detto, chi lo ha detto, cosa ha pensato Saba e cosa hanno fatto?

 E qui:
Tu porta la bambina e ricorda, tieni la bocca chiusa, ordina Lady Pinch a Rooster mentre scendiamo. Io tratto con il Signore della Gabbia.

Lo ammetto, se si fa attenzione e si legge dall'inizio del libro, si capisce, magari rileggendolo; ma io dico -respira, Dil, respira-  per quale assurdo motivo non vengono segnalati i discorsi diretti? Perché non devi usare due cavolo di "", o di  «», o magari --? O un qualsiasi altro segno del piffero? Non lo so, mettici i cuoricini, le stelline, un'emoticon, una macchia di sangue! Ma perché non metterci niente? PERCHÈ? E perché te lo hanno pubblicato senza dirti: "ok, bel libro ma mettici dei segni"? E perché te lo hanno pubblicato in Italia senza dire: "ohibò, ma non ci sono i segni!"?? P-E-R-C-H-È???
Se qualcuno è in grado di rispondermi, per favore, me lo spieghi, magari esiste un buon motivo che io al momento non colgo. Quello che colgo ora è una scrittura confusa, resa ancora più confusa dalla prima persona al presente. In quel caso un "bruciano, gridarono" sarebbe stato diverso da un "bruciarono, gridarono". Un "Tu porta la bambina e, ricorda, tieni la bocca chiusa, ordinò Lady Pinch a Rooster mentre scendevamo. Io tratto con il signore della Gabbia", sarebbe stato diverso da quell'obbrobrio sopra. L'unica cosa che ti fa capire più o meno chi dice cosa e chi fa cosa sono gli accapo...

Leggete questo pezzo, ricordatevi che Saba è una ingrata, testarda e che non vuole ammettere certe cose neppure a se stessa:

 C'è mancato un pelo, Saba. Si siede ansimando.
Jack! Gli metto le braccia al collo. Sto tremando dalla testa ai piedi. Non sono mai stata così felice di vedere qualcuno in tutta la mia vita!
Si libera dalla stretta. Mi guarda con gli occhi socchiusi. Cosa è successo?

Nella frase in grassetto non ero certa di cosa avesse detto e cosa raccontato / pensato, conoscendo la tipa non pensavo avesse detto ad alta voce: Non sono mai stata così felice di vedere qualcuno in tutta la mia vita!
 Invece, qualche pagina dopo, esce fuori che non lo ha pensato, lo ha detto e Jack glielo rinfaccia. Io credo che, come ho confuso questa frase, potrei averne confuse altre. E quello che mi continuo a chiedere è: perché? A che pro? A che serve? In lingua originale aveva più senso?

Ne hanno già acquisito i diritti per farne un film (Ridley Scott !), se lo faranno bene, credo che sarà uno di quei film migliori del libro.

Beh, basta, dovevo fare una mini recensione e sono ore che blatero.

Piccola nota: il libro si fa leggere perché non è molto profondo o complesso, però deve interessare in qualche modo l'avventura. È probabile che quella storta sia io, visto che all'estero ha avuto molto successo (la scrittura sgrammaticata e l'assenza di tag per i discorsi diretti è stata addirittura apprezzata). È un libro per giovani adulti e io non rientro nel target, in quel caso, forse, non avrei visto come un problema la superficialità e l'immediatezza delle scene o i buchi nella trama.
La scritta sulla nostra copertina "Per amore vale sempre la pena combattere" si riferisce più che altro all'amore fraterno.
  

Dati più o meno oggettivi
Prezzo 17,00 Pag: 353 Rapp. qualità prezzo: lasciamo stare, va.
Edizioni Piemme Freeway: redazione: in teoria buona…
Copertina: 7/10 è di Barbieri, e a me lui piace sempre, tuttavia non è delle migliori
Genere: fantasy, Y/A, avventura, distopico
Libro unico: no


Scrittura: -prima persona, presente - ne ho parlato abbondantemente; presenza di due punti e punti e virgole: no; 3/10
Trama: 6.5/10
Caratterizzazione protagonista: 6/10; altri personaggi: 6/10


Voto 5/10

Consigliato: no





martedì 8 novembre 2011

Post di servizio

 Dopo un bel  po' di mesi dalla fine, ho iniziato la correzione ufficiale del seguito di NT. Già so che cambierò la metà della punteggiatura.

