giovedì 27 ottobre 2011

Scrivere: soggetto, predicato, punto

Negli ultimi tempi mi sono sentita spesso dire che i libri prolissi sono noiosi e inutili; che l'uso di aggettivi e avverbi va limitato; che la sintesi  è un'arte; che i periodi lunghi confondono il lettore, rallentando la comprensione e quindi la lettura.
Bene, sono d'accordo con tutto questo e so che io, che non tendo a scrivere proprio così, ho spesso bisogno di lavorarci sopra. Però ultimamente noto che alcuni autori, forse forti dei manuali di scrittura, tendono a scrivere in maniera opposta.
Io non sono d'accordo con questa idea di prendere alla lettera tali direttive, non solo perché toglie personalità alla scrittura, ma anche perché finisce per essere fastidiosa nello stesso modo. Va bene avere gusti diversi: avere fan dei periodi lunghi, dei testi prolissi, come avere fan della scrittura pulita e asciutta, ma a tutto c'è un limite. E come ce ne sono nel primo caso, dovrebbero essercene nel secondo.

Mi chiedo perché si senta sempre l'accusa al complesso e ridondante e mai il contrario: per me, scrivere soggetto, predicato, punto è in qualche modo terribile; forse non è un errore, come potrebbe esserlo la ridondanza (sempre?), ma non è neppure una bella scrittura. Soggetto, predicato, punto -con qualche complemento o attributo sparso- è una scrittura da scuola elementare che non dà niente di più che una lista della spesa; è un metodo assai banale per non incorrere in errori. Inoltre mette un'ansia ingiustificata.

Maccabeo si avvicina. Asdrubaldina sorride contenta. Indossa i suoi vestiti migliori. La serata andrà benissimo. Di certo i due si metteranno insieme. Lei pensa che lui la bacerà e sorride ancora di più; si rilassa felice. Maccabeo la trova bellissima e crede che sarà la volta buona: lei gli dirà di sì. Din, don, dan.
***
La strada è buia e silenziosa. Un cane è immobile accanto a un palo. Il cielo promette pioggia. Il freddo è pungente. Io ho solo una maglietta leggera. Decido di correre a tutta birra e scatto. Il cuore mi batte a mille. Le gambe volano. Qualcosa gracchia nell'oscurità. Mi fa venire la pelle d'oca. (e a me l'orticaria)
***
La sua bocca era sulla mia. Le sue mani mi sbottonarono la camicia, mi tolsero la maglietta e sganciarono il reggiseno. La luce era soft. La stanza era avvolta dalla ruvida e romantica voce di Armstrong. Le labbra di Baldovino scesero sul mio seno e io ansimai. Le mie dita accarezzarono la sua pelle nuda. Il respiro si fece veloce.
Ci spostammo sul letto con le lenzuola fresche di bucato. Il suo corpo scivolò sul mio; il mio si scaldò.
E ciccì e coccò.


Ecco, ho cercato di fare tre esempi diversi, li ho fatti al volo, niente di che.
A leggerli, a me mettono ansia. Quando leggo, ho bisogno di non correre troppo, di seguire il ritmo di ciò che succede, di addentrarmi nei meandri della vicenda e riflettere; altrimenti mi vedo un film in un paio d'ore!
Soggetto, predicato, punto - o anche meno- ha senso se è una scena veloce: trattasi di sveltina, ok. "Mi strappò i vesti. Le sue labbra su di me erano avide. Il mio cuore in subbuglio, il respiro veloce. Mi gettò sul letto. Ansimai. Ed era dentro di me. E tumpete, tumpete, tumpete!"
Così potrebbe andare, ma se descrivo una scena romantica, lenta, con musica e luce soft, la lista della spesa rovina tutto. Ecco, non so voi, ma io vorrei godermela questa scena romantica.
Nel secondo esempio, avrebbe avuto senso se prima della corsa ci fossero stati tempi più lunghi e poi lo scatto quando la protagonista corre. Così non c'è variazione: fa schifo!
Nel primo, meno male che Asdrubaldina si rilassa perché io non mi sono rilassata per niente!

