martedì 12 ottobre 2010

Problemi di lunghezza.

Non quella lunghezza a cui qualcuno potrebbe pensare, bensì quella dei libri, in particolare in Italia.

Infatti, sembra proprio che in questo Paese, dove, rispetto ad altri, si leggono libri a caratteri poco meno che cubitali, la lunghezza di un romanzo sia un problema. Soprattutto per gli esordienti.


Un libro lungo costa di più. Se costa di più, molti non saranno invitati a comprarlo.


Il risultato spesso non è cambiare carattere, né tanto meno abbassare i prezzi, è dividere l’intero romanzo. Come nel caso della prima trilogia di Licia Troisi (nato come volume unico) o come nel caso della seconda trilogia della Carey* per la quale la Nord ha diviso ogni volume in due, facendola diventare una esalogia. Ora, tralasciando le malignità sul guadagno delle case editrici nell’applicare questo sistema, credo sia abbastanza vero, in un Paese dove si legge poco, che i lettori non abbiano tanta voglia di leggere libri lunghi, scritti piccoli, né voglia di acquistare libri sopra le 15/16 euro.


È vero anche, però, che un libro lungo che verrebbe mettiamo 20 euro, diviso in due non viene certo 10 euro, e dunque per il lettore che si appassiona alla saga è quanto meno una presa in giro. “La Maschera e le Tenebre”, terzo libro della prima trilogia della Carey, 830 pagine, viene pubblicato nel 2007 dalla Nord a 19.90; “Il trono e la stirpe”, prima parte del primo volume della seconda trilogia (…?!) della stessa autrice, pagine 428, nel 2010 la Nord lo pubblica a 19.60. Fate voi.


Altra cosa che proprio non mi quadra: perché i libri, anche pubblicati dalla stessa casa editrice con lo stesso formato e le stesse pagine, a volte non hanno lo stesso spessore? È un modo per spillare soldi facendo vedere il mattone in questione? Una delle case editrici che preferisco, la Fazi, ha pubblicato il libro della de Winter, 688 pagine con uno spessore di gran lunga superiore a quello de “Il cavaliere di Inverno” della Simmons (Sonzogno), che conta 701 pagine (parlo di ben 6 millimetri circa, sì, l’ho misurato! :D).


Ora, a me i libri lunghi piacciono, se il contenuto li vale ovviamente, ma a quanto pare più un romanzo è lungo più dà problemi.


Direte voi, ma che te frega? Mi frega perché il mio romanzo -di un’esordiente, ovvero di una sconosciuta per cui pochi sono disposti a spendere- con una formattazione simile ai testi sopracitati verrebbe lungo più di 700 pagine, se ho fatto i calcoli giusti, 734 - e se li ho sbagliati cmq non sarebbero meno di 600. E questo è un problema. Un bel problema.


Poi dicono che la lunghezza non conta.


Mah.



* ho imparato a pronunciarlo in maniera corretta ieri e mi sento una cretina, perché se avessi riflettuto sulla pronuncia avrei saputo arrivarci benissimo da sola. Non ci azzecca un tubo, ma la cosa mi ha scioccata!



12 commenti:

  1. secondo me non dovresti farti di questi problemi.
    la gente spende i soldi se é attratta dall'idea, dall'immagine, dalla recensione...
    da tante cose, ma non sta certo li' a pensare se una é un'esordiente o no.
    é come la casa editrice, c'é qualcuna che ti piace di piu' e qualcuna che ti piace di meno, ma se una che mi piace di meno pubblica qualcosa che mi interessa o mi attrae, non ci penso neanche un secondo a non comprarlo perché la casa editrice non mi piace!
    per esempio a me la nord sta un po' sulle palle, interrompono le serie cosi', a cacchio, e fanno spendere un sacco di soldi.
    eppure la carey l'ho comprata lo stesso.

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  2. Su quanto scrivi sono assolutamente d'accordo con te. Il problema che mi pongo è, però, in uno step precedente:
    1 Quale editore si arrischierà a pubblicare un'opera lunga di un esordiente? Tradotto: chi mi si filerà considerando questi punti?
    2 Se qualcuno lo dovesse fare, mi toglierà di netto 300 pagine? Oppure mi dividerà il romanzo in due volumi?