Ho comprato e finito Il bacio e il sortilegio, della Carey. Che dire? Sono rimasta come un'ebete perché il libro è tagliato in due -in un punto del piffero per noi poveri lettori- e non si può che rimanere così, con un pungo di mosche. Toccherà aspettare febbraio : (

Ho comprato e devo leggere il nuovo libro di Francesco Falconi, Nemesis - La chiave di Salomone. E sto leggendo Quando soffia il vento, di Patterson, ovvero lo scrittore che ha guadagnato di più al mondo.

Nella mia vita non è cambiato proprio nulla, quindi non c'è gran che da dire.

Per la mia amica Arwen, ho iniziato a scrivere I racconti di nonno Tarzan, non è niente di che: lei mi ha chiesto se non mi andasse di parlare della mia terra natia -lo Sri Lanka- e io ho voluto renderlo meno noioso inventandomi un nonno che racconta di questo luogo a una ragazza mezza italiana.

giovedì 27 ottobre 2011

Scrivere: soggetto, predicato, punto

Negli ultimi tempi mi sono sentita spesso dire che i libri prolissi sono noiosi e inutili; che l'uso di aggettivi e avverbi va limitato; che la sintesi  è un'arte; che i periodi lunghi confondono il lettore, rallentando la comprensione e quindi la lettura.
Bene, sono d'accordo con tutto questo e so che io, che non tendo a scrivere proprio così, ho spesso bisogno di lavorarci sopra. Però ultimamente noto che alcuni autori, forse forti dei manuali di scrittura, tendono a scrivere in maniera opposta.
Io non sono d'accordo con questa idea di prendere alla lettera tali direttive, non solo perché toglie personalità alla scrittura, ma anche perché finisce per essere fastidiosa nello stesso modo. Va bene avere gusti diversi: avere fan dei periodi lunghi, dei testi prolissi, come avere fan della scrittura pulita e asciutta, ma a tutto c'è un limite. E come ce ne sono nel primo caso, dovrebbero essercene nel secondo.

Mi chiedo perché si senta sempre l'accusa al complesso e ridondante e mai il contrario: per me, scrivere soggetto, predicato, punto è in qualche modo terribile; forse non è un errore, come potrebbe esserlo la ridondanza (sempre?), ma non è neppure una bella scrittura. Soggetto, predicato, punto -con qualche complemento o attributo sparso- è una scrittura da scuola elementare che non dà niente di più che una lista della spesa; è un metodo assai banale per non incorrere in errori. Inoltre mette un'ansia ingiustificata.

Maccabeo si avvicina. Asdrubaldina sorride contenta. Indossa i suoi vestiti migliori. La serata andrà benissimo. Di certo i due si metteranno insieme. Lei pensa che lui la bacerà e sorride ancora di più; si rilassa felice. Maccabeo la trova bellissima e crede che sarà la volta buona: lei gli dirà di sì. Din, don, dan.
***
La strada è buia e silenziosa. Un cane è immobile accanto a un palo. Il cielo promette pioggia. Il freddo è pungente. Io ho solo una maglietta leggera. Decido di correre a tutta birra e scatto. Il cuore mi batte a mille. Le gambe volano. Qualcosa gracchia nell'oscurità. Mi fa venire la pelle d'oca. (e a me l'orticaria)
***
La sua bocca era sulla mia. Le sue mani mi sbottonarono la camicia, mi tolsero la maglietta e sganciarono il reggiseno. La luce era soft. La stanza era avvolta dalla ruvida e romantica voce di Armstrong. Le labbra di Baldovino scesero sul mio seno e io ansimai. Le mie dita accarezzarono la sua pelle nuda. Il respiro si fece veloce.
Ci spostammo sul letto con le lenzuola fresche di bucato. Il suo corpo scivolò sul mio; il mio si scaldò.
E ciccì e coccò.