Allora, sono solo io ad avere questa impressione?
Insomma, ok che più il libro è lungo e più si paga, ma che, stai scrivendo un telegramma?
Il libro è iniziato. PUNTO. (8o centesimi) Il libro continua. PUNTO. (60 centesimi) Il libro è finito. PUNTO. (80 centesimi) Sarebbe meglio, almeno così è brevissimo, non paghi niente e siamo tutti felici e contenti. (per tutto il resto c'è Mastercard)
Una subordinata che non sia "Tizio ha detto che sei scemo" non fa male a nessuno; una congiunzione che non sia "e" o "ma", neppure. Per quanto mi riguarda, nemmeno i gerundi, se sono usati bene. I manuali dicono di scrivere chiaro: di non mettere dieci subordinate dentro altre dieci, di non nascondere il soggetto, di non usare i passivi; non scrivono di far venire l'ansia.
E poi la punteggiatura, santa Cecropia! Basta con questi punti ovunque; e, tra l'altro, anche le virgole da sole non sono sufficienti, esistono i due punti e i punti e virgola (ne ho già parlato qui). Usiamoli.

Ci tengo a precisare che la mia critica non è tanto nei confronti di chi scrive, quanto in quelli di chi legge e dice: "Scrittura pulita e asciutta. Bellissima"; no, è una scrittura banale, e può essere sbagliata a seconda di ciò che descrive, è troppo veloce, non ha variazioni di tono: non è una scrittura bellissima.
E se il lettore fa fatica a leggere le subordinate e qualche gerundio, a seguire un pensiero o un ragionamento, beh, che chiudesse il libro e si "abbradipasse" guardando Grande Fratello.


NOTA BENE
Questo non vuol dire che io scrivo da Dio: da qui a quando avrò pubblicato il mio decimo (!) libro, ce ne sarà di strada da fare, e anche per allora… chissà : )



mercoledì 26 ottobre 2011

L'uomo che parlava con i lupi, di S. Ellis

Un commento veloce, non sono in vena di recensire, ma volevo parlare di questo libro che mi ha positivamente colpita. Io non so se Shaun sia un matto o meno, però di certo è uno coraggioso, che ci mostra il mondo dei lupi in maniera davvero interessante. C'è una frase che dice nel suo libro che permette al lettore di capire molto di lui:

«In genere gli uomini vogliono rendere gli animali che amano simili a sé; io avevo sempre desiderato il contrario.»

Il libro, per chi ama i lupi ed è interessato -se non rapito- dal loro mondo, è davvero bello, e utile anche in alcuni passaggi in cui Shaun confronta il comportamento con i cani domestici; il mio ragazzo di cani ne avuti diversi, e ho trovato molto di loro, nonché del nostro comportamento nei loro confronti, nelle parole dell'uomo-lupo.
Non conoscendo nulla di quest'uomo, il suo racconto, che è a tutti gli effetti un'autobiografia, è stato una vera sorpresa. E in qualche modo è un libro d'amore, un amore per i lupi un po' estremo, che ci mostra il loro comportamento, il linguaggio, il loro modo di concepire il branco e la famiglia; momenti vissuti attraverso gli occhi di un uomo che con loro ha vissuto nelle terre selvagge, e che sfrutta quell'esperienza per essere parte dei lupi in cattività, per aiutarli e per aiutare gli umani a comprendere.

Una nota di merito anche alla giornalista e autrice Penny Junor, che ha riportato la vita di Shaun nero su bianco con una scrittura pulita ed elegante.
Il titolo originale, "The man who lives with wolves", a mio avviso è più preciso.

