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venerdì 24 giugno 2016

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martedì 3 maggio 2011

Quando il diavolo ti accarezza & Il profumo del sangue

Vi dicevo dei libri, in questo periodo ne ho letti un bel po’, tra questi Quando il diavolo ti accarezza di Luca Tarenzi e Il profumo del sangue di Nalini Singh. Peccato averli letti uno di seguito all’altro perché sono molto simili nel genere e nel modo di affrontare il genere; il finale, che non rivelo, è… diametralmente opposto.


Premetto che non ho nessuna voglia di fare una delle mie lunghe recensioni, anche perché da quando li ho letti è passato un mesetto circa.
Quando il diavolo ti accarezza di Luca Tarenzi

Trama: In una Milano buia e sferzata dalla pioggia, Lena sta inseguendo la sua amica Sofia, misteriosamente caduta in uno stato di trance. Davanti alla mole imponente della stazione Centrale, tra i marmi fievolmente illuminati dalla luce dei lampioni, la giovane assiste a un incredibile duello: un'immensa creatura di fuoco sta per annientare un ragazzo nudo e coperto di sangue. D'istinto Lena interviene e permette al giovane di approfittare di un momento di distrazione dell'avversario per rovesciare le sorti della battaglia e decapitarlo con la sua stessa spada. Solo che l'assalitore era un angelo e il giovane, Arioch, un demone appena evocato per uccidere Sofia.
Lena è determinata, coraggiosa, testarda e per salvare la sua migliore amica è disposta a tutto, anche a mettersi contro un demone. Arioch è antico come il mondo, violento, sanguinario e ha una missione cui è vincolato. E, purtroppo per Lena, ha anche due occhi penetranti e stregati...

Lui è italiano e scrive molto bene, questo è il suo primo libro che leggo (il suo quarto) e sono stata piacevolmente colpita. È laureato in Storia delle religioni e si vede! Le sue conoscenze sono diffuse in tutto il romanzo, mai in maniera pesante, anzi le ho trovate davvero interessanti.

Ogni suo personaggio ha una determinata valenza nel corso di tutta la trama, tanto che si apprezzano un po’ tutti, forse per certi versi più dei due protagonisti. Notevole come riesca a sfruttare la figura dell’ex di Lena; intrigante la sua piccola amica Sofia; interessante la figura di Khaled; e fantastico senza ombra di dubbio il demone Azazel, che ricorda un poco Bartimeus di Stroud.


La trama scorre bene, la storia d’amore seppur centrale non è mai petulante, forse un po’ cotta e mangiata al dunque, ma chiudiamo un occhio. Ad essere onesti ho capito molto bene l'imprinting per cui lui si innamora di lei (anche se se ne rende conto piano, piano), ma proprio non mi quadra perché lei se lo porti subito a casa... In generale, considerando il breve lasso di tempo di tutta la vicenda, lei non è credibile nel suo adattarsi a una situazione così soprannaturale, figuriamoci quella di innamorarsi perdutamente di un diavolo...


Come accade negli ultimi scritti (compreso il mio piccolo racconto) su questo nuovo genere, il concetto di angeli e di demoni viene rivisitato e nessuno è mai troppo buono o troppo cattivo. Ci sono solo delle leggi universali da rispettare e pare proprio che ogni autore si faccia le sue : )


Mi piace confrontarle tra loro.


L’ambientazione è a Milano, città che non conosco, tuttavia ho apprezzato tantissimo l’ambiente italiano, dopo tanti urban fantasy americani. Non solo: la maggior parte di questi ultimi hanno luoghi anonimi come sfondo, Tarenzi, invece, descrive proprio Milano, inserendola a perfezione nella trama e nel contesto magico.



Dati più o meno oggettivi

Prezzo 18,oo Pag: 358 Rapp. qualità prezzo: avrei abbassato di tre euro...

Edizioni Salani: redazione: buona


Copertina: 7.5/10


Genere: urban fantasy, azione, romance, angeli, demoni

Libro unico: sì


Scrittura: -terza persona, passato - chiara, scorrevole; presenza di due punti e punti e virgole: sì; 9/10

Trama: 8.5/10

Caratterizzazione protagonista: 8/10; altri personaggi: 8.5/10



Voto 8.5/10


Consigliato: sì.

Frase: Quando il diavolo ti accarezza, vuole l'anima (è un proverbio)


***


Il profumo del sangue di Nalini Singh

Trama: Cento anni di schiavitù in cambio della vita eterna: questo è il patto che viene stipulato tra un uomo che vuole diventare vampiro e l’angelo che decide di Crearlo. In apparenza è un accordo molto vantaggioso, ma spesso non viene rispettato e, in caso un vampiro fugga prima del termine, è compito dei Cacciatori rintracciarlo e restituirlo al suo padrone. A New York, nessuno svolge questo lavoro meglio di Elena, perché lei possiede la capacità innata di «fiutare» la brama di sangue. Ed è proprio grazie al suo straordinario dono che viene scelta da Raphael, l’arcangelo della città, per un incarico delicatissimo: trovare e neutralizzare Uram, un arcangelo che si è trasformato in un efferato assassino. Elena non può rifiutare, anche se si tratta di una missione suicida: nessun umano, infatti, può sconfiggere Uram, e, nella remota eventualità in cui riuscisse a sopravvivere, la punizione per aver fallito sarebbe peggiore della morte. Su una cosa è tuttavia irremovibile: non accetterà mai la proposta di Raphael di diventare la sua nuova amante. Ma ben presto Elena scoprirà che non si può resistere al fascino di un immortale...