Ecco, ho cercato di fare tre esempi diversi, li ho fatti al volo, niente di che.
A leggerli, a me mettono ansia. Quando leggo, ho bisogno di non correre troppo, di seguire il ritmo di ciò che succede, di addentrarmi nei meandri della vicenda e riflettere; altrimenti mi vedo un film in un paio d'ore!
Soggetto, predicato, punto - o anche meno- ha senso se è una scena veloce: trattasi di sveltina, ok. "Mi strappò i vesti. Le sue labbra su di me erano avide. Il mio cuore in subbuglio, il respiro veloce. Mi gettò sul letto. Ansimai. Ed era dentro di me. E tumpete, tumpete, tumpete!"
Così potrebbe andare, ma se descrivo una scena romantica, lenta, con musica e luce soft, la lista della spesa rovina tutto. Ecco, non so voi, ma io vorrei godermela questa scena romantica.
Nel secondo esempio, avrebbe avuto senso se prima della corsa ci fossero stati tempi più lunghi e poi lo scatto quando la protagonista corre. Così non c'è variazione: fa schifo!
Nel primo, meno male che Asdrubaldina si rilassa perché io non mi sono rilassata per niente!

Allora, sono solo io ad avere questa impressione?
Insomma, ok che più il libro è lungo e più si paga, ma che, stai scrivendo un telegramma?
Il libro è iniziato. PUNTO. (8o centesimi) Il libro continua. PUNTO. (60 centesimi) Il libro è finito. PUNTO. (80 centesimi) Sarebbe meglio, almeno così è brevissimo, non paghi niente e siamo tutti felici e contenti. (per tutto il resto c'è Mastercard)
Una subordinata che non sia "Tizio ha detto che sei scemo" non fa male a nessuno; una congiunzione che non sia "e" o "ma", neppure. Per quanto mi riguarda, nemmeno i gerundi, se sono usati bene. I manuali dicono di scrivere chiaro: di non mettere dieci subordinate dentro altre dieci, di non nascondere il soggetto, di non usare i passivi; non scrivono di far venire l'ansia.
E poi la punteggiatura, santa Cecropia! Basta con questi punti ovunque; e, tra l'altro, anche le virgole da sole non sono sufficienti, esistono i due punti e i punti e virgola (ne ho già parlato qui). Usiamoli.

Ci tengo a precisare che la mia critica non è tanto nei confronti di chi scrive, quanto in quelli di chi legge e dice: "Scrittura pulita e asciutta. Bellissima"; no, è una scrittura banale, e può essere sbagliata a seconda di ciò che descrive, è troppo veloce, non ha variazioni di tono: non è una scrittura bellissima.
E se il lettore fa fatica a leggere le subordinate e qualche gerundio, a seguire un pensiero o un ragionamento, beh, che chiudesse il libro e si "abbradipasse" guardando Grande Fratello.


NOTA BENE
Questo non vuol dire che io scrivo da Dio: da qui a quando avrò pubblicato il mio decimo (!) libro, ce ne sarà di strada da fare, e anche per allora… chissà : )



mercoledì 26 ottobre 2011

L'uomo che parlava con i lupi, di S. Ellis

Un commento veloce, non sono in vena di recensire, ma volevo parlare di questo libro che mi ha positivamente colpita. Io non so se Shaun sia un matto o meno, però di certo è uno coraggioso, che ci mostra il mondo dei lupi in maniera davvero interessante. C'è una frase che dice nel suo libro che permette al lettore di capire molto di lui:

«In genere gli uomini vogliono rendere gli animali che amano simili a sé; io avevo sempre desiderato il contrario.»

Il libro, per chi ama i lupi ed è interessato -se non rapito- dal loro mondo, è davvero bello, e utile anche in alcuni passaggi in cui Shaun confronta il comportamento con i cani domestici; il mio ragazzo di cani ne avuti diversi, e ho trovato molto di loro, nonché del nostro comportamento nei loro confronti, nelle parole dell'uomo-lupo.
Non conoscendo nulla di quest'uomo, il suo racconto, che è a tutti gli effetti un'autobiografia, è stato una vera sorpresa. E in qualche modo è un libro d'amore, un amore per i lupi un po' estremo, che ci mostra il loro comportamento, il linguaggio, il loro modo di concepire il branco e la famiglia; momenti vissuti attraverso gli occhi di un uomo che con loro ha vissuto nelle terre selvagge, e che sfrutta quell'esperienza per essere parte dei lupi in cattività, per aiutarli e per aiutare gli umani a comprendere.