Vi lascio un video che ho visto a libro finito.




martedì 25 ottobre 2011

Il dottor Cadevegna di Calvino

«Lei è venuto per il manoscritto? È in lettura, no, sbagliavo, è stato letto con  interesse, certo che mi ricordo!, notevole impasto linguistico, sofferta denuncia, non l'ha ricevuta la lettera?, ci dispiace pertanto doverle annunciare, nella lettera c'è spiegato tutto, è già un po' che l'abbiamo mandata, le poste tardano sempre, la riceverà senz'altro, i programmi editoriali troppo carichi, la congiuntura non favorevole, vede che l'ha ricevuta?, e cosa diceva più?, ringraziandola di avercelo fatto leggere sarà nostra premura restituirle, ah lei veniva per ritirare il manoscritto?, no, non l'abbiamo mica ritrovato, abbia pazienza ancora un po', salterà fuori, non abbia paura, qua non si perde mai niente, proprio adesso abbiamo ritrovato dei manoscritti che era da dieci anni che li cercavamo, oh, non tra dieci anni, il suo lo ritroveremo anche prima, almeno speriamo, ne abbiamo tanti di manoscritti, delle cataste così alte, se vuole e facciamo vedere, si capisce che lei vuole il suo, mica un altro, ci mancherebbe, volevo dire che teniamo lì tanti manoscritti che non ce ne importa niente, figuriamoci se buttiamo via il suo che ci teniamo tanto, no, non per pubblicarlo, ci teniamo per darglielo indietro.»
 […] hai sentito il dottor Cadevegna ricominciare più volte il discorso del manoscritto che non si trova, rivolgendosi ogni volta a persone diverse, te compreso.

Da Una notte d'inverno un viaggiatore, di Italo Calvino

(Per chi non avesse letto il libro: "te" si riferisce al protagonista, "Lettore", che va in casa editrice solo perché vuole il seguito di un romanzo.)

domenica 16 ottobre 2011

E poi dicono che devo essere positiva

Che ne pensi se aprissi una libreria? No, no, per carità, non è tempo per aprire una libreria, l'editoria va a rotoli, non legge più nessuno.

Ah, beh, se mi facessi assumere in una casa editrice sarebbe meglio? Ma che, non è tempo per farsi assumere da una casa editrice, poi quelle medio-grandi sono snob e quelle piccole non hanno soldi per pagarti.

Mi farò assumere da qualcun altro: qualche lavoro di segreteria nelle agenzie immobiliari non mi dispiacerebbe. Le agenzie? Non lo sai che stanno fallendo? Non è tempo per le agenzie, ormai la gente ha capito che fregano soldi e comprano o vendono casa usando la Rete.

Farò la segretaria da qualche altra parte. Ma hai almeno tre anni di esperienza? Perché non è tempo per imparare a fare la segretaria.

Mi farò assumere da un'azienda qualsiasi, anche un negozio, così sono dipendente, certo ti spremono come un limone, ti chiedono il sangue e sarà dura, quando avrò una famiglia, ma poi si vedrà; farsi assumere è… Ma non è tempo per farsi assumere da nessuno, devi conoscere, conoscere, conoscere o non ti guarderanno neppure.

Allora potrei aprire una tipografia?sarebbe carino.  Ma che sei matta, non è tempo per aprire una tipografia, ormai si fa tutto al computer.

Ok, allora compro un locale commerciale -rinunciando al sogno di comprare casa- e vedo che attività potrei farci. Nooo, non hai capito: non è tempo per aprire un'attività, non ti dà nessuna sicurezza.

Se facessi un concorso statale? È sicuro quel posto. Ma nooo, non è tempo per fare concorsi, sono tutti truccati.

Vabbè, ho, capito ho sbagliato, dovevo fare architettura, almeno mi sarebbe piaciuto e ora avrei pensato ad aprire uno studio tutto mio. Ma scherzi, non ci fai nulla con architettura, oggi, non è tempo di aprirsi studi, a meno che non ne abbia di già avviati e tu non ne hai, lascia perdere.

Potrei fare qualche corso di fotografia, così miglioro le tecniche e… Soldi buttati, i fotografi hanno i loro giri, non è tempo per queste cose, i nuovi li fanno subito fuori.