La scrittura non è male, anche se non perfetta, diciamo che tra trama e scrittura scorrevole, si fa leggere in un baleno. Ammetto di aver iniziato questo romanzo con un po’ di scetticismo, nonostante la molta curiosità, un po’ perché quando ci sono vampiri anche se solo accennati mi viene l’ansia, un po’ perché pensavo fosse il solito urban erotico alla Kenyon o le varie Anita Blake.


Intendiamoci, la tensione sessuale c’è, è altissima e sarà anche descritta al dettaglio, tuttavia la trama ha il suo spessore in parte indipendentemente dal lato erotico. Tutti i personaggi sono molto accattivanti, e spero che alcuni di essi nel seguito possano avere più spazio; i due protagonisti sono ben delineati e mi piace che non vadano a letto dopo due pagine!


Anche qui, Male e Bene non rispecchiano il nostro immaginario, confondendosi tra arcangeli, angeli, umani vari. I vampiri, o almeno Dmitri, fanno la loro porca figura. Il finale mi è piaciuto molto, non mi ha del tutto sorpresa, ma credo che questo sia dipeso dalla lettura recente di Quando il diavolo ti accarezza (non che siano uguali, anzi.)


Lettura davvero piacevole.



Dati più o meno oggettivi

Prezzo 18,6o Pag: 413 Rapp. qualità prezzo: avrei abbassato di tre euro abbondanti...

Edizioni Nord: redazione: buona

Copertina: 7/10 (in realtà la copertina è bellissima! Peccato che non c'entri quasi niente con la storia...)

Genere: urban fantasy, azione, romance, erotico, angeli, demoni, vampiri

Libro unico: no



Scrittura: -terza persona, passato - chiara, scorrevole; presenza di due punti e punti e virgole: sì; 8/10

Trama: 8/10

Caratterizzazione protagonista: 8.5/10; altri personaggi: 8.5/10

Voto 8/10

Consigliato: sì. (over 16)


venerdì 3 dicembre 2010

Nemesis. L’ordine dell’Apocalisse, di Francesco Falconi

Attenzione: recensione fortemente soggettiva

Ho appena finito “Nemesis. L’ordine dell’Apocalisse”, di Francesco Falconi: un urban fantasy, Y/A, dai risvolti romance e tinto di ali di Angeli e di Demoni. Ecco la trama:

Nascosti tra di loro, invisibili ai comuni mortali, gli Angeli Ombra e i Demoni Emersi operano affinché il delicato Patto d’Equilibrio non venga mai infranto. Queste creature, pur essendo capaci di provare sentimenti umani, sono costrette ad attenersi alle regole del Consiglio dei Cerchi e delle Spirali che ne stabilisce i compiti e punisce ogni trasgressione. Solo una volta ogni otto anni, durante il Tetrastile, i due ordini si riuniscono per tirare il bilancio sull’Equilibrio e processare in modo esemplare i trasgressori. È il 30 febbraio: un crepuscolo di ventiquattro ore in cui gli uomini perdono coscienza e il soprannaturale si manifesta.

L’Equilibro, intanto, corre il più grave pericolo mai affrontato dal Consiglio: Nemesis, la reincarnazione dell’Angelo dell’Apocalisse, sta assoldando Discepoli per sovvertire il Patto, generare il caos e distruggere l’umanità. Ellen Lynch non sapeva nulla di tutto ciò. Eppure da quando si è vista spuntare un paio di ali nere al tramonto, questa è diventata la sua nuova realtà: appartenere alla dinastia dei Demoni Emersi. Una condizione che la costringerà a riscrivere il suo passato e a lottare affinché il suo amore per un Angelo, Kevin, possa avere un futuro.


Questo è il classico romance che piace a me: uno di quelli dove non ci sono solo lui e lei, lei e lui, e tutto ruota intorno a loro, e che mi stucca prima di subito. Per quanto centrale - e lo è - non è il motore del romanzo. Dieci punti solo per questo.


La scrittura di Francesco sembra avere una battuta d’arresto, in senso positivo: rispetto a Prodigium, diviene più netta e precisa; meno spasmodica rispetto all’Aurora; direi più equilibrata e forse più propria dell’autore. Questo da un punto, credo, oggettivo. Dal mio punto di vista (sto quindi parlato di mero gusto personale), è una scrittura troppo netta, scorre così bene che “scorre troppo”! Io sono una persona riflessiva, dannatamente attenta alle emozioni, preferisco una scrittura con meno punti e più subordinate e, però, più coinvolgente; ma è una questione di stile che può o meno piacere.

Ho apprezzato molto il doppio punto di vista - in prima persona - dei protagonisti, anche se, come successo con Shiver, a volte se leggevo di corsa, dovevo tornare indietro per vedere il capitolo di chi fosse (quando una storia mi prende, mi estraggo dalle pagine e non leggo nemmeno più i capitoli).

Ci sono troppi refusi, che fanno perdere il filo.

