lunedì 26 luglio 2010

Intervista a Francesco Falconi - L'Aurora delle Streghe. Underdust

Ho finalmente concluso la lettura de "L’Aurora delle Streghe - Underdust", l’ultima fatica del tosco romano Francesco Falconi. E che fatica, vista anche l’attesa che si era creata nell’ultimo mese per questo libro, edito da Reverdito - che inaugura la collana fantasy “Pegaso” di cui si occupa Luca Azzolini.
L’ho terminato in pochissimo tempo, non perché mi sia piaciuto, ma perché sciolta nell’afa della capitale non avevo nulla di meglio da fare (su, Fra, te lo meriti un po’ di sadismo). I'm joking. Consiglio il libro a tutti gli amanti delle streghe, della magia, del mondo del teatro, di Barcellona, e lo consiglio per la particolarità, il ritmo incalzante e le tematiche riportate.

Cominciamo.

Poiché sappiamo tutti che lavori per una società delle telecomunicazioni da un po’, che abiti a Ponte di Nona da due po’ e che hai ventuno anni da tre, anzi quattro po’, passerei direttamente all’Aurora. Come mai hai scelto di ambientarlo a Barcellona?

Perché volevo scrivere un fantasy moderno con un’ambientazione realistica, cosa che non ho mai fatto nei miei precedenti lavori (Estasia, Prodigium e Gothica). Una sfida, perché la sfumatura fantastica non si incentra nella costruzione di un mondo ma fa perno sulla storia e sui personaggi.

Quando o come è nato il tuo interesse per le streghe e le gitane?

L’idea dell’Aurora delle Streghe era un po’ di tempo che mi frullava in testa. Avevo in mente di scrivere una storia sulle streghe, ma in un’ambientazione che conoscevo bene e ai giorni nostri. Di pari passo ho deciso di dare una caratterizzazione particolare alla protagonista Abril, che per l’appunto è una kalé spagnola. In altre parole mi interessava anche parlare dei pregiudizi e del razzismo nei confronti del popolo gitano e dei loro problemi di integrazione.

In AS hai provato una nuova prospettiva: quella del racconto al presente, sia in prima che terza persona. Potresti spiegarci perché hai scelto questa nuova formula e come mai hai pensato di intervallare il prima e il dopo l’evento x della storia, ponendolo quasi alla fine?

In realtà l’evento x, il Buio, è il prologo. La storia si dipana su due livelli temporali, e il risveglio di Jago rappresenta la loro frattura. Ho scelto il presente/prima persona per narrare gli eventi che vanno dall’arrivo di Abril al teatro Serrano fino al rito che riporta in vita Jago, la terza per gli avvenimenti successivi. Questo da un lato facilita il lettore a distinguere i due livelli narrativi, dall’altro evidenzia lo stato d’animo della protagonista e alla sua caduta… nel buio.

Tra tutte le forme usate (tra Estasia, Prodigium e Gothica, Francesco ha usato tutti i tempi e tutti i punti di vista), io ho trovato magistrale il tempo e la prima persona di Ayon, in "Prodigium - L’Acropoli delle Ombre", ma qual è quella con cui tu ti sei trovato più a tuo agio? E perché?

Difficile dirlo, dipende dalla storia. La scelta della persona nella narrazione coincide con la stesura del romanzo stesso. Non vi sono regole, dipende dalla struttura del romanzo. Ovviamente sono due approcci totalmente diversi, a mio avviso gestire la prima persona è molto più difficile. Il mio primo tentativo è stato con Gothica, per poi passare con l’Aurora a una protagonista femminile. Ovviamente non ti svelo cosa accadrà in Nemesis, in uscita per ottobre con Castelvecchi… ma cambierò ancora.

Torniamo ad Abril Esteban: è la prima volta che scrivi un intero romanzo con protagonista una donna, come è stata questa esperienza?

Pensavo molto più difficile. Come dicevo prima, Gothica è stata una gavetta non facile, perché anche se la voce narrante era maschile, il protagonista era un prete per cui non era facile “calarsi” nei suoi panni. Credo che uno scrittore prima o poi debba affrontare delle sfide e, così come un attore che interpreta ruoli sempre più difficili e lontani dal suo modo di essere, anche io ho deciso di sperimentare.

Trovo che tu abbia descritto molto bene il suo essere donna, ci nascondi qualcosa? Scherzo, però ho una domanda cattiva da farti: come le dice Lucas, Abril conosce Jago da pochissimo tempo, come è possibile che sia così innamorata di lui da arrivare a tanto? (Non provare a dire che sono cinica!!) Credevo, arrivata alle supposizioni della mamma, che ci fosse una spiegazione dietro, ma durante la fine sfugge, sarà più chiaro nel seguito?