Un corso di grafica. Naa, oggi si fanno tutti tutto da soli, non è tempo per la grafica, a meno che non fai grandi studi super fichi con tanti soldi da spendere, però, poi chissà.

Un master in… Uh, fico! I master sono fichi, fai un sacco di cose belle e ti fanno fare anche uno stage, certo ne devi fare uno di quelli belli costosi, che durano uno o due anni, e poi mica è detto che ti prendano. Se lo fai per lavorare subito, per sposarti presto, non ti conviene, non è questo il tempo dei master.

Ok, farò qualche lavoro freelance, scriverò per qualcuno, oppure… No, no, non è tempo per rischiare questo tipo di lavoro più che precario: se ti danno lavoro non ti pagano, oppure ti pagano dopo un sacco di tempo, poi sei di nuovo in giro a nulla fare. Cioè, se proprio volevi fare questo nella tua vita... ma rischi e non è il momento di rischiare.

Allora andrò all'estero, in Australia, un posto dalla temperatura mite, con una popolazione multietnica e… No, guarda, ti illudi e basta, non funziona niente neppure all'estero, ti cacciano subito via, è crisi mondiale, e tu sei un'extracomunitaria: non è tempo di emigrare.

Vabbè, ho capito, accetterò di lavorare al call center a 3 euro l'ora. "Oh, bene, signorina, sì, sì, venga, venga. E… uhm, vedo che è laureata con 110 e lode, ah, uhm, bene, ok, le faremo sapere…" …, …, …? -ma, se si ha una laurea, non è tempo neppure per lavorare in un call center??-

Bene, a questo punto andrò a battere sulla strada! Eh, no, tesoro, lì c'è un mercato, mica puoi andare a fregare il posto a un'altra. Non è tempo per questi lavori facili.

E vorrà dire che farò la prostituta d'alto bordo a casa mia! Ok. Perfetto. Occhio solo alle tasse da pagare, se ti scoprono, sai… ahm… eh, uhm, e poi… secondo me, dovresti almeno essere alta 1.70 e pesare 50 chili.


-.-'


E poi dicono che devo essere positiva.
Fanculo.

giovedì 13 ottobre 2011

Ok. Anzi no.

Forse qualcosa si vede all'orizzonte, anzi no, non si vede proprio un fico secco: forse, sono solo riuscita a fare un passo avanti, ma potrebbe fermarsi qui. Nessuno mi ha dato speranze, solo un passo. E se ci sarà un passo successivo, non so neppure quando sarà, non credo prima di venti  giorni, ma potrebbe essere molto di più.
Ok, lo dovevo scrivere, ma non mi uccidete: per pura scaramanzia non dico niente, sappiate solo che sono mooooolto ansiosa, sì, ecco più del solito.


martedì 11 ottobre 2011

Piccole soddisfazioni

L'estate è finita, o forse no. Di certo è ottobre, l'11 ottobre. Diversi anni fa, oggi, passai una delle giornate più brutte o borderline della mia vita. Ma il passato è storia*.  Per quanto riguarda il futuro, è vago e incerto: ogni piccolo progetto di vita viene distrutto in continuazione. Ma il futuro è un mistero*.
Mi  appello al presente. Il presente è un dono*.
Ebbene il mio dono, ad oggi, è dato da pochissime persone, alcune delle quali hanno a che fare con questo blog, con il tema di questo blog: sono una ragazza che tenta di essere una scrittrice, un'autrice che tenta di farsi leggere. Non so a cosa porterà perché, ok, domani è un mistero, però al momento mi aggrappo ad ogni piccolo aspetto positivo che mi capita sotto mano: il dono del presente; e sapere che ci sono poche, pochissime, pochissimissime persone che hanno letto il mio romanzo e ne sono rimaste colpite, non può che essere positivo.
Si tratta di persone che non mi conoscono e non hanno nessun interesse a farmi dei complimenti, sono persone che leggono, alcune scrivono anche, persone che non chiedono soldi, ma che hanno dimostrato il loro reale interesse al mio romanzo cercando di aiutarmi.
Non rientrano nella schiera del "è fighissimo, ora pagami", né nella schiera del "è fighissimo, ma". No, sono persone che hanno perso tempo a leggerlo tutto (e non è poco, vista la lunghezza di NT), che hanno apprezzato sia lo stile che il contenuto e mi hanno spiegato il motivo.
Beh, non è tanto, perché la strada per la pubblicazione è lunga e piena di ostacoli che possono bloccarmi, ma è una piccola soddisfazione e so che chi scrive capirà, perché non importa se scrivi per gli altri o per te stesso, quando fai leggere il tuo racconto, la valutazione positiva degli altri fa sempre piacere. Inutile negarlo.
E un piccolo piacere, in un momento del kaiser, me lo potrò anche godere, no? Tanto sono pronta a tutto, ormai, quest'anno sta mettendo a dura prova il mio già scarso ottimismo. Non credo più in niente; ma non smetterò di farlo…