All'inizio ho un po' faticato per entrare nella storia.


Passiamo ai personaggi: forse, rispetto agli altri libri, i personaggi secondari sono stati meno caratterizzati. Quelli principali, invece, ovvero Ellen e Kevin, sono più caratterizzati di altri (fatta eccezione per Dafne e Alyssa). Mi sono ritrovata molto in Ellen - e in lei ho trovato anche qualcosa dei miei personaggi femminili -, sebbene io non abbia nulla della sua forza… L’unica nota stonata sono state le mille domande che si fa, soprattutto all’inizio: non che io non sia così, anzi, forse me ne faccio più di lei, ma leggerle è un’altra cosa, mi veniva voglia di saltarle. Ho apprezzato e condiviso la sua ironia/autoironia, che trovo anche in me.

Kevin mi ha presa di meno, forse perché più diversa da lui, ma leggere una prima persona maschile è stato davvero interessante: allora anche gli uomini si fanno le paranoie! :D o quantomeno Francesco si fa le paranoie. Kevin è piuttosto orgoglioso, la disciplina imposta fin da tenera età lo rende cieco per certi versi e, a tratti, da prendere a pizze. Tutto sommato c’è un'evoluzione in lui, apprezzabile in termini di personaggio, tuttavia, forse, troppo repentina in termini di scrittura.

Mi piace il rapporto che hanno i due protagonisti perché, nonostante tutto, è squisitamente umano. "«Ehi, Kevin, perché mi stai fissando?», mi sussurrò.

Scrollai le spalle. «Perché sei bellissima.»

Un colorito rosso le incendiò le guance.

[...] «Dai! Non prendermi in giro», gesticolò arruffandosi i capelli."

-solo una nota all'autore: se il tipo in questione sta guidando, è bene che non fissi la bellissima ragazza accanto a sé ; ) -


Temi e ambientazioni: la Scozia, vorrei tanto poterci andare, e, a parte il freddo, il romanzo fa proprio venire voglia di vederla.

Come sempre l’autore riesce a inserire diversi temi senza essere troppo pesante (dieci punti anche qui); in questo caso i temi trattati sono i pregiudizi e, in modo appena velato, il razzismo, oltre all’amore e all’amicizia, nonché al rapporto genitori-figli che forse avrei esaminato più a fondo.

E proprio nel dire questo mi viene in mente che un aspetto che mi ha fatto storcere il naso è stata la fuga dell’autore da alcune emozioni: come l’abbraccio tra Ellen e il padre, che non viene descritto, ma raccontato solo dopo. Anche il bacio che Kevin dà ad Ellen, per quanto il ragazzo lo descriva usando parole anche piuttosto “forti” (quali “passionale”, “violare la sua intimità”), perde qualcosa nei sentimenti, quasi come se fosse, per dirla in termini da manuale, più raccontato che mostrato, e quasi, quindi, come se Francesco rifuggisse dallo scendere fino in fondo. Nei momenti più coinvolgenti sembra staccare la spina all’improvviso. Mi chiedo se dipenda dal fatto che lo scrittore sia un uomo, o se dipenda dal fatto che sia uno Y/A (che, però, non spiegherebbe l’abbraccio non descritto con il padre, ma anzi liquidato in una frase); o forse dipende da me, che sono estremamente “emozionale”.

Comunque ho apprezzato molto questa frase: "Le vere emozioni erano come granelli di polvere, impossibili da afferrare. Visibili solo controluce, che aleggiavano nell'aria, pronti a scivolarle sulla pelle." Beh, ok, forse l'avrei resa al presente e cambiato punteggiatura, ma è il succo che mi piace.


Finalmente non c’è tutta quella magia da bacchetta magica o da cartone animato, che non me gusta affatto. Ci sono Angeli e Demoni (e non so perché ci sia stato questo boom, anche io ho scritto di demoni, ma non per la moda), e sono ben delineati oltre che particolari: gli angeli nella loro lucentezza possono essere assai crudeli, egoisti ed arrivisti; questione di politica, e sì sa che quando si tratta di politica… se pensa solo a magna’! I Demoni: beh, loro sono meno selettivi, più presi dalle emozioni e, per questo, possono essere crudeli, come natura detta, e nello stesso tempo più empatici, quindi più comprensivi e altruisti, come dimostra la famiglia di Ellen e come dimostra la stessa bontà di lei.


Il finale non è per niente scontato; purtroppo avevo capito chi fosse uno degli Immacolati da metà libro, ma come al solito Falconi riempie i finali di buoni colpi di scena… Per una volta, abbiamo un happy ending, anche se dal sapore agrodolce; non posso dire di più.


Per concludere, una buonissima lettura, particolare e scorrevole. Un prezzo troppo alto e un editing da rivedere, in compenso un carattere umano e non i soliti caratteri cubitali.

Nato come libro autoconclusivo, pare avrà un seguito.

Avrei preferito se non fosse stato un Y/A, ma in Italia ormai sembrano funzionare solo quelli...


Ps. Fra’, siccome so che queste sono le rare volte in cui leggi i miei post per intero, ti ricordo l’invito a cena :D


Dati più o meno oggettivi, o forse no :p

Prezzo 16,oo Pag: 277. Rapp. qualità prezzo: insomma, prezzo troppo alto

Edizioni Castelvecchi: redazione: troppi refusi

Copertina: 10/10 è di Barbieri, e ho detto tutto (però Kevin non lo immagino così..)