Abril conosce Lucas da poco meno di tre mesi (anzi, per essere più precisi due mesi e mezzo). Credo che il tempo necessario per innamorarsi di una persona non sia quantificabile. Può bastare una serata, a volte un anno intero non è sufficiente. Ok, sembrerò banale, ma sono uno di quelli che crede ancora nel colpo di fulmine.

Ehm… la seconda parte della domanda non l’ho capita… comunque non c’è alcun sotterfugio. Abril e Jago hanno lavorato insieme per due mesi e mezzo, questo è bastato per farli innamorare. Senza considerare che Abril vive una condizione psicologica particolare, desiderosa di vivere come una qualsiasi ragazza catalana e allontanarsi dalla comunità kalé.

Perché ovviamente ci sarà un seguito… lo hai già scritto? Quando dovrebbe uscire?

No, devo ancora scriverlo, ho solamente definito il plot. Credo che uscirà il prossimo anno, ma non so dare una data precisa.

Inserirai nel seguito una figura come Sarnésh, ovvero brontolona e acidamente ironica come te? Ne sento la mancanza : )

Non credo, non è il romanzo adatto e non mi piace ripetermi. Sarnésh, se vogliamo, è un’evoluzione di Bolak. Il suo complemento ribaltato. Ma sono all’opera con altri romanzi e non mancherò di rendere tridimensionale ancora una volta la mia vena cinica e… acida :)

Francesco non è contento se nei suoi libri non muore qualcuno, benché ‘morte’, nei suoi romanzi, assuma un significato molto vago. Per ovvi motivi non dirò chi ci ha lasciato le penne, ma volevo sapere se quella fine era già progettata fin dall’inizio:

Sì, ultimamente impiego anche due mesi per scrivere il plot, capita raramente che decida di cambiarlo almeno in snodi così fondamentali.

Di solito scrivi ascoltando musica, cosa ascoltavi mentre scrivevi AS?

Assolutamente sì. Flamenco e new burlesque contaminato dall’elettronica, ma anche musica gotica per le parti… più sporche.

Ormai sei a una trilogia completata, una duologia completata, un romanzo concluso, un racconto e questo ultimo romanzo. A quale sei più affezionato (non fare il timido, io "preferisco mamma")?

Sono affezionato agli ultimi romanzi perché mi rispecchiano di più. Voglio bene a Estasia, ma ormai si trova ad anni luce dal Francesco di adesso. Ergo, a Gothica, all’Aurora delle Streghe e a Nemesis che uscirà il prossimo ottobre.

Hai scritto tutto questo ben di Dio in quattro anni: cosa è cambiato nella tua vita, da allora? (non voglio sapere se ti sei sposato o quante rughe hai in più, voglio sapere come ti rapporti alla scrittura, alla lettura, alle case editrici, ecc.)

Ovvio, perché non sono invecchiato di un anno. :)

Ho un approccio più metodico, sto molto più attento alla costruzione del plot e della struttura narrativa. Le idee, tuttavia, nascono allo stesso modo di quattro anni fa: quando meno me l’aspetto.

E cosa invece, secondo te, è cambiato nel panorama fantasy italiano dal 2006?

Direi anche in quello internazionale: l’high fantasy è in un periodo di stallo, l’urban fantasy nell’apice della sua evoluzione, mentre stanno prendendo sempre più piede i romanzi gotici e contaminati. A essere sincero, sono già stanco delle “rivisitazioni” di favole in fase dark/moderna: l’idea è originale e suggestiva, ma il troppo ripetersi la rende abusata.

Questo ultimo anno hai pubblicato diversi libri insieme, racconta la verità: è Virgola (il suo cane) a scriverli per te? Oppure hai più di una vita parallela in cui concili lavoro, scrittura e lettura?

Virgola mi tiene sveglio quando sto per cedere sopra la tastiera :)

In realtà dei libri pubblicati nel 2010 ho scritto e ideato solo l’Aurora delle Streghe, gli altri sono stati concepiti nell’anno precedente. La stesura dell’autore, ovviamente, non coincide mai con la data di uscita in libreria.

In autunno dovrebbe uscire un altro tuo romanzo, cosa puoi dirci in merito?

Online si trova già la sinossi di Nemesis - L’Ordine dell’Apocalisse. È un romanzo che ho scritto nel 2009, si basa su una storia d’amore/dolore tra Angeli e Demoni, ambientata nelle Highlands scozzesi. Ci saranno delle sorprese, ma magari ne riparleremo a fine settembre, che ne dici?