* maestro Oogway



venerdì 7 ottobre 2011

Uscirà Il bacio e il sortilegio di J. Carey

Buondì. Aggiorno per scrivervi che finalmente il 27 ottobre (sperando non cambi nulla) uscirà Il bacio e il sortilegio di Jacqueline Carey; in Italia è il quinto volume della saga di Imri, sarebbe la prima parte del terzo e ultimo di libro, ovvero Kushiel's Mercy.
Costa 18.60 euro e le pagine dovrebbero essere 500, ma in giro ho visto riportato anche un 384, quindi chi vivrà vedrà…

Trama: Dopo aver vendicato la morte della moglie, Imriel è libero di tornare a casa, dove lui e Sidonie rendono finalmente pubblica la loro relazione. La regina Ysandre, però, non può permettere che la delfina di Terre D'Ange si fidanzi col figlio della famigerata Mélisande Shahrizai, la donna che per ben due volte aveva cercato d'impadronirsi del regno e che poi era svanita nel nulla. Perciò, come segno della propria fedeltà, Imriel dovrà consegnare la traditrice alla giustizia, altrimenti Sidonie sarà diseredata. Grazie ai suoi legami con la Gilda Invisibile - una setta segreta ramificata in tutto il mondo - il giovane riesce a scoprire il nascondiglio della madre, ma proprio quando si prepara a partire, giunge a corte Astegal, l'ambizioso principe di Cartagine. Con un subdolo incantesimo, Astegal assoggetta al suo volere tutti gli abitanti di Terre D'Ange, compresa Sidonie, che accetta persino di sposarlo. Essendo l'unico rimasto immune, il principe Imriel si trova quindi costretto a chiedere aiuto al solo uomo che possa spezzare il potentissimo sortilegio: Ptolemy Solon, governatore della remota isola di Cytherea, nonché amante di Mélisande Shahrizai...
il bacio e il sortilegio carey