Genere: urban fantasy, Y/A, Angeli, Demoni, romance

Libro unico: a quanto pare, no


Scrittura: -prima persona alternata, passato - chiara, scorrevole; presenza di due punti e punti e virgole: due punti, sì. Di punto e virgola ce n'è uno in tutto il libro... 9/10

Trama: 8/10

Caratterizzazione protagonista: 9/10; altri personaggi: 8/10

Voto 8,5/10

Consigliato: sì


venerdì 1 ottobre 2010

Aggiornamenti e vecchi libri

Aggiorno per dirvi che mercoledì scorso è uscito Nemesis - L'ordine dell'Apocalisse di Francesco Falconi. Un urban fantasy che si svolge in Scozia e vede come protagonisti un angelo e un demone; non è un paranormal romance, ma la storia si incentra sull'amore di due ragazzi appartenenti a queste diverse specie. Ah, pare sia autoconclusivo (ma con Fra non si sa mai).
QUI trovate i primi due capitoli.

Per quanto mi riguarda qui, sul blog di Libera "Parole e pensieri in libertà", trovate una sorta di intervista all'apparenza senza domande (...) su di me.

Ora invece vi lascio un paio di vecchie recensioni.

Il tempo passato fuori. Memorie di un'infanzia africana di Carolyn Slaughter

Triste e malinconico, doloroso e frustrante, ma la piccola Carolyn cattura il cuore. A parte due volte, non parla mai esplicitamente delle violenze del padre, eppure queste sono presenti in tutto il suo comportamento, nella sua rabbia, nella sua depressione, nella sua caparbietà, nella sua dolcezza, e sono nel suo modo di riportarci l'Africa coloniale, magica e calda. Fa rabbia sapere che è una storia vera, sapere di un padre violento (in tutti i sensi) e impunito, di una madre che sa e non fa nulla, anzi è assolutamente assente, presa dalla sua depressione o dal finto perbenismo da mostrare agli altri, perché alla fine dei giochi forse è lei a risultare come la più crudele, sopratutto perché la piccola Carolyn l'ha amata tantissimo, nonostante gli scontri e le incomprensione. Nonostante tutto, nell'autrice c'è una voglia di farcela inaudita, anche se con rabbia, tentati suicidi e pensieri assassini. Nel dipinto a colori di un'Africa vasta e amata, la scrittrice riesce a disegnare bene e con coraggio l'equilibrio tra dolore e speranza che l'ha pervasa per tutta l'infanzia ed oltre.

Voto: 8/10 Quarta di copertina: Carolyn Slaughter racconta in questo libro, con grande coraggio, un'infanzia devastata e segnata dagli abusi inflitti dal padre. Il romanzo non è la cronaca di violenze subite. È invece un canto della sua infanzia trascorsa in Africa e in particolare del deserto del Kalahari, dove Carolyn ha vissuto per molti anni con i genitori e le sorelle. Le pagine del romanzo sono caratterizzate da una luminosità, la stessa che le ha permesso di sopravvivere all'orrore nascosto dietro l'apparente perbenismo borghese della sua famiglia.

Amata per caso di Stefano Zecchi

Un romanzo delicato, un'avventura dolce, un amore difficile da far crescere. Questo è uno dei miei libri preferiti, forse è un po' difficile immedesimarsi per chi, come me, non è stato adottato, o forse no, perché la mia adozione non ha nulla a che vedere con quella della protagonista, mi ha commosso fino alle lacrime, la sua dolcezza e in particolar modo il ruolo della madre. Sicuramente un libro da leggere, che fa riflettere e apre le porte su mondi che non conosciamo. La scrittura è semplice e la copertina è a dir poco stupenda!

Voto: 8/10 (voto super soggettivo 10/10) Quarta di copertina: Questo libro racconta la storia di Malini, una bambina nata tra le aspre regioni del nord dell'India in una famiglia poverissima. Ha soltanto sette anni quando la madre decide di venderla per pochi soldi a un uomo che si rivela subito curioso e inquietante. Da quel momento ha inizio per la piccola un'imprevedibile odissea, scandita da avventure, colpi di scena e da situazioni di profonda commozione, fino a quando viene adottata da una famiglia italiana. A Milano la bambina si trova ad affrontare un mondo del tutto diverso dal suo, fatto di abitudini e doveri a lei sconosciuti. Diventa una ragazza dal carattere complicato ma dolcissimo, eternamente in bilico tra l'amore per i genitori adottivi e la nostalgia per il passato.


lunedì 2 agosto 2010

Lilim del tramonto. Palestina quest, di Bruno Tognolini

Sarò fuori per qualche giorno, così vi lascio una recensione di un libro che ho letto qualche tempo fa (sotto Natale, non proprio come adesso!).




Quando ho iniziato a leggerlo, ho pensato che era un altro buon esempio di libro per bambini adatto anche agli adulti, mi son dovuta ricredere e dire che è un libro per adulti adatto anche ai bambini… Mi è piaciuto tantissimo.