Una nota di merito anche alla giornalista e autrice Penny Junor, che ha riportato la vita di Shaun nero su bianco con una scrittura pulita ed elegante.
Il titolo originale, "The man who lives with wolves", a mio avviso è più preciso.

Vi lascio un video che ho visto a libro finito.




martedì 25 ottobre 2011

Il dottor Cadevegna di Calvino

«Lei è venuto per il manoscritto? È in lettura, no, sbagliavo, è stato letto con  interesse, certo che mi ricordo!, notevole impasto linguistico, sofferta denuncia, non l'ha ricevuta la lettera?, ci dispiace pertanto doverle annunciare, nella lettera c'è spiegato tutto, è già un po' che l'abbiamo mandata, le poste tardano sempre, la riceverà senz'altro, i programmi editoriali troppo carichi, la congiuntura non favorevole, vede che l'ha ricevuta?, e cosa diceva più?, ringraziandola di avercelo fatto leggere sarà nostra premura restituirle, ah lei veniva per ritirare il manoscritto?, no, non l'abbiamo mica ritrovato, abbia pazienza ancora un po', salterà fuori, non abbia paura, qua non si perde mai niente, proprio adesso abbiamo ritrovato dei manoscritti che era da dieci anni che li cercavamo, oh, non tra dieci anni, il suo lo ritroveremo anche prima, almeno speriamo, ne abbiamo tanti di manoscritti, delle cataste così alte, se vuole e facciamo vedere, si capisce che lei vuole il suo, mica un altro, ci mancherebbe, volevo dire che teniamo lì tanti manoscritti che non ce ne importa niente, figuriamoci se buttiamo via il suo che ci teniamo tanto, no, non per pubblicarlo, ci teniamo per darglielo indietro.»
 […] hai sentito il dottor Cadevegna ricominciare più volte il discorso del manoscritto che non si trova, rivolgendosi ogni volta a persone diverse, te compreso.

Da Una notte d'inverno un viaggiatore, di Italo Calvino

(Per chi non avesse letto il libro: "te" si riferisce al protagonista, "Lettore", che va in casa editrice solo perché vuole il seguito di un romanzo.)

domenica 16 ottobre 2011

E poi dicono che devo essere positiva

Che ne pensi se aprissi una libreria? No, no, per carità, non è tempo per aprire una libreria, l'editoria va a rotoli, non legge più nessuno.

Ah, beh, se mi facessi assumere in una casa editrice sarebbe meglio? Ma che, non è tempo per farsi assumere da una casa editrice, poi quelle medio-grandi sono snob e quelle piccole non hanno soldi per pagarti.

Mi farò assumere da qualcun altro: qualche lavoro di segreteria nelle agenzie immobiliari non mi dispiacerebbe. Le agenzie? Non lo sai che stanno fallendo? Non è tempo per le agenzie, ormai la gente ha capito che fregano soldi e comprano o vendono casa usando la Rete.

Farò la segretaria da qualche altra parte. Ma hai almeno tre anni di esperienza? Perché non è tempo per imparare a fare la segretaria.

Mi farò assumere da un'azienda qualsiasi, anche un negozio, così sono dipendente, certo ti spremono come un limone, ti chiedono il sangue e sarà dura, quando avrò una famiglia, ma poi si vedrà; farsi assumere è… Ma non è tempo per farsi assumere da nessuno, devi conoscere, conoscere, conoscere o non ti guarderanno neppure.

Allora potrei aprire una tipografia?sarebbe carino.  Ma che sei matta, non è tempo per aprire una tipografia, ormai si fa tutto al computer.

Ok, allora compro un locale commerciale -rinunciando al sogno di comprare casa- e vedo che attività potrei farci. Nooo, non hai capito: non è tempo per aprire un'attività, non ti dà nessuna sicurezza.

Se facessi un concorso statale? È sicuro quel posto. Ma nooo, non è tempo per fare concorsi, sono tutti truccati.