lunedì 3 ottobre 2011

Test letterario

1) Quale libro stai leggendo attualmente?
Amazzonia, un libro d'avventura e azione di Rollins
2) Perché hai scelto questo libro?
Perché ne avevo già letto uno dello stesso autore, che mi era piaciuto, e questo sembrava sulla stessa strada…
3) Ti piace farti consigliare libri dagli amici?
Dai pochi che leggono, sì. Ma trovo molti consigli anche da aNobii e dalla rete in generale.
4) Lo scaffale che visiti per primo in libreria?
Se ci fosse, avventura, visto che non esiste, dipende dalla libreria: di solito novità, fantastico o Tea.
5) Il tuo libro preferito?
Mmm ne ho diversi, ma se proprio devo scegliere La Trilogia di Phèdre, della Carey.
6) Quello più brutto?
Ce ne sono diversi che proprio non mi sono piaciuti, ma non saprei dirne uno in particolare.
7) L'ultimo libro che hai letto?
Tre e sei morto, della Evanovich
8) Quello che aspetta sullo scaffale da anni?
Da anni, nessuno, da un bel po', Il nome della Rosa
9) Quello che rileggeresti?
A parte la Carey, in questo momento rileggerei Una bambina e gli spettri, della Hayden
10) Quello che non hai compreso?
Memorie dal sottosuolo
11) Quello che hai lasciato a metà senza rimpianti?
Notte di piaceri, della Kenyon
12) Quello che hai lasciato a metà a malincuore?
Nessuno
13) Tre libri che vorresti leggere in futuro.
Tre? Tremila!!
14) Tre autori che ti piacciono.
Carey, Carey, Carey!!! Ok, non vale: Jacqueline Carey, Tory Hayden, Harper Lee
15) Tre personaggi letterari tra i tuoi preferiti
Phèdre, Jean Louise "Scout", Alexander "Shura", ma me ne piacciono anche altri
16) Tre libri che non avresti voluto leggere
Soli, di Hermes - Alla ricerca del mio angelo custode,  di Smailes - Il quaderno nero dell'amore, di Manzini
17) Tre autori che non ti piacciono.
In questo momento mi viene in mente solo Moccia, anche se Tre metri sopra il cielo non mi era dispiaciuto
18) Tre personaggi letterari che detesti
Arturo Bandini e i due protagonisti  de La solitudine dei numeri primi
19) Il tuo racconto preferito?
Non me ne viene in mente nessuno, comunque non amo molto i racconti
20) Il libro della tua infanzia?
Piccole donne, Il giardino segreto, e Kim, ma, poiché già leggevo moltissimo, ne ho diversi in mente…
21) Il primo libro da "adulto"?
Non ne ho idea
22) Un libro che hai comprato solo perché ti piaceva il titolo?
Per il titolo, nessuno
23) Un libro che hai comprato perché ti piaceva la copertina?
Quelli della Troisi :p
24) Classici o Moderni?
Dipende, per lo più però leggo moderni
25) Ottocento o Novecento?
Come sopra
26) Il più bel film tratto da un libro?
L'ultimo dei Mohicani
27) Il primo libro che ti viene in mente?
On writing, di King
28) Un libro letto in lingua originale?
Sto arrancando con Santa Olivia, indovinate di chi? Ma della Carey, ovvio!
29) Il tuo genere preferito?
Avventura con azione e amore :D ma mi piacciono molto anche i libri "intripposi" sulla mente dei bambini, per esempio, l'autismo.
30) Il genere che detesti?
Uhm, un genere particolare non saprei, mi viene un po' l'orticaria con i libri lamentosi, quelli solo d'amore e quelli onirici in cui non capisco un tubo!
31) Preferisci libri di autori italiani o stranieri?
Indifferente, mi deve piacere la trama e la scrittura.
32) L'ultimo libro di un italiano che ti è piaciuto?
Quando il diavolo ti accarezza, di Luca Tarenzi
33) L'ultimo libro di un italiano che non ti è piaciuto?
L'abbraccio del vampiro
34) Quando hai iniziato a leggere?
Ooooooohmmmm, in prima elementare???
36) Citazione preferita di un libro?
Ne ho duemila!!! Dunque, dunque … "Amare qualcuno non è solo un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno. Se l'Amore fosse solo una sensazione, non vi sarebbero i presupposti per un amore duraturo." da L'arte di amare, di E. Fromm
37) Un libro che ti ha cambiato la vita?
Oddio, cambiato la vita nessuno, però mi hanno insegnato moltissimo Il buio oltre la siepe e Il piccolo principe
38) Preferisci i libri lunghi o corti?
Se hanno una bella scrittura e un buon contenuto, decisamente i libri lunghi!!
39) Un libro che hai sentito osannare da tutti e a te non ha detto nulla? Undici minuti, di Paolo Coelho
40) Un libro che consiglieresti a tutti? A tutti?! Questa è difficile, uhm ohhmmm, aaaahm…  il mio! Mwuahahahah, no, non è neppure vero. Non saprei, non credo che ci sia un libro che possa piacere a tutti e che quindi consiglierei a prescindere da chi ho di fronte.


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