Lele è un bambino di un futuro vicino, Lilim è una bambina della Palestina anno zero. Sono uniti da un gioco, il gioco che fa Lele al computer con l’aiuto di un prete giocarellone. Lilim è la protagonista del gioco. La storia inizia il 15 dicembre per concludersi il 10 di tevet, a Natale. Il libro delinea in modo semplice passato e futuro, li mescola e li ricompone con estrema verosimiglianza, è una miscela di giochi virtuali e paesaggi del presepe, di joystick e pietrine magiche, l’incontro di romani, ebrei, farisei, esseni, re magi, maghi, streghe, fate, sicari, adulti e bambini, magia e fede; è un inno alle filastrocche e ai salmi, ai giochi dei bambini innocenti e meno, alle barbie sempre presenti, ai trucchi dei bimbi straccioni usati come armi. Un libro dove la verità si cela dietro qualsiasi personaggio. Tutto legato a un unico evento virtuale, reale e storico: la nascita di un bambino che le profezie vogliono come il Messia. Quel bambino che Erode voleva eliminare - e non era il solo a temerlo - quel bambino che altri vogliono proteggere, quel bambino che tutti attendono.


Sappiamo tutti come va a finire la storia. Ma cosa ci fa la piccola Lilim, con un occhio chiaro e uno scuro, stracciona di strada, che fa giochi strani e dà da mangiare a Cane Cotto (un bambino che la segue ovunque), insieme a Zahel, un sicario crudele e preparato, che cerca una giovane incinta il cui marito fa il falegname? La verità è palese, ma la curiosità spinge a leggere il libro velocemente, seguendo i due lungo tutta la Palestina, da sud a nord e viceversa, sulle strade sabbiose, il fiume Giordano, il lago di Tiberiade, Nazaret, Betlemme, con descrizioni semplici e suggestive, che descrivono un paesaggio tipico di Israele di oggi e di ieri (quando si visita Israele oggi, l’atmosfera è molto simile). Da metà libro si susseguono un insieme di battaglie a colpi di incantesimi, fionde, spade e preghiere. E la curiosità si fa forte: chi è Lilim? Che poteri ha? Qual è il suo compito? E Zahel? Per chi lavora? E Il re magio Gasparre? E ginnasti romani, i sacerdoti esseni? Perché tutti si agitano per un bambino, mettendo in subbuglio la Palestina, girando qua e là, facendo domane, battaglie di armi e parole?


E nel futuro? Nel futuro Lele è preso da crash di sistema, caschi e guanti che lo gettano nella virtù reale, dalla sorellina che vuole giocare con lui, e, non ultima, dalla mamma, separata, che non sopporta vederlo sempre al computer perso in chissà quali mondi, tanto da andare da una psicologa dell’Igene Virtuale e da Padre Giuseppe, relegato dentro la sua chiesa, con la tosse sempre più forte, ma che vuole fare il suo gioco con il suo bellissimo presepe meccanico. Prete e bambino giocano lo stesso gioco, intralciati da una mamma preoccupata per il proprio figlio e un prete preoccupato per la reputazione della chiesa. Ma non c’è nessuna morale religiosa, c’è fede e speranza, giochi e vendette, morte e vita, buoni e cattivi, questi ultimi non sempre definiti.


Quella di Tognolini è una scrittura semplice, scorrevole, diretta e “pittorica”. A tratti mi ha anche commosso. Qualche pecca l'ho trovata forse nella descrizione della mamma, che doveva essere più dettagliata - a mio avviso - e di qualche personaggio qua e là. Indubbiamente è un libro particolare, nel suo genere fantasy-storico, ma non posso non consigliarvelo, se vi piace leggere.




Quarta di copertina: In un futuro vicino vent'anni e in un passato lontano duemila anni, si snoda la storia di Lilim Pitheké. Lele, un ragazzine esperto di videogame evoluti, e Padre Giuseppe, un vecchio frate costruttore di presepi meccanici, scoprono che stanno giocando la stessa antichissima storia, e che forse non è solo un gioco. Due personaggi tra le loro mani: Lilim, piccola vagabonda dotata di strani poteri, e Zahel, sicario impegnato in un'oscura quest. Cercare una giovane donna incinta di un Re Annunciato, ed eliminare il problema "prima che nasca". Il luogo è la Palestina dei Vangeli, nel formicaio impazzito dell'anno zero, tra legioni romane, monaci guerrieri, ribelli integralisti, Re Magi in viaggio, streghe devote all'antica Dea... Fuori di lì, nella realtà reale, tra madri che protestano per i figli "inchiodati al computer" e frati rigidi e ostili ai giochi, inesplicabili crash di sistema si incrociano a eventi stranamente simili narrati nei Vangeli. E infine eccola: in un tramonto fosco di conflitti, a poche ore dalla nascita di un Dio Bambino, guidata da un bambino videogamer, una strega bambina corre...

lunedì 26 luglio 2010

Intervista a Francesco Falconi - L'Aurora delle Streghe. Underdust

Ho finalmente concluso la lettura de "L’Aurora delle Streghe - Underdust", l’ultima fatica del tosco romano Francesco Falconi. E che fatica, vista anche l’attesa che si era creata nell’ultimo mese per questo libro, edito da Reverdito - che inaugura la collana fantasy “Pegaso” di cui si occupa Luca Azzolini.
L’ho terminato in pochissimo tempo, non perché mi sia piaciuto, ma perché sciolta nell’afa della capitale non avevo nulla di meglio da fare (su, Fra, te lo meriti un po’ di sadismo). I'm joking. Consiglio il libro a tutti gli amanti delle streghe, della magia, del mondo del teatro, di Barcellona, e lo consiglio per la particolarità, il ritmo incalzante e le tematiche riportate.