Vabbè, ho, capito ho sbagliato, dovevo fare architettura, almeno mi sarebbe piaciuto e ora avrei pensato ad aprire uno studio tutto mio. Ma scherzi, non ci fai nulla con architettura, oggi, non è tempo di aprirsi studi, a meno che non ne abbia di già avviati e tu non ne hai, lascia perdere.

Potrei fare qualche corso di fotografia, così miglioro le tecniche e… Soldi buttati, i fotografi hanno i loro giri, non è tempo per queste cose, i nuovi li fanno subito fuori.

Un corso di grafica. Naa, oggi si fanno tutti tutto da soli, non è tempo per la grafica, a meno che non fai grandi studi super fichi con tanti soldi da spendere, però, poi chissà.

Un master in… Uh, fico! I master sono fichi, fai un sacco di cose belle e ti fanno fare anche uno stage, certo ne devi fare uno di quelli belli costosi, che durano uno o due anni, e poi mica è detto che ti prendano. Se lo fai per lavorare subito, per sposarti presto, non ti conviene, non è questo il tempo dei master.

Ok, farò qualche lavoro freelance, scriverò per qualcuno, oppure… No, no, non è tempo per rischiare questo tipo di lavoro più che precario: se ti danno lavoro non ti pagano, oppure ti pagano dopo un sacco di tempo, poi sei di nuovo in giro a nulla fare. Cioè, se proprio volevi fare questo nella tua vita... ma rischi e non è il momento di rischiare.

Allora andrò all'estero, in Australia, un posto dalla temperatura mite, con una popolazione multietnica e… No, guarda, ti illudi e basta, non funziona niente neppure all'estero, ti cacciano subito via, è crisi mondiale, e tu sei un'extracomunitaria: non è tempo di emigrare.

Vabbè, ho capito, accetterò di lavorare al call center a 3 euro l'ora. "Oh, bene, signorina, sì, sì, venga, venga. E… uhm, vedo che è laureata con 110 e lode, ah, uhm, bene, ok, le faremo sapere…" …, …, …? -ma, se si ha una laurea, non è tempo neppure per lavorare in un call center??-

Bene, a questo punto andrò a battere sulla strada! Eh, no, tesoro, lì c'è un mercato, mica puoi andare a fregare il posto a un'altra. Non è tempo per questi lavori facili.

E vorrà dire che farò la prostituta d'alto bordo a casa mia! Ok. Perfetto. Occhio solo alle tasse da pagare, se ti scoprono, sai… ahm… eh, uhm, e poi… secondo me, dovresti almeno essere alta 1.70 e pesare 50 chili.


-.-'


E poi dicono che devo essere positiva.
Fanculo.

giovedì 13 ottobre 2011

Ok. Anzi no.

Forse qualcosa si vede all'orizzonte, anzi no, non si vede proprio un fico secco: forse, sono solo riuscita a fare un passo avanti, ma potrebbe fermarsi qui. Nessuno mi ha dato speranze, solo un passo. E se ci sarà un passo successivo, non so neppure quando sarà, non credo prima di venti  giorni, ma potrebbe essere molto di più.
Ok, lo dovevo scrivere, ma non mi uccidete: per pura scaramanzia non dico niente, sappiate solo che sono mooooolto ansiosa, sì, ecco più del solito.


