Leggendo
una delle ultime belle recensioni a Nuova Terra (la trovate QUI ),
mi ha subito creato un moto di felicità il far presente che il romanzo è
autopubblicato. Forse può sembrare banale per chi lo legge, ma, per me che l'ho
scritto, sapere di avere quattro/cinque stelline come un bel libro pubblicato
da casa editrice seria è, nel mio piccolo, un'enorme soddisfazione.
Ragazzi,
non sapete che fatica sia autopubblicarsi!
Perché
non è solo scribacchiare qualcosa e piazzarlo su un lulu.com qualsiasi;
per me, è stato ben diverso: è stato rileggermi mille volte, correggermi
cercando di avere gli occhi di qualcuno che non fossi io; è stato chiedere in
giro a persone che di libri ne capiscono poco; è stato tagliare dei
pezzi a cui ero molto legata, senza che nessuno me lo dicesse; è stato controllare
che i fili tornassero, che i personaggi non si contraddicessero, che le virgole
non si incrociassero; è stato avere il vocabolario sempre in mano,
leggere manuali e capire fino a che punto andassero rispettati; è stato
dire "ok, non sto solo scrivendo, non sono più solo io, sto pubblicando";
è stato fare una copertina e lottarci su; è stato impaginare e
capire cosa fossero i crocini; è stato abbassare al massimo il prezzo
e volerci solo credere; è stato chiudersi alcune porte in faccia; è stato farsi
mille paranoie, molte di più di quelle che uno potrebbe farsi se una
casa editrice credesse in quel tuo libro.
È
stata dura.
Lo
è ancora adesso. Lo è ora che ho iniziato tutto daccapo per il seguito e non ne
vedo via di uscita perché non mi torna nulla, perché questa volta non posso
contare sui giudizi privati di agenzie e scrittori, come nel primo. Lo è ancora
adesso, perché il sogno è ancora a metà.
Eppure
io, eterna pessimista, autocritica fino all'eccesso, fino alla depressione,
fino alla bassa autostima, provo un minimo senso di soddisfazione nell'aver
venduto tutte le copie preventivate, un senso di soddisfazione nel vedere tante
stelline su aNobii, così come potrebbe averle un libro pubblicato da una casa
editrice che rischia per te, che ti edita, che si fa il fondoschiena al posto
tuo con una squadra di persone alle spalle.
Non
lo so se questo libro -come ha scritto qualcuno- dovrebbe essere pubblicato non
solo da CE, ma anche all'estero, ma so che nel mio piccolo ho raggiunto un
risultato e l'ho fatto tutto da sola.
Ai
lettori non fregherà niente, non cambierà nulla e lo capisco, perché importa
solo il risultato, ma per me è importante.
Non
credo che questo porti davvero da qualche parte, non dove avrei voluto arrivare;
non so se il seguito avrà la forza del primo, se io avrò la forza che
avevo nel primo.
Al
momento, per questo breve momento, ascolto il flebile suono di una
piccola soddisfazione che fa battere il cuore.
mi chiamo emanuele e mi sto interessando all'aspetto legislativo del selfpublishing in italia. potresti aiutarmi a risolvere alcuni quesiti sull'argomento?
RispondiElimina1) certificare( presso un ente qualificato) un libro con la firma digitale qualificata e marca temporale equivale ad autopubblicarlo? è come se io fossi la casa editrice" EMANUELE"?
2) il deposito di un libro presso un tribunale competente per territorio o ente qualificato equivale a pubblicare il libro stesso?(L 47/1948 sostituito da DPR 252/2006)
emanuel.bellini@libero.it