Cominciamo.

Poiché sappiamo tutti che lavori per una società delle telecomunicazioni da un po’, che abiti a Ponte di Nona da due po’ e che hai ventuno anni da tre, anzi quattro po’, passerei direttamente all’Aurora. Come mai hai scelto di ambientarlo a Barcellona?

Perché volevo scrivere un fantasy moderno con un’ambientazione realistica, cosa che non ho mai fatto nei miei precedenti lavori (Estasia, Prodigium e Gothica). Una sfida, perché la sfumatura fantastica non si incentra nella costruzione di un mondo ma fa perno sulla storia e sui personaggi.

Quando o come è nato il tuo interesse per le streghe e le gitane?

L’idea dell’Aurora delle Streghe era un po’ di tempo che mi frullava in testa. Avevo in mente di scrivere una storia sulle streghe, ma in un’ambientazione che conoscevo bene e ai giorni nostri. Di pari passo ho deciso di dare una caratterizzazione particolare alla protagonista Abril, che per l’appunto è una kalé spagnola. In altre parole mi interessava anche parlare dei pregiudizi e del razzismo nei confronti del popolo gitano e dei loro problemi di integrazione.

In AS hai provato una nuova prospettiva: quella del racconto al presente, sia in prima che terza persona. Potresti spiegarci perché hai scelto questa nuova formula e come mai hai pensato di intervallare il prima e il dopo l’evento x della storia, ponendolo quasi alla fine?

In realtà l’evento x, il Buio, è il prologo. La storia si dipana su due livelli temporali, e il risveglio di Jago rappresenta la loro frattura. Ho scelto il presente/prima persona per narrare gli eventi che vanno dall’arrivo di Abril al teatro Serrano fino al rito che riporta in vita Jago, la terza per gli avvenimenti successivi. Questo da un lato facilita il lettore a distinguere i due livelli narrativi, dall’altro evidenzia lo stato d’animo della protagonista e alla sua caduta… nel buio.

Tra tutte le forme usate (tra Estasia, Prodigium e Gothica, Francesco ha usato tutti i tempi e tutti i punti di vista), io ho trovato magistrale il tempo e la prima persona di Ayon, in "Prodigium - L’Acropoli delle Ombre", ma qual è quella con cui tu ti sei trovato più a tuo agio? E perché?

Difficile dirlo, dipende dalla storia. La scelta della persona nella narrazione coincide con la stesura del romanzo stesso. Non vi sono regole, dipende dalla struttura del romanzo. Ovviamente sono due approcci totalmente diversi, a mio avviso gestire la prima persona è molto più difficile. Il mio primo tentativo è stato con Gothica, per poi passare con l’Aurora a una protagonista femminile. Ovviamente non ti svelo cosa accadrà in Nemesis, in uscita per ottobre con Castelvecchi… ma cambierò ancora.

Torniamo ad Abril Esteban: è la prima volta che scrivi un intero romanzo con protagonista una donna, come è stata questa esperienza?

Pensavo molto più difficile. Come dicevo prima, Gothica è stata una gavetta non facile, perché anche se la voce narrante era maschile, il protagonista era un prete per cui non era facile “calarsi” nei suoi panni. Credo che uno scrittore prima o poi debba affrontare delle sfide e, così come un attore che interpreta ruoli sempre più difficili e lontani dal suo modo di essere, anche io ho deciso di sperimentare.

Trovo che tu abbia descritto molto bene il suo essere donna, ci nascondi qualcosa? Scherzo, però ho una domanda cattiva da farti: come le dice Lucas, Abril conosce Jago da pochissimo tempo, come è possibile che sia così innamorata di lui da arrivare a tanto? (Non provare a dire che sono cinica!!) Credevo, arrivata alle supposizioni della mamma, che ci fosse una spiegazione dietro, ma durante la fine sfugge, sarà più chiaro nel seguito?

Abril conosce Lucas da poco meno di tre mesi (anzi, per essere più precisi due mesi e mezzo). Credo che il tempo necessario per innamorarsi di una persona non sia quantificabile. Può bastare una serata, a volte un anno intero non è sufficiente. Ok, sembrerò banale, ma sono uno di quelli che crede ancora nel colpo di fulmine.

Ehm… la seconda parte della domanda non l’ho capita… comunque non c’è alcun sotterfugio. Abril e Jago hanno lavorato insieme per due mesi e mezzo, questo è bastato per farli innamorare. Senza considerare che Abril vive una condizione psicologica particolare, desiderosa di vivere come una qualsiasi ragazza catalana e allontanarsi dalla comunità kalé.

Perché ovviamente ci sarà un seguito… lo hai già scritto? Quando dovrebbe uscire?

No, devo ancora scriverlo, ho solamente definito il plot. Credo che uscirà il prossimo anno, ma non so dare una data precisa.