martedì 11 ottobre 2011

Piccole soddisfazioni

L'estate è finita, o forse no. Di certo è ottobre, l'11 ottobre. Diversi anni fa, oggi, passai una delle giornate più brutte o borderline della mia vita. Ma il passato è storia*.  Per quanto riguarda il futuro, è vago e incerto: ogni piccolo progetto di vita viene distrutto in continuazione. Ma il futuro è un mistero*.
Mi  appello al presente. Il presente è un dono*.
Ebbene il mio dono, ad oggi, è dato da pochissime persone, alcune delle quali hanno a che fare con questo blog, con il tema di questo blog: sono una ragazza che tenta di essere una scrittrice, un'autrice che tenta di farsi leggere. Non so a cosa porterà perché, ok, domani è un mistero, però al momento mi aggrappo ad ogni piccolo aspetto positivo che mi capita sotto mano: il dono del presente; e sapere che ci sono poche, pochissime, pochissimissime persone che hanno letto il mio romanzo e ne sono rimaste colpite, non può che essere positivo.
Si tratta di persone che non mi conoscono e non hanno nessun interesse a farmi dei complimenti, sono persone che leggono, alcune scrivono anche, persone che non chiedono soldi, ma che hanno dimostrato il loro reale interesse al mio romanzo cercando di aiutarmi.
Non rientrano nella schiera del "è fighissimo, ora pagami", né nella schiera del "è fighissimo, ma". No, sono persone che hanno perso tempo a leggerlo tutto (e non è poco, vista la lunghezza di NT), che hanno apprezzato sia lo stile che il contenuto e mi hanno spiegato il motivo.
Beh, non è tanto, perché la strada per la pubblicazione è lunga e piena di ostacoli che possono bloccarmi, ma è una piccola soddisfazione e so che chi scrive capirà, perché non importa se scrivi per gli altri o per te stesso, quando fai leggere il tuo racconto, la valutazione positiva degli altri fa sempre piacere. Inutile negarlo.
E un piccolo piacere, in un momento del kaiser, me lo potrò anche godere, no? Tanto sono pronta a tutto, ormai, quest'anno sta mettendo a dura prova il mio già scarso ottimismo. Non credo più in niente; ma non smetterò di farlo…



* maestro Oogway



venerdì 7 ottobre 2011

Uscirà Il bacio e il sortilegio di J. Carey

Buondì. Aggiorno per scrivervi che finalmente il 27 ottobre (sperando non cambi nulla) uscirà Il bacio e il sortilegio di Jacqueline Carey; in Italia è il quinto volume della saga di Imri, sarebbe la prima parte del terzo e ultimo di libro, ovvero Kushiel's Mercy.
Costa 18.60 euro e le pagine dovrebbero essere 500, ma in giro ho visto riportato anche un 384, quindi chi vivrà vedrà…

Trama: Dopo aver vendicato la morte della moglie, Imriel è libero di tornare a casa, dove lui e Sidonie rendono finalmente pubblica la loro relazione. La regina Ysandre, però, non può permettere che la delfina di Terre D'Ange si fidanzi col figlio della famigerata Mélisande Shahrizai, la donna che per ben due volte aveva cercato d'impadronirsi del regno e che poi era svanita nel nulla. Perciò, come segno della propria fedeltà, Imriel dovrà consegnare la traditrice alla giustizia, altrimenti Sidonie sarà diseredata. Grazie ai suoi legami con la Gilda Invisibile - una setta segreta ramificata in tutto il mondo - il giovane riesce a scoprire il nascondiglio della madre, ma proprio quando si prepara a partire, giunge a corte Astegal, l'ambizioso principe di Cartagine. Con un subdolo incantesimo, Astegal assoggetta al suo volere tutti gli abitanti di Terre D'Ange, compresa Sidonie, che accetta persino di sposarlo. Essendo l'unico rimasto immune, il principe Imriel si trova quindi costretto a chiedere aiuto al solo uomo che possa spezzare il potentissimo sortilegio: Ptolemy Solon, governatore della remota isola di Cytherea, nonché amante di Mélisande Shahrizai...
il bacio e il sortilegio carey