Hai mai pensato di cambiare genere? Su cosa punteresti?

Già fatto con Gothica, che è uno slipstream (ossia a cavallo tra il mainstream e la fantascienza). A fine agosto inizierò la scrittura di un nuovo romanzo, che non è fantasy né di narrativa. Ma per ora è top secret :)

Gothica è uscita in ebook, cosa pensi degli ebook?

Tanto rumore per nulla. Se ne parla molto a giro nei forum e nei blog, ma non c’è questa calca di persone desiderose di acquistare libri elettronici. Forse fra qualche anno le cose cambieranno, per adesso è solo una piccola nicchia. Vedremo, ne parlo costantemente sul mio blog, anche su tutte le implicazioni come la pirateria.

Ti capita mai di avere il così detto blocco dello scrittore? E c’è stato qualche momento per uno dei libri in cui avresti voluto abbandonarlo perché non ti piaceva più?

No, ho il morbo opposto: troppe idee. Non mi è capitato mai di buttare via un libro scritto, ma solo capitoli. Ci sono un sacco di idee e spunti di storia nel mio cassetto: ogni tanto ne pesco una e cerco di capire se ancora mi affascina. In quel caso cerco di portarla aventi, altrimenti la cestino.

Ti capisco, io pure.

Hai qualche autocritica da farti? Su, confessati!

Sì, rispondere a interviste così lunghe. Ahaha.

A volte dimentico quanto sei modesto! O_O

So di avertelo già chiesto, ma mi sfugge la risposta: da piccolo sognavi di fare lo scrittore?

No, sognavo di diventare come l’uomo ragno. Poi ho capito che era complicato arrampicarsi sui muri dei palazzi. ;)

Ok, adesso evita risposte scontate.

Oh, mon Dieu, evito proprio di risponderti. Ti faccio una domanda che di certo ti hanno già fatto, ma che non può mancare nel mio blog: che consigli puoi dare ad oggi a chi, come me, desidera pubblicare un libro - non parlo di scrivere, proprio di pubblicare?

Ne parlo spesso sul mio blog, ma i consigli sono sempre gli stessi: controllare più volte il testo prima di inviarlo, quindi scegliere le case editrici opportune. Perché no, anche affidarsi a delle agenzie, purché non a pagamento. Ci vuole tanta costanza e un pizzico di fortuna.

Concluderei chiedendoti questa famosa marca dei tuoi boxer, se l’hai rivelata ai bambini di una scuola, lo puoi raccontare anche a noi; se ti rifiuti, ti chiediamo la taglia!

Assolutamente CK. La prossima volta mi chiederai se ho mai fatto sesso con una mia lettrice?

CK? Mmm, hai guadagnato 10 punti! :D Quanto alla domanda successiva, hai fatto molto male a consigliarmela, anzi, ormai presuppongo che sia un sì...



Potete tirare un sospiro di sollievo: l'intervista è finita. Evito di ringraziare Francesco perché mi son dovuta sudare la pagnotta, quindi vi riporto la quarta di copertina dell'Aurora e vi auguro una buona lettura. E buona fortuna a... Virgola, che lo deve sopportare.


Quarta di copertina: Abril Esteban è una kalé e vive nella periferia di Barcellona. Determinata, forte e risoluta, è una ragazza come tante, che si oppone a una vita da gitana e riesce a trovare lavoro nel teatro di Eneko Serrano, come segretaria e aiutante dei suoi due figli: Lucas e Jago.

Non è una vita facile quella di Abril, ma da subito stringe un intenso rapporto con Jago che presto dall'amicizia sfuma nell'attrazione, fino all'amore. Questo, finché il destino non si mette di mezzo e Jago Serrano non perde la vita in un tragico incidente durante uno spettacolo. Ma si è trattato davvero di un incidente?

In preda alla disperazione, e manovrata da strane e oscure voci, Abril viene spinta a leggere gli antichi libri di sua madre, Miriam: libri sulla stregoneria. Ed è proprio nel Libro delle Ombre, che Abril trova un incantesimo capace di risvegliare Jago… scoprendo così di essere anche lei una strega kalé. Sembra tutto perfetto, ma l’individuo che si risveglia dopo quel rito non è più Jago.

É una creatura dell’oscurità, un Imperfetto, che per vivere si nutre di lacrime spingendo al suicidio chi si mette sulla sua strada.

Abril si troverà così costretta a combattere contro i suoi stessi sentimenti, e a dover prendere una decisione difficile: uccidere il ragazzo di cui si è innamorata. Fino all’inaspettato finale…


Dall’amore all’ossessione. Dall’ossessione all’odio. Dall’odio alla vendetta.

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