Inserirai nel seguito una figura come Sarnésh, ovvero brontolona e acidamente ironica come te? Ne sento la mancanza : )

Non credo, non è il romanzo adatto e non mi piace ripetermi. Sarnésh, se vogliamo, è un’evoluzione di Bolak. Il suo complemento ribaltato. Ma sono all’opera con altri romanzi e non mancherò di rendere tridimensionale ancora una volta la mia vena cinica e… acida :)

Francesco non è contento se nei suoi libri non muore qualcuno, benché ‘morte’, nei suoi romanzi, assuma un significato molto vago. Per ovvi motivi non dirò chi ci ha lasciato le penne, ma volevo sapere se quella fine era già progettata fin dall’inizio:

Sì, ultimamente impiego anche due mesi per scrivere il plot, capita raramente che decida di cambiarlo almeno in snodi così fondamentali.

Di solito scrivi ascoltando musica, cosa ascoltavi mentre scrivevi AS?

Assolutamente sì. Flamenco e new burlesque contaminato dall’elettronica, ma anche musica gotica per le parti… più sporche.

Ormai sei a una trilogia completata, una duologia completata, un romanzo concluso, un racconto e questo ultimo romanzo. A quale sei più affezionato (non fare il timido, io "preferisco mamma")?

Sono affezionato agli ultimi romanzi perché mi rispecchiano di più. Voglio bene a Estasia, ma ormai si trova ad anni luce dal Francesco di adesso. Ergo, a Gothica, all’Aurora delle Streghe e a Nemesis che uscirà il prossimo ottobre.

Hai scritto tutto questo ben di Dio in quattro anni: cosa è cambiato nella tua vita, da allora? (non voglio sapere se ti sei sposato o quante rughe hai in più, voglio sapere come ti rapporti alla scrittura, alla lettura, alle case editrici, ecc.)

Ovvio, perché non sono invecchiato di un anno. :)

Ho un approccio più metodico, sto molto più attento alla costruzione del plot e della struttura narrativa. Le idee, tuttavia, nascono allo stesso modo di quattro anni fa: quando meno me l’aspetto.

E cosa invece, secondo te, è cambiato nel panorama fantasy italiano dal 2006?

Direi anche in quello internazionale: l’high fantasy è in un periodo di stallo, l’urban fantasy nell’apice della sua evoluzione, mentre stanno prendendo sempre più piede i romanzi gotici e contaminati. A essere sincero, sono già stanco delle “rivisitazioni” di favole in fase dark/moderna: l’idea è originale e suggestiva, ma il troppo ripetersi la rende abusata.

Questo ultimo anno hai pubblicato diversi libri insieme, racconta la verità: è Virgola (il suo cane) a scriverli per te? Oppure hai più di una vita parallela in cui concili lavoro, scrittura e lettura?

Virgola mi tiene sveglio quando sto per cedere sopra la tastiera :)

In realtà dei libri pubblicati nel 2010 ho scritto e ideato solo l’Aurora delle Streghe, gli altri sono stati concepiti nell’anno precedente. La stesura dell’autore, ovviamente, non coincide mai con la data di uscita in libreria.

In autunno dovrebbe uscire un altro tuo romanzo, cosa puoi dirci in merito?

Online si trova già la sinossi di Nemesis - L’Ordine dell’Apocalisse. È un romanzo che ho scritto nel 2009, si basa su una storia d’amore/dolore tra Angeli e Demoni, ambientata nelle Highlands scozzesi. Ci saranno delle sorprese, ma magari ne riparleremo a fine settembre, che ne dici?

Hai mai pensato di cambiare genere? Su cosa punteresti?

Già fatto con Gothica, che è uno slipstream (ossia a cavallo tra il mainstream e la fantascienza). A fine agosto inizierò la scrittura di un nuovo romanzo, che non è fantasy né di narrativa. Ma per ora è top secret :)

Gothica è uscita in ebook, cosa pensi degli ebook?

Tanto rumore per nulla. Se ne parla molto a giro nei forum e nei blog, ma non c’è questa calca di persone desiderose di acquistare libri elettronici. Forse fra qualche anno le cose cambieranno, per adesso è solo una piccola nicchia. Vedremo, ne parlo costantemente sul mio blog, anche su tutte le implicazioni come la pirateria.

Ti capita mai di avere il così detto blocco dello scrittore? E c’è stato qualche momento per uno dei libri in cui avresti voluto abbandonarlo perché non ti piaceva più?

No, ho il morbo opposto: troppe idee. Non mi è capitato mai di buttare via un libro scritto, ma solo capitoli. Ci sono un sacco di idee e spunti di storia nel mio cassetto: ogni tanto ne pesco una e cerco di capire se ancora mi affascina. In quel caso cerco di portarla aventi, altrimenti la cestino.

Ti capisco, io pure.

Hai qualche autocritica da farti? Su, confessati!

Sì, rispondere a interviste così lunghe. Ahaha.

A volte dimentico quanto sei modesto! O_O

So di avertelo già chiesto, ma mi sfugge la risposta: da piccolo sognavi di fare lo scrittore?

No, sognavo di diventare come l’uomo ragno. Poi ho capito che era complicato arrampicarsi sui muri dei palazzi. ;)

Ok, adesso evita risposte scontate.

Oh, mon Dieu, evito proprio di risponderti. Ti faccio una domanda che di certo ti hanno già fatto, ma che non può mancare nel mio blog: che consigli puoi dare ad oggi a chi, come me, desidera pubblicare un libro - non parlo di scrivere, proprio di pubblicare?

Ne parlo spesso sul mio blog, ma i consigli sono sempre gli stessi: controllare più volte il testo prima di inviarlo, quindi scegliere le case editrici opportune. Perché no, anche affidarsi a delle agenzie, purché non a pagamento. Ci vuole tanta costanza e un pizzico di fortuna.

Concluderei chiedendoti questa famosa marca dei tuoi boxer, se l’hai rivelata ai bambini di una scuola, lo puoi raccontare anche a noi; se ti rifiuti, ti chiediamo la taglia!

Assolutamente CK. La prossima volta mi chiederai se ho mai fatto sesso con una mia lettrice?

CK? Mmm, hai guadagnato 10 punti! :D Quanto alla domanda successiva, hai fatto molto male a consigliarmela, anzi, ormai presuppongo che sia un sì...



Potete tirare un sospiro di sollievo: l'intervista è finita. Evito di ringraziare Francesco perché mi son dovuta sudare la pagnotta, quindi vi riporto la quarta di copertina dell'Aurora e vi auguro una buona lettura. E buona fortuna a... Virgola, che lo deve sopportare.


Quarta di copertina: Abril Esteban è una kalé e vive nella periferia di Barcellona. Determinata, forte e risoluta, è una ragazza come tante, che si oppone a una vita da gitana e riesce a trovare lavoro nel teatro di Eneko Serrano, come segretaria e aiutante dei suoi due figli: Lucas e Jago.

Non è una vita facile quella di Abril, ma da subito stringe un intenso rapporto con Jago che presto dall'amicizia sfuma nell'attrazione, fino all'amore. Questo, finché il destino non si mette di mezzo e Jago Serrano non perde la vita in un tragico incidente durante uno spettacolo. Ma si è trattato davvero di un incidente?

In preda alla disperazione, e manovrata da strane e oscure voci, Abril viene spinta a leggere gli antichi libri di sua madre, Miriam: libri sulla stregoneria. Ed è proprio nel Libro delle Ombre, che Abril trova un incantesimo capace di risvegliare Jago… scoprendo così di essere anche lei una strega kalé. Sembra tutto perfetto, ma l’individuo che si risveglia dopo quel rito non è più Jago.

É una creatura dell’oscurità, un Imperfetto, che per vivere si nutre di lacrime spingendo al suicidio chi si mette sulla sua strada.

Abril si troverà così costretta a combattere contro i suoi stessi sentimenti, e a dover prendere una decisione difficile: uccidere il ragazzo di cui si è innamorata. Fino all’inaspettato finale…


Dall’amore all’ossessione. Dall’ossessione all’odio. Dall’odio alla vendetta.

mercoledì 7 luglio 2010

Gothica, di Francesco Falconi

Oggi esce "L'aurora delle streghe", di Francesco Falconi, di cui sono fan oltre che amica. Spero di averlo presto tra le mani e di leggerlo. Vi lascio il commento che avevo su aNobii della sua, ormai, penultima opera "Gothica".

Parto dal presupposto che do cinque stelle solo a pochi libri: a quelli che penso rileggerò, che mi hanno emozionato o colpito, che mi hanno illustrato mondi e personaggi a cui mi sono affezionata alla prima lettura o che hanno toccato qualche corda imprevista. Ecco, Gothica non è stato questo per me, eppure non posso dare di meno.
In Gothica, non c'è nulla di nuovo, non ci sono descrizioni di luoghi o mondi futuri o fantastici, tuttavia c'è molto di più. Che Falconi avesse acquisito una scrittura molto più raffinata lo avevamo già scoperto nei libri precedenti; la piacevole scoperta sta nel suo modo di descrivere delle questioni di oggi spesso dimenticate, quali gli Ogm, la clonazione, l'eugenetica, calandole in un romanzo, non molto lungo (e per fortuna, perché non avrebbe avuto la stessa forza), che nella sua semplicità non presenta la scontata lotta tra bene e male, tra giusto e sbagliato, bensì l'attualissimo conflitto esistente tra Scienza e Chiesa, nei loro estremi. Attraverso i suoi personaggi, in particolare Padre Faust (il nome dice nulla?) e Helena, ritroviamo fede e progresso, prima nella loro convinta superbia e poi nella loro ricapitolazione. Banalmente, mi ha fatto pensare al simbolo YinYang - quello bianco e nero - dove ognuno di noi ha delle convinzioni da mettere in dubbio perché c'è sempre un po' di vero anche nell'altro; a volte, è con noi stessi che dobbiamo scontrarci, prima che con gli altri.
Falconi non ci fornisce una risposta: con i suoi personaggi e i loro umani dubbi ed errori, ci pone le stesse loro domande -a cui ognuno di noi risponderà- senza mai chiederle, ma facendocele vivere per mezzo dei suoi protagonisti. I temi affrontati sono tanti e non tutti così prevedibili, per quanto ricavati per lo più da fatti realmente accaduti. L'autore riesce a metterli insieme, con notevole abilità.

Complimenti a Francesco, se non altro per il coraggio!

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