lunedì 3 ottobre 2011

Test letterario

1) Quale libro stai leggendo attualmente?
Amazzonia, un libro d'avventura e azione di Rollins
2) Perché hai scelto questo libro?
Perché ne avevo già letto uno dello stesso autore, che mi era piaciuto, e questo sembrava sulla stessa strada…
3) Ti piace farti consigliare libri dagli amici?
Dai pochi che leggono, sì. Ma trovo molti consigli anche da aNobii e dalla rete in generale.
4) Lo scaffale che visiti per primo in libreria?
Se ci fosse, avventura, visto che non esiste, dipende dalla libreria: di solito novità, fantastico o Tea.
5) Il tuo libro preferito?
Mmm ne ho diversi, ma se proprio devo scegliere La Trilogia di Phèdre, della Carey.
6) Quello più brutto?
Ce ne sono diversi che proprio non mi sono piaciuti, ma non saprei dirne uno in particolare.
7) L'ultimo libro che hai letto?
Tre e sei morto, della Evanovich
8) Quello che aspetta sullo scaffale da anni?
Da anni, nessuno, da un bel po', Il nome della Rosa
9) Quello che rileggeresti?
A parte la Carey, in questo momento rileggerei Una bambina e gli spettri, della Hayden
10) Quello che non hai compreso?
Memorie dal sottosuolo
11) Quello che hai lasciato a metà senza rimpianti?
Notte di piaceri, della Kenyon
12) Quello che hai lasciato a metà a malincuore?
Nessuno
13) Tre libri che vorresti leggere in futuro.
Tre? Tremila!!
14) Tre autori che ti piacciono.
Carey, Carey, Carey!!! Ok, non vale: Jacqueline Carey, Tory Hayden, Harper Lee
15) Tre personaggi letterari tra i tuoi preferiti
Phèdre, Jean Louise "Scout", Alexander "Shura", ma me ne piacciono anche altri
16) Tre libri che non avresti voluto leggere
Soli, di Hermes - Alla ricerca del mio angelo custode,  di Smailes - Il quaderno nero dell'amore, di Manzini
17) Tre autori che non ti piacciono.
In questo momento mi viene in mente solo Moccia, anche se Tre metri sopra il cielo non mi era dispiaciuto
18) Tre personaggi letterari che detesti
Arturo Bandini e i due protagonisti  de La solitudine dei numeri primi
19) Il tuo racconto preferito?
Non me ne viene in mente nessuno, comunque non amo molto i racconti
20) Il libro della tua infanzia?
Piccole donne, Il giardino segreto, e Kim, ma, poiché già leggevo moltissimo, ne ho diversi in mente…
21) Il primo libro da "adulto"?
Non ne ho idea
22) Un libro che hai comprato solo perché ti piaceva il titolo?
Per il titolo, nessuno
23) Un libro che hai comprato perché ti piaceva la copertina?
Quelli della Troisi :p
24) Classici o Moderni?
Dipende, per lo più però leggo moderni
25) Ottocento o Novecento?
Come sopra
26) Il più bel film tratto da un libro?
L'ultimo dei Mohicani
27) Il primo libro che ti viene in mente?
On writing, di King
28) Un libro letto in lingua originale?
Sto arrancando con Santa Olivia, indovinate di chi? Ma della Carey, ovvio!
29) Il tuo genere preferito?
Avventura con azione e amore :D ma mi piacciono molto anche i libri "intripposi" sulla mente dei bambini, per esempio, l'autismo.
30) Il genere che detesti?
Uhm, un genere particolare non saprei, mi viene un po' l'orticaria con i libri lamentosi, quelli solo d'amore e quelli onirici in cui non capisco un tubo!
31) Preferisci libri di autori italiani o stranieri?
Indifferente, mi deve piacere la trama e la scrittura.
32) L'ultimo libro di un italiano che ti è piaciuto?
Quando il diavolo ti accarezza, di Luca Tarenzi
33) L'ultimo libro di un italiano che non ti è piaciuto?
L'abbraccio del vampiro
34) Quando hai iniziato a leggere?
Ooooooohmmmm, in prima elementare???
36) Citazione preferita di un libro?
Ne ho duemila!!! Dunque, dunque … "Amare qualcuno non è solo un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno. Se l'Amore fosse solo una sensazione, non vi sarebbero i presupposti per un amore duraturo." da L'arte di amare, di E. Fromm
37) Un libro che ti ha cambiato la vita?
Oddio, cambiato la vita nessuno, però mi hanno insegnato moltissimo Il buio oltre la siepe e Il piccolo principe
38) Preferisci i libri lunghi o corti?
Se hanno una bella scrittura e un buon contenuto, decisamente i libri lunghi!!
39) Un libro che hai sentito osannare da tutti e a te non ha detto nulla? Undici minuti, di Paolo Coelho
40) Un libro che consiglieresti a tutti? A tutti?! Questa è difficile, uhm ohhmmm, aaaahm…  il mio! Mwuahahahah, no, non è neppure vero. Non saprei, non credo che ci sia un libro che possa piacere a tutti e che quindi consiglierei a prescindere da chi ho di fronte.


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