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  3. Dil, è vero per un'esordiente un "manoscritto" di oltre 600 pagine può essere un problema. Io ne ho scritto uno di 120... E quando, per conformarmi ad altri libri con un carattere più grande invece del 10 chiedevo l'11, mi è stato detto che sarebbe costato troppo perchè sarebbero state più pagine! Con questo ho detto tutto! E pensare che la mia casa editrice molto spesso fa pagare per la prima opera...
    Però, tornando a te, bisognerebbe valutare altre cose. Innanzitutto la qualità del lavoro, posto ci sia e sia proprio ottima, allora credo sia importante il genere... Alcuni generi si vendono più facilmente altri meno. La casa editrice fa un discorso di marketing e di convenienza prima di decidere se investire in un libro di tale portata... ecco perchè viene spesso diviso in due o tre libri. Non solo per i costi, ma serve per comprendere se è gradito, come una specie di campione prova.
    Per questo io ti consiglio di rivolgerti a case editrici più grosse che abbiamo anche collane dedicate al genere che scrivi tu o agli esordienti. Provare non costa nulla, no?

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  4. Io credo che il problema non sia la lunghezza per il lettore appassionato. Mi spiego meglio chi ama i libri li ama per il contenuto, per le storie che raccontano, diciamocelo quando siamo rapiti da una lettura che siano 100 pagine o 700 non importa perchè quando lo finiamo il pensiero è sempre lo stesso "ma no dai già finito?" quante volte abbiamo riletto dei libri? Ritengo che le case editrici si nascondono dietro la lunghezza e i prezzi sono troppo alti a prescindere!!! Ad esempio il libro La detective di Y.S.Lee (che ho letto e recensito nel mio blog e che mi è piaciuto anche se indirizzato ad un pubblico giovanissimo) costa €.17.00 e conta 328 pagine edito da Mondadori,non vi pare esagerato? mentre x esempio Dark Pleasure (secondo libro della serie Gli Immortali) pur sfruttando un filone che va per la maggiore ovvero quello dei vampiri (e lasciatemi dire l'ho letto è ancora più bello del primo Dark Love)costa € 12,00 e conta 381 pagine edito dalla Leggereditore che vi dico aprezzo tantissimo perchè sta pubblicando tanti bei libri a prezzi bassi insomma 5 euro di differenza ai giorni nostri con la crisi che c'è fanno una certa differenza non vi pare? Sono rammaricata inoltre che gli esordienti italiani vengano bistrattati rispetto a quello che importiamo. Insomma senza nulla togliere agli stranieri ma direi che ad esempio il libro della Meyer La breve seconda vita di Bree Tanner costa €.16.00 conta 212 pagine scritte a caratteri cubitali (per raggiungere le 212 pagine ovviamente) ed è anche brutto!!! Mi perdoni la Meyer ninte da dire sulla saga di Twilight ma questo libro non si può leggere e no nn amo Bree come l'hai amata tu Stephenie fattene una ragione!!! Scusate ogni tanto mi parte l'embolo ah ah ah
    Insomma tutto questo logorroico scritto per dire che non importa se il tuo racconto è lungo bisogna sperare di trovare la casa editrice che veda in te quello che vediamo noi!!!
    Un bacio
    Saby

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  5. Ciao Irene, grazie per essere passata.
    Anche io avevo pensato che alcune case editrici usassero questo metodo per sondare il terreno. Devo dire che nel caso della Nord con il secondo volume della Carey non credo proprio sia questo il motivo. Poi magari sbaglio.
    Come dici tu, forse le grandi case editrici sono più ben disposte, il che è un controsenso per un'esordiente quale sono...

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  6. Che dire... anch'io con il tempo sono diventato meno amante di un tempo dei libri-fiume, forse però il motivo è che tanti libri-fiume mi sembrano tanto degli stagni... è l'autore che non sa dove andare a parare e tira per lunghe una narrazione stantia.
    Alla fin, fine per me le dimensioni non contano, un romanzo è bello punto e basta.
    Certe strategie editoriali poi mi lasciano perplesso.
    La Nord mi pubblica in grande formato -con caratteri cubitali da epigrafe imperiale- il romanzo fantasy made in Germany IL REGNO DEI DRAGHI della Julia Conrad -pseudonimo- una roba che sembra quello che è: un'accozzaglia di cose e personaggi buttate alla rinfusa.
    Ora uscirà il seguito e la Nord lo pubblicizza come un successo europeo... sarà, ma per me si tratta dell'opera di un'esordiente che non conosce l'Abc della buona letteratura... avere dalla propria il dio del marketing serve...
    La lunghezza non conta: conta la bravura e la suddetta divinità del commercio. Se poi si pubblicano integralmente le opere mediocri mentre invece si massacrano più validi autori è il lato oscuro della questione.
    D'altra parte il fatto che i prequel di Dune -scritti da Brian Herbert (figlio di Frank) e da un onesto mestierante (Kevin J. Anderson)- siano stati editi in Italia a pezzi e nemmeno tutti non è stato un gran danno.
    Era solo una miserrima operazione commerciale per buona pace di DUNE: ROMANZO-FIUME,

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  7. Non credo tu ti debba preoccupare di questo al momento.
    1. si', se l'opera é valida l'editore pubblica il lavoro di un'esordiente anche se lungo 600 pagine. vedi Black Friars di Virginia de Winter... era talmente alto che ho faticato a portarlo a casa.. :P
    e vedi anche la prima trilogia di Licia Troisi, che era nata come un volume unico di 1000 pagine.
    l'avranno anche diviso in tre, ma l'hanno pubblicato tutto. l'importante é quello a mio avviso.
    per quanto riguarda il secondo punto, ovvero se ti taglieranno 300 pagine di netto, non credo proprio!
    se quella é la storia, quella é la storia...
    al massimo ti propongono di pubblicarlo in due volte e comunque, penso che nel caso, un autore abbia il tempo di parlare e di verificare tutte queste cose al momento del contatto con la casa editrice...
    per cui, non puoi sapere cosa ti diranno e quando lo saprai, reagirai di conseguenza.
    di certo non succederà che ti contatteranno una volta, e poi dopo due giorni ti pubblicano il libro come dicono loro...
    credo passino dei mesi prima di essere effettivamente pubblicati anche una volta che é stato deciso e in questo tempo, penso che l'autore abbia il modo di valutare queste cose insieme alla casa editrice.
    forse mi sbaglio e non funziona cosi', in ogni caso, ora come puoi sapere cosa ti diranno?
    non ti angosciare prima del dovuto, aspetta che ti succeda veramente qualcosa per farti venire l'ansia!
    cmq ti capisco, anche a me viene l'ansia a ciclio continuo per qualsiasi cosa... ahhahahahahah!

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  8. @ Faith/Saby
    Ah ah ah, e se tu fossi becalina? ; )
    In termini di marketing, o strettamente economici, il lettore appassionato è cosa fin troppo rara.
    Invece, sai, sono d'accordo con il discorso che fai esordienti italiani/scrittori stranieri: molti di loro scrivono da cani, portando storie banali e noiose eppure vengono pubblicati con maggior facilità degli italiani. Mediocre per mediocre io preferirei il nostro mediocre, ma evidentemente per le case editrici non è così. Sarà poi che il primo a fare la differenza sia proprio il lettore italiano? Inoltre pare che all'estero gli agenti abbiano tutt'altro ruolo e importanza.
    Mi hai fatto ridere con la storia di Bree, devo proprio darti ragione.

    @ Claudio
    Non so, io invece ho notato l'esatto contrario: i libri corti, sulle 100 pagine o poco più, spesso finiscono per essere un racconto frettoloso, e non ne capisco il motivo. In linea di massima neanche io scelgo un libro per la lunghezza, anche se, quando sono bei libri li preferisco lunghi per un discorso di pura"immersione", più è lungo più rimani dentro a mollo : )
    "La lunghezza non conta: conta la bravura e la suddetta divinità del commercio" sante parole, ahinoi. Ma è proprio il lato oscuro di cui parli che mi inquieta.

    @Manu, vero, come al solito fascio la testa prima di cadere, ma come sai, soffro "l'ansia a ciclio continuo" :D
    Black Friars non può essere preso come esempio, tra l'altro la Fazi ha tagliato diverse pagine al testo iniziale di Virginia (Lo hai letto? Ti è piaciuto?). Inoltre la Fazi, in termini di marketing, ha puntato tantissimo sulla pregressa "fama" dell'autrice in rete, come autrice di Fan Fiction. Ma ti assicuro che gli editori un libro di 700 pagine di un esordiente lo ridurrebbero a priori a 300 pagine.
    Licia Troisi... Beh, il primo libro di Licia non è esattamente un'opera valida, è un romanzo carino, che scorre molto velocemente con una bellissima copertina. Ma se l'hanno pubblicata, nonostante esordiente, nonostante le pagine infinte, non è certo perché sia un'opera valida.
    Indubbiamente se dovessi scegliere tra niente, tagliare o dividere in due, preferisco quest'ultima. Temo però che la lunghezza possa essere motivo di scarto a priori.
    No, non credo che ti stia sbagliando, dovrebbe funzionare come hai scritto.

    Scusate se non ho risposto prima e scusate se ora ho risposto di corsa in lingua illirica, ma il tempo è quello che è!

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  9. Ah ah ah effettivamene porto gli occhiali ah ah ah quindi un pò beccalina lo sono ma credimi sono piuttosto selettiva nelle mie letture!!! A me piace come scrivi poi sono daccordo con te che i lettori appassionati sono sempre meno ma insomma non siamo estinti ah ah ah!!! Cmq direi che ha ragione Manu ti stai ponendo dei problemi che per il momento non hai devi darti delle priorità quindi prima trovare casa editrice lungimirante (Leggereditore x esempio? mi sembra che stia facendo un buon lavoro anche se noto che pubblica solo stranieri e come ben sai sono nazionalista ah ah ah) xò hai visto mai!!! Oppure Runde Taarn (ha pubblicato la Risoli che tra l'altro amo tantissimo). A me è piaciuto molto Black Friars e credo di essere uno dei rari casi che non la conosceva come Savannah anzi credo di essere ancora ignorante da quel punto xchè nn ho cmq letto niente anche adesso sulle fan fiction (sono un pò antica nn sapevo neanche che esistessero ah ah ah). Linee Infinite ha pubblicato Francesca Angelinelli che dici? A me piace molto anche lei. Ora magari tutti i nomi che ti ho dato li avrai già provati nn so queste sono le mie deliranti idee ah ah ah
    Una cosa è certa nn perdere mai di vista l'obbiettivo e affronta un problema per volta se nn fai così l'ansia ti divorerà e nn va beneeeeeeeeeeeeeeeeeee
    Love love love
    Saby

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  10. Ma ammetti anche che siamo in via d'estinzione ;) e gli editori lo sanno!
    Anyway, Runde Taarn e Line Infinite sono case editrici a pagamento (o comunque doppio binario), quindi le ho scartate a prescindere. Se può rincuorarti anche io ho conosciuto Virginia quando era già Virginia, non credo proprio sia un fatto di età (molti miei amici non sanno cosa siano le ff), vai tranquilla che siamo giovani dentro!!!
    Leggereditore in realtà è Fanucci, a cui ho inviato già sinossi e primi tre capitoli.

    L'ansia? Da moooo che me s'è pappata!! :D

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  11. Black Friars l'ho preso ma non l'ho ancora letto.
    Si', era chiaro che la Fazi aveva puntato su di lei perché era famosa in internet (a quanto pare perché io non ne sapevo nulla, mai letto fan fiction e né comincero' ora) ed é come tutti i libri che nascono da blog molto frequentati.
    ovviamente le case editrici cercano di partire già con un tot. di vendite assicurate, non si possono neanche biasimare, pero' non disperare, i casi fortunati succedono spesso.

    A me Licia Troisi non é piaciuta, te lo dico sinceramente, pero' comunque era una sconosciuta che é stata pubblicata dalla Mondadori con qualcosa (una trilogia fantasy) che magari nessuno avrebbe pensato possibile da una Mondadori.
    era questo che intendevo.
    i miei volevano essere solo esempi per dirti che a volte succedono cose che non ti aspetti e di non farti problemi.
    tu scrivi come ti viene e poi quando verrai contattata vedrai. :)

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  12. Io ho il problema opposto... scrivo troppo corto